Il belga non si ferma più: dopo tre challenger, intasca il suo primo titolo ATP. Da piccolo imitava Agassi e adorava Federer. Adesso è semplicemente David Goffin.

Di Riccardo Bisti – 2 agosto 2014

 
20 vittorie di fila sono un grande risultato. Se poi la ventesima segna il primo titolo ATP, beh, è ancora più speciale. L'ultimo match su terra battuta del 2014, almeno nel circuito maggiore, ha esaltato il talento di David Goffin. Il belga è reduce da un'escalation incredibile. A Wimbledon aveva perso all'esordio contro Andy Murray. Poi è tornato sulla terra rossa e ha vinto tre tornei challenger (Scheveningen, Poznan e Tampere) prima di intascare il torneo di Kitzbuhel. Non è più prestigioso come un tempo, ma resta una tappa tradizionale del circuito. Il belga ha strozzato in gola l'urlo degli austriaci, che speravano di tornare ad esultare dopo 21 anni, quando Thomas Muster battè Javier Sanchez nel 1993. Goffin ha superato il baby Dominic Thiem col punteggio di 4-6 6-1 6-3 e si porterà intorno alla 50esima posizione. Il belga era salito alla ribalta un paio d'anni fa, quando raggiunse gli ottavi a Roland Garros da lucky loser e scippò un set a Roger Federer, suo idolo d'infanzia. In realtà, quando era piccolo, David impersonava Andre Agassi in eterne sfide nel giardino di casa con il fratello maggiore Simon, che "era" Pete Sampras. Si sfidavano all'ultimo sangue e non terminavano mai. E così, ogni giorno, papà Michel usciva e ripeteva sempre le stesse parole. "Ragazzi, è buio, è ora di farsi una doccia e andare a letto". Ma loro non se ne capacitavano. "Dai, papà, siamo 5-5 al quarto, non puoi interromperci sul più bello!"

IL SENSO DELL'ANTICIPO
La famiglia Goffin è sempre stata accanto al tennis. Il padre era un maestro, ragione per cui i figli hanno incominciato. Erano entrambi bravi e sono rapidamente finiti nell'occhio della della federtennis belga (quella francofona). Aveva otto anni e fu il momento di svolta: fino ad allora, giocava tre volte a settimana con il padre e con Michele Gurdal, ex ottima giocatrice che vanta un quarto di finale all'Australian Open. "Ho ritenuto che la federazione fosse il partner giusto per farlo crescere. Finora ha fatto un buon lavoro" ha detto Michel nel 2012, dopo il primo exploit del figlio. L'ha seguito per anni Reginald Willems, ex capitano di Coppa Davis, mentre adesso è allenato da Thierry Van Cleemput. Goffin piace perchè è un normodotato, magrolino, nel tennis dei bestioni. Gli manca la potenza, ma compensa con un ottimo timing. Sa colpire la palla in anticipo, costringe l'avversario a correre di qua e di là, fino a chiudere con la volèe. Più che l'amato Federer (di cui aveva il poster in camera) ricorda proprio Andre Agassi. "Credo che fisicamente sia già a posto – dice l'amico Steve Darcis, con cui si allena da oltre 10 anni – penso solo che debba migliorare il servizio. E' forte sul piano mentale, credo sia uno dei migliori belgi di sempre. Ha solo bisogno di un po' di tempo". Dopo l'esplosione di due anni fa, si è assestato su livelli buoni ma non eccezionali. Adesso, a 24 anni, l'improvvisa esplosione. "Mi muovo bene e ho una buona risposta – dice di sè – ma devo migliorare il servizio perchè nel tennis di oggi è l'arma giusta per essere aggressivi". 

UN SERVIZIO AFFIDABILE
Da junior, quando la potenza non era così importante, era stato tra i top-10. Poi ha avuto bisogno di qualche anno per trovare la sua dimensione nel circuito. Il punto di svolta è stato un paio d'anni fa, quando a Parigi è arrivato agli ottavi dopo aver perso nelle qualificazioni. Da lucky loser ha battuto Stepanek, Clement e Kubot prima di sfidare Roger Federer. A fine partita, oltre a un'intervista congiunta per la TV francese, ha incassato i complimenti dello svizzero. "Colpisce la palla con grande anticipo. Se non tiri alla perfezione, lui sa sorprenderti". E pensare che, fino a qualche anno prima, lo vedeva solo dalla sua stanza di Liegi, dove aveva appesi i poster di King Roger. Con pazienza, David ha dimosrato che i sogni si possono avverare. "Non ci credo ancora, forse tra qualche giorno realizzerò tutto quello che ho fatto – ha detto dopo il trionfo sulle montagne austriache – lavori duro in palestra e sul campo per vivere momenti come quelli di oggi. Nel primo set, Dominic giocava molto pesante, ma poi non è più riuscito a brekkarmi. Ho provato a servire al meglio, cercando di essere aggressivo e farlo muovere molto. Alla fine ha speso molte energie e forse ha sbagliato più del dovuto". Il servizio, storico punto debole, gli ha fruttato appena un ace però la percentuale (67% con la prima, 61% con la seconda) lo ha fatto giocare con sufficiente tranquillità. E così il Belgio torna a vincere un torneo ATP dopo sei anni. L'ultimo era stato proprio Darcis, vincitore a Memphis nel 2008. Adesso il piccolo Goffin è atteso dalla sfida più delicata: quella contro il cemento.