da New York, Daniele Rossi – foto Getty Images
Gli eventi storici qui a New York continuano ad accavallarsi. Dopo il derby azzurro nei quarti, l'addio al tennis di Roddick, ecco la shock della sconfitta di Roger Federer. Il carnefice è ancora Tomas Berdych, che già lo aveva sgambettato a Wimbledon nel 2010. Evidentemente, quando il ceco vede lo svizzero dall'altra parte della rete, si esalta. Stasera ha giocato una partita al limite della perfezione conclusa con lo score di 7-6(1) 6-4 3-6 6-4 e la vittoria poteva anche essere più netta se nel terzo non fosse arrivata la rabbiosa reazione dell'elvetico.
Difficile inquadrare e dare una spiegazione ad una prestazione così scialba di Roger, fallosissimo con entrambi i fondamentali (in totale 40 errori gratuiti), poco produttivo con la prima di servizio (il 61% di punti vinti) e impotente in risposta. La vittoria di Berdych va ricercata nell'efficacia di un servizio devastante: 14 ace, 80% di punti vinti con la prima, ma anche nella la metà degli errori gratuiti commessi dall'avversario, 21.
E dire che Federer era partito bene, breakkando in apertura il ceco e portandosi sul 3-1. E' però un fuoco di paglia, perchè Berdych recupera il break di svantaggio e poi non concede più nulla. Si va al tie-break, dove Roger combina un disastro dopo l'altro, consegnando il parziale al numero 6 del seeding.
Federer parte male anche nel secondo, perdendo subito il servizio. L'elvetico salva poi tre palle break sul 3-1 con un mezzo miracolo nei pressi della rete, ma la storia non cambia. Sul 4-2 Roger commette due doppi falli e Berdych con un diritto vincente si prende un altro break di vantaggio. Il numero 1 del mondo con uno scatto d'orgoglio accorcia le distanze, ma Tomas chiude comodamente per 6-4 il secondo set con un ace.
Nel terzo si apre un baratro sotto i piedi di Federer, mentre l'Arthur Ashe oscilla tra l'incredulità e l'entusiasmo per un risultato totalmente inaspettato. Berdych va avanti 3-1, ma finalmente Roger reagisce, infilando cinque giochi consecutivi e andando a vincere il terzo set per 6-3, per il tripudio del pubblico della Grande Mela.
Sembra il momento della svolta, ma non è così. Berdych non fa una piega e torna a macinare il suo gioco, sparando vincenti da tutte le parti. Roger invece soffre per tenere la battuta e il game decisivo è quello del 4-3. Due errori di diritto consecutivi, sembra arrivarne un terzo, ma il falco lo salva, 30-30. Ma ecco un altro errore di diritto in lunghezza: palla break. Roger mette la seconda, Tomas entra e colpisce con un diritto vincente. E' il sipario, Berdych chiude a zero con l'ennesimo servizio vincente.
Sconfitta scioccante per Federer, totalmente inaspettata visto il livello di gioco esibito nei primi tre turni. Forse la pausa forzata per il ritiro di Fish non lo ha favorito, ma Roger ha l'esperienza necessaria per gestire una situazione del genere. Non perdeva prima delle semifinali a New York dal 2003, quando perse con Nalbandian al quarto turno. Prima di oggi era anche imbattuto nelle sessioni serali.
Era invece l'esordio notturno per Berdych, che prima di quest'anno a New York non aveva mai superato gli ottavi di finale e invece adesso si ritrova meritatamente in semifinale. Giocherà contro Andy Murray e se manterrà il livello di gioco offerto oggi, ha buone possibilità di farcela. E' pure in vantaggio negli scontri diretti, 4 a 2; ma è possibile fidarsi del ceco? La storia finora ci ha detto di no, staremo a vedere.
Giovedì solo due match in programma: il quarto di finale tra David Ferrer e Janko Tipsarevic (a partire dalle 19:30 italiane) e quello tra Novak Djokovic e Juan Martin Del Potro (a seguire di un doppio di esibizione che inizierà all'una).
T Berdych (CZE) [6] b. R Federer (SUI) [1] 7-6(1) 6-4 3-6 6-3