ESCLUSIVO – Andrey Golubev scrive per noi da Istanbul. A suo dire, in Italia mettiamo troppa pressione sui giovani. Tra Roma e Madrid, quasi tutti i giocatori preferiscono il torneo spagnolo per i servizi che offre. Intanto dovrà giocare le "quali" al Roland Garros…  

Ciao ragazzi,

come forse saprete non è un buon periodo per me, almeno tennisticamente. A Napoli ho avuto un calo nervoso ed energetico contro Donati e sono uscito dal match. Non è stata una sconfitta leggera: perdendo, sono uscito dal tabellone principale di Parigi e al Roland Garros dovrò tornare a fare le qualificazioni. Sono fuori di 10, neanche un’epidemia di… mal di pancia potrebbe aiutarmi!

 

Essendo russo di nascita e italiano di crescita, mi chiedono spesso di Quinzi e Donati.

So che si stimano, tra loro due c’è una sana concorrenza. Però devo dire che gli italiani mettono troppa pressione sui giovani, non si può andare avanti così. Forse noi russi siamo troppo tranquilli, quando il mio amico Kuznetsov aveva vinto Wimbledon juniores la federazione quasi quasi manco se ne accorgeva. Ma a Quinzi hanno fatto già cento radiografie, a Napoli c’erano tribune piene perché tutti volevano vedere loro due. Intendiamoci: sei molto forte di tuo, allora non ci fai caso, lavori e te ne freghi delle pressioni. Ma siccome alla loro età non sono ancora uomini maturi, potrebbero patire queste faccende. Insomma, è giusto controllare e tenere d'occhio le promesse ma non ogni settimana: qui da voi il calcio e il tennis sono uguali, se fai una stagione pazzesca e l'anno dopo cali sei sùbito un bidone. Si dice che gli altri sono più avanti di Quinzi e Donati? Io dico che l’importante è arrivare nei 100 anche 22 o 23 anni, visto che ormai a 30 sei ancora nel pieno delle forze. Se lo sei a 18 come Coric o Zverev bravo, ma il vero traguardo è crescere di livello anche con una stagione storta in quelle della crescita. E poi, voglio dire: se Kyrgios è più avanti, magari è più forte. E se è così, bisogna accettarlo e basta.

 

Sono qui a Istanbul, la prima edizione di un torneo è sempre una prova ma devo dire che qui tutto funziona bene, a parte il fatto che ci sono 27 km tra i campi e l’hotel… Ma l’albergo è ottimo, i servizi ai giocatori anche. I campi, ehm, meno: qui è lo stesso stadio del torneo femminile di luglio, mettono e tolgono la terra su un fondo duro e non è il massimo. Essendoci Federer, che non costa esattamente dieci dollari, ci tengono a fare bene. In giro c’è anche il capo dell’Atp, Chris Kermode.

A proposito di tornei e servizi: mi spiace per gli appassionati, ma 9 giocatori su 10 tra Madrid e Roma scelgono Madrid. Noi parliamo di organizzazione, comodità, servizi. Per il pubblico sarà senz’altro meglio giocare con le bellezze e le statue, ma per i giocatori quello non è un plus. Poi è vero che Roma è migliorata molto negli ultimi 5 anni, le scene con la gente che prendeva i taxi perché la trasportation non arrivava le ricordo bene. Ma anche l’anno scorso so di giocatori che hanno aspettato la macchina in aeroporto per 40 minuti. Sono imperfezioni anche comprensibili, col traffico di Roma, ma anche le altre città hanno il traffico. Poi, per dire, gli spogliatoi di Roma sono buoni mentre la palestra è una cosa di 2 metri quadrati: l’impianto di Madrid, come servizi ai giocatori, è di un altro pianeta.

 

Un argomento di cui si parla abbastanza, ultimamente, sono gli arbitri. Come sapete, Nadal ha criticato Bernardes durante il match con Fognini a Rio e Carlos non lo ha più arbitrato.

Certo, se fine anno venisse fuori una statistica ed emergesse che da quando gli ha detto di non volerlo più vedere non lo ha effettivamente più visto sul seggiolone… Comunque Rafa secondo me sbaglia, perché mettono pressione a me sulla storia del 25 secondi anche se da mesi non vinco una partita, perché non a lui e ai top? Certo, è meglio avvisare. Magari sfori perché sei concentrato, proprio sui punti importanti, ma beccarsi in faccia il warning sulla palla break non è il massimo. Meglio usare un cambio campo per dire: ehi, stai sforando, attenzione perché dal prossimo te lo chiamo.

In ogni caso l’atmosfera tra giocatori e arbitri è migliorata nel tempo, parlo degli arbitri Atp perché tra quelli Itf ce ne sono un paio imbarazzanti. Molti sono socievoli, come Mohammed Lahyani, sono più esperti, e poi oggi non ci sono molte situazioni estreme: c'è occhio di falco, ci sono 10 linesmen e soprattutto mancano tipi come McEnroe e Safin… Certo, a volte mi sembrano una casta: ricordate l’arbitro di Istomin a Indian Wells 2014? Ecco, quello va punito come puniscono noi. Invece il giorno dopo l’ho visto arbitrare. Poi in effetti è stato un po’ fermo, quindi magari è stato sanzionato, ma a noi non viene detto nulla. Se veniamo penalizzati, a fine match possiamo dirlo al supervisor, tanto loro lo annotano. Annotano, sì, ma poi chiedono la versione dei fatti anche all’arbitro e mi pare non sia mai capitato niente! 

 

Giovedì mi toccherà Dimitrov. A Monte Carlo l’ho visto molto bene. Anche qui a Istanbul manca Rasheed, so che si parla molto del loro rapporto… Magari non c’è solo perché abita lontano, in Australia! Io, in ogni caso, devo pensare al mio. Per batterlo dovrò insistere sul suo rovescio, fare in modo che lui attacchi. Quando Grigor comanda è difficile da affrontare: ci ho giocato una volta in quali a Barcellona, poi ho perso in Australia al primo turno quando era già in ascesa. Una bella vittoria mi servirebbe, davvero! 

Andrey

Testo raccolto da Federico Ferrero

 

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