ESCLUSIVO – Il nostro contributor d'eccezione ci scrive da Boca Raton, dove sta preparando il Masters 1000 di Miami: la Florida è il paradiso dei tennisti, ma a Key Biscayne offrono i servizi di un challenger! E il catering, insomma…Gli smart ourts di Indian Wells e le minacce di multa dell'ATP.Sono a Boca Raton, alla Pro World Tennis Academy di Lorenzo Cava, un ragazzo italo-ecuadoregno (ha i nonni a Pavia) che l’ha messa su qualche anno fa. Lorenzo è un amico, siamo quasi coetanei, lui di famiglia è benestante e ha creato una struttura molto utile per allenarsi in inverno, infatti la squadra del Kazakhstan viene qui a fare la preparazione a dicembre. È un bel posto, ci sono parecchi coach, anche l’ex pro Cyril Saulnier, Horacio Rearte e Seb Grosjean che fa da consulente: i giocatori francesi amano la Florida e in tantissimi hanno preso casa qui! Sui campi accanto al mio si stanno allenando Kevin Anderson, Mannarino e Gianni Mina. Certo che, per giocare e allenarsi, la Florida è un paradiso: ci sono tantissimi campi pubblici e academy private, spendi un terzo di quello che costa giocare a tennis nel resto del mondo! In realtà, spesso, l’unico costo è quello delle palline, e volendo puoi occupare un campo anche 23 ore al giorno. Il clima è fantastico quasi tutto l’anno, a parte per il discorso dell’umidità: ecco, a proposito, arrivo da Indian Wells dove faceva un caldo infernale ma secco, perché là c’è il deserto. Quando gioco quel torneo mi sento come il pesce palla: hai sempre la gola secca, bevi continuamente e finisci per gonfiarti!
 
Ho giocato un buon torneo a IW, ho annullato un match point a Dustin Brown che è veramente un giocatore imprevedibile (molto peggio di me!) e con Robredo ho avuto la possibilità di vincere: quelle 4 palle break nel terzo set mi “girano” ancora, anche se a dirla tutta soltanto su una ho avuto una vera possibilità, era una seconda palla e sono entrato con la risposta, è finita larga di poco. Sul 5-4 per lui ho fatto due doppi falli dal nulla, e ho perso il match. Poi ci ho pensato bene e ho capito cosa era capitato: le corde si erano ammollate, e siccome sul 6-5 ci sarebbe stato il cambio palle mi ero detto ok, cambio la racchetta sul 6-5, così non inizio il tie-break con la racchetta nuova. Errore! Non sono stati errori di tensione, anzi, sì ma di tensione… delle corde, infatti le due seconde palle mi sono finite lunghe. È la dimostrazione di quanto sia importante servire per primi nel set decisivo: se fai una cavolata sul 4 pari puoi ancora provare a rimediare, sul 4-5 ovviamente no.
 
Al terzo turno avrei trovato Dimitrov, che Tommy ha poi battuto… Lo so, volete sapere se Grigor è in crisi e come mai. Mah, quello che posso dirvi è che Rasheed, il suo coach, è parecchio fissato con la preparazione atletica. Spesso vedo Grigor in palestra, in questi giorni di torneo in California l’ho visto fare anche dei pesi che, in effetti, è una cosa un po’ strana. Anche perché lui gioca un po’ “alla Federer”, non è uno di quelli che deve diventare grosso per fare l’animale da fondocampo e ributtare tutto di là per quattro ore. Questo non vuol dire che non si debba lavorare, eh: però, per dire, Federer (che, mi ha detto il suo preparatore, lavora più oggi che qualche anno fa) fa cose diverse, usa tantissimo gli elastici in allenamento, la palla medica, ma i pesi no. Perché devi essere forte ma, soprattutto se hai un tennis di scioltezza e tocco, se metti su massa finisce che giochi “imballato”, il lavoro coi pesi ti irrigidisce. È difficile mettere in equilibrio tutte le esigenze, ma chi gioca non solo di forza deve far sì che il braccio giri, non deve appesantirsi inutilmente pur guadagnando in forza.
 
Volete sapere l’ultima? Da Indian Wells l’Atp ha iniziato ad appendere dei cartelli negli spogliatoi, dicono che se non sei pronto prima di 5 minuti dall’inizio del tuo match e ritardi nell’ingresso in campo ti fanno una multa: dai 1000 ai 5000 dollari. Voglio proprio vedere se l’applicheranno! Comunque credo sia un’esigenza televisiva: evidentemente qualcuno si è lamentato perché la diretta, mettiamo il caso, inizia alle 15 e a volte per dieci minuti o un quarto d’ora rimane l’inquadratura fissa sul campo vuoto, magari perché qualcuno è in bagno… E in televisione ogni minuto di diretta so che costa carissimo.
 
Forse ve l’ho già detto, ma a me i tornei combined non piacciono. Per carità, a Indian Wells e pure qui a Miami ci sono tanti campi, quindi il problema si sente meno, però se potessimo scegliere noi se continuare o meno a fare tornei misti vi assicuro che il 95% voterebbe no. Tra l’altro, il torneo di Miami sta peggiorando sempre di più: la struttura invecchia, non possono migliorarla né espandersi e i servizi, mi spiace dirlo, non sono da Masters 1000. C’è una navetta ogni ora tra l’albergo e i campi, in totale sono 4 al mattino e 4 al pomeriggio, sembra di essere in un challenger! Magari hai un allenamento alle 13 ma sei costretto ad andare tre ore prima per non perdere il viaggio. Sul pulmino stai come le sardine, se entrano Karlovic e Anderson devi stare appeso fuori ai finestrini… Poi vabbè, io sono russo ma vivo da tanto in Piemonte, quindi so cosa vuol dire mangiare bene. Ma nei due tornei 1000 americani il catering fa veramente schifo: un po’ di pasta, del sushi, insalate, panini e qualche smoothie. Davvero, niente di che. Dove si mangia bene? Roma, Madrid, e pure Shanghai, perché ha un catering europeo.
Però non voglio fare il criticone: Indian Wells, per esempio, ogni anno diventa più bello e smart. Pensate che non solo hanno messo Occhio di Falco su tutti i campi, ma ci hanno anche messo a disposizione due “smart court”, dove vieni filmato e radiografato in HD mentre ti alleni. Alla fine ti mandano via mail il filmato con le statistiche. Lo abbiamo usato in tanti, ed è pure gratis!
 
Non so se ci avete fatto caso, ma sono l’unico kazako che ha vinto una partita dopo la Davis contro l’Italia! Nedo ha perso subito in un challenger in Cina, invece Kukuzza si è ritirato contro Pospisil sotto 6-2 4-2 15-40. Niente da fare, Mikhail è proprio l’uomo al contrario, come lo chiamiamo in squadra. Ma poi, se sei così malconcio tiri quattro palle in tribuna e perdi, perché ritirarsi? La risposta, io, la so già: così adesso potrà lamentarsi, dire che gli va tutto male, che non doveva giocare la Davis perché ti fai male e poi ci rimetti eccetera eccetera. Appena lo rivedo gli faccio presente che Kyrgios ha finito la partita con Dimitrov con una distorsione e adesso starà fermo un mese, ma l’ha finita. Ma non servirà a niente, tanto lui è fatto così e in fondo ci piace così.
 
Torno in campo. Questo weekend mi farà da sparring un ragazzino della academy, intanto speriamo nel sorteggio: da anni, negli Slam pesco quasi sempre un top ten. Sono in credito con la fortuna per i prossimi dieci!

Andrey

Testo raccolto da Federico Ferrero

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