Manca un mese al giorno più importante della sua vita. Il prossimo 29 novembre, tutto quello che David Goffin avrà fatto fino ad allora passerà in secondo piano. Sulla terra rossa di Ghent, 26.000 occhi proveranno a spingerlo verso il miracolo contro Andy Murray. Secondo logica, la Gran Bretagna dovrebbe essere avanti 2-1. Se David dovesse fare il miracolo, il Belgio diventerebbe favorito. Perché sì, a quel punto il numero 2 belga (Bemelmans? Darcis?) sarebbe leggermente favorito contro l'omologo britannico (Ward? Edmund? Evans?). Si parla tanto di Murray, della grande chance di regalare alla Gran Bretagna una Davis che manca da una vita. Ma l'evento è ancora più storico nel piccolo Belgio. Quest'anno hanno avuto un'incredibile fortuna, tra sorteggi e assenze altrui. Bravi a sfruttarle, adesso possono giocarsi la finale in casa. La prima dopo 111 anni. Chissà quanti ce ne vorranno prima di giocarne un'altra. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza Goffin, occhi azzurri e sguardo da attore. Non è un modo di dire: la sua somiglianza con Jacques Perrin è clamorosa, specie quando interpretò Lorenzo nel film “Cronaca Familiare” del 1962, con Marcello Mastroianni. Goffin non ha avuto fratelli da cui è stato separato e poi si è riunito, e per sua fortuna gode di ottima salute. Ma c'è molto di familiare anche nella sua storia. E' stato papà Michel, tanti anni fa, ad avvicinarlo al tennis. Maestro presso il Barchon Club di Liegi, gli ha messo una racchetta in mano, scoprendo un talento e una sensibilità fuori dal comune. Da amante del bello, il piccolo David si è presto innamorato di Roger Federer. La sua stanzetta era piena di foto del campione svizzero. Il sogno di averlo davanti, però, non si è materializzato come nei sogni. Stavolta la realtà è andata oltre. Anziché carta e penna per un autografo, David l'ha affrontato armato di racchetta. Tre anni fa fu una delle storie del Roland Garros: da lucky loser centrò gli ottavi, dove sfidò Federer sul campo Suzanne Lenglen. Gli ha anche scippato un set, prima di farci un'intervista congiunta sul campo. Si era emozionato.
DA IDOLO AD AVVERSARIO
E' successo di nuovo dodici mesi fa, nella finale di Basilea. Nonostante la sconfitta in due set, il pubblico della St.Jakobshalle ne ha apprezzato lo stile, l'atteggiamento, il gioco. A fine partita gli ha tributato un'ovazione e lui si è commosso, fino addirittura a piangere. Però gli è spuntato di nuovo il sorriso quando ha dovuto parlare di Federer. “Il suo servizio? Perfetto. Impossibile da leggere. Non è facile rispondere, ha trasformato la mia partita in un incubo”. La scena potrebbe ripetersi venerdì, stavolta nei quarti di finale. David ha fatto il suo dovere, battendo Seppi e Mannarino. Salvo sorprese, Federer batterà Kohlschreiber e si troveranno di nuovo. “L'anno scorso ero molto stanco e un po' nervoso. E' molto dura affrontare Federer davanti alla sua gente, però quest'anno ho più energia. Spero che possa andare diversamente”. La vita di Goffin è cambiata radicalmente nel 2014: dopo un 2013 difficile, con tanto di intervento chirurgico al polso, ha messo il turbo dopo Wimbledon e ha chiuso la stagione con 42 vittorie e due sconfitte, foriere di 6 titoli (quattro Challenger e due ATP). Quest'anno è stato bravo a confermarsi a livello di top-20, raggiungendo anche la 14esima posizione. Ma tra un mese potrebbe cambiare di nuovo.
NIENTE DA PERDERE A GHENF
La parola magica si chiama Coppa Davis. Quest'anno è imbattuto, anche se gli avversari non erano irresistibili: Adrien Bossel, Filip Peliwo, Federico Delbonis e Diego Schwartzman. Diciamo che gli è andata bene. E con Murray sarà ben più dura. E allora, inevitabilmente, gli ultimi tornei dell'anno diventano un preludio alla finale di Coppa Davis. Nessuno si aspettava un risultato del genere, ma lui ha sorpreso i connazionali. E adesso si aspettano molto. “Le aspettative sono importanti – racconta il 24enne di Liegi – sono l'unico belga a giocare i Masters 1000 e i tornei più importanti. Va detto che abbiamo Steve Darcis, ottimo giocatore di Coppa Davis. Siamo competitivi. Dopo i fasti di Justine Henin e Kim Clijsters in campo femminile, è bello avere di nuovo un grande evento in Belgio”. Talmente grande che in tutto il paese non c'era un impianto più grande dell'EXPO di Ghent, dove arriveranno 13.000 spettatori. I biglietti si sono bruciati in mezz'ora, per la rabbia di tanti appassionati britannici, già pronti alla pacifica invasione. “Non abbiamo nulla da perdere. Il problema è che dovremo battere per forza Murray per vincere, ma mi aspetto un bel weekend. Dovremo dare tutto per non avere rimpianti”. I belgi si riuniranno subito dopo la fine del Masters 1000 di Parigi Bercy: venti giorni di allenamento pieni, per arrivare al 1000% della condizione. Anche per questo, forse, Murray non ha ancora deciso se giocare o meno il Masters di Londra. La Davis è il suo obiettivo e sa che l'unico ostacolo davvero credibile ha le sembianze di Goffin, sguardo gentile e viso da attore. Attore anni 60.