Non è bastata nemmeno la miglior stagione della sua carriera, chiusa con una passerella alle ATP World Tour Finals, per saziare i desideri di David Goffin. Puntava ai top-ten e non li ha raggiunti (anche se per una sola posizione), allora cambia: non lavorerà più con l’ex vincitore dell’Australian Open.In attesa di scoprire se la partnership fra Boris Becker e Novak Djokovic continuerà anche nel 2017, fra i cosiddetti supercoach del circuito ATP sembrava essercene più di uno sicuro della riconferma. Oltre a Ivan Lendl, artefice della rinascita di Murray, faceva parte della categoria anche Thomas Johansson, capace – in qualità di seconda guida: il primo allenatore è rimasto sempre Thierry Van Cleemput – di portare David Goffin fino a un passo dai primi dieci del mondo. Invece, nemmeno la sua miglior stagione in carriera, coronata con la partecipazione alle ATP World Tour Finals (anche se solamente in un unico match, dopo il forfait di Gael Monfils) è bastata a soddisfare il ventiseienne di Rocourt. L’ha assunto a febbraio con due obiettivi: raggiungere il primo quarto di finale Slam ed entrare fra i primi 10. Il primo l’ha centrato subito (Roland Garros), il secondo l’ha sfiorato per cinque mesi, ma non è mai riuscito a completarlo, chiudendo l’anno da numero 11. Così, con un breve messaggio sui social, ha deciso di dare il benservito allo svedese, vincitore dell’Australian Open nel 2002. Non si sa ancora se cercherà di sostituire la figura di Johansson con un altro top ten del passato, o se abbia intenzione di proseguire solamente con Van Cleemput. Ciò che è certo, invece, è che a differenza del connazionale Magnus Norman, Johansson come coach non riesce proprio a sfondare: a fianco di Caroline Wozniacki è durato giusto qualche settimana, con Borna Coric sei mesi, con Goffin qualcuno in più. Ma sempre troppo pochi.
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