Il braccio di Seppi non trema: Ward KO in tre set e l’Italia vola in semifinale. Un successo di prestigio, condito da un notevole spirito di squadra e la demolizione di Murray.
Andreas Seppi esulta: l'Italia è in semifinale di Coppa Davis
Dall’inviato a Napoli, Riccardo Bisti – 7 aprile 2014
Il tempo è galantuomo. Può passare molta acqua sotto i ponti, ma lui si ricorda tutto. Esattamente 10 anni fa, l'11 aprile 2004, nel momento più basso della sua storia in Coppa Davis, un 20enne Andreas Seppi vinceva un delicato quinto punto contro la Georgia. Era il suo esordio in nazionale. L'Italia era appena retrocessa in Serie C, e perdere quella partita avrebbe causato un’apocalisse. Il Giovine Andreas diede il là alla risalita. Esattamente 10 anni (e 32 partite dopo), ha firmato di nuovo un punto decisivo. Il punto che ci porta in semifinale dopo 16 anni. E’ giusto che sia stato lui ad alzare le braccia al cielo, dopo una carriera in Davis fatta di alti e bassi, anche di incomprensioni. L’Italia gode perché ogni successo maturato dopo anni di sofferenza vale di più. “E’ il successo del carattere” ha detto Corrado Barazzutti, che ha preferito non esaltare la figura di Fabio Fognini rispetto alle altre. Ma tutti sanno, a partire da Corrado e dallo stesso Andreas, che senza il ligure l’Italia non sarebbe tra le prime quattro di Davis. Eppure, senza che appaia una contraddizione, questo successo è il premio per una nazione che non si rispecchia in un solo giocatore (Fognini, appunto), ma che ha ripreso a crescere dopo anni difficili e ha ritrovato coesione anche grazie agli stessi elementi (Bolelli, lo stesso Seppi) con cui c’era stato qualche problema. E’ presto – e sarebbe azzardato – dire che l’Italia è tornata ad essere una potenza del tennis, ma le cifre dicono che siamo l’unica squadra, insieme alla Repubblica Ceca, ad essere in semifinale sia in Coppa Davis che in Fed Cup. E tra un paio di settimane voleremo proprio ad Ostrava per affrontare le ceche in Fed Cup.
Seppi è sceso in campo con un pizzico di tensione. Ovvio, vista l’importanza della posta in palio. Il primo set è stato un valzer di break: 2-0 Andreas, 2-2, 4-2, 4-3, 5-3. 5-4. Poi è sopraggiunta la pioggia, proprio quando Ward sarebbe andato a servire per rimanere nel set. La mezz’ora di pausa ha fatto bene a Seppi, come se i primi game gli fossero serviti per prendere le misure con il campo, l’ambiente, la partita e tutto il resto. Al rientro, davanti a un pubblico sempre più numeroso, ha strappato il servizio a Ward e ha indirizzato la sfida. La differenza tra i due era abissale. Ward ha mostrato importanti lacune con il dritto. Seppi lo ha capito sin dai primi game ed ha picchiato sulla ferita. L’inglese le ha provate tutte, ha tenuto un atteggiamento sempre positivo, incitandosi con tanti “come on!” anche nelle situazioni di punteggio più disperate. Nel secondo set c’è stato l’unico momento in cui Ward avrebbe potuto provare a fare match pari: una palla break sul 2-2, annullata da Seppi con un nastro fortunato. Come se anche il destino, oltre al tempo, abbia memoria. Nel game successivo, molto combattuto, Seppi sfruttava la terza palla break nonostante l’accanita resistenza di Ward, sostenuto in modo quasi commovente dai 400 britannici presenti a Napoli. Sembrava il punto esclamativo sulla partita, perché nei game successivi il britannico appariva sfiduciato, quasi nel pallone. Per lui, in fondo, era il più importante match in carriera. Ed in effetti era così: nel terzo set, lo strappo arrivava già al terzo game a causa di un agghiacciante dritto in mezzo alla rete di Ward. Andreas continuava a giocare con attenzione, mai in difficoltà con le estemporanee iniziative di Ward, e volava 4-1 e servizio.
Un pizzico di tensione è emersa sul finire, quando un pessimo game di servizio permetteva al britannico di riavvicinarsi. Cancellava un matchpoint sul 5-3, si arrampicava sul 5-4, ma nell’ultimo game Andreas non tremava. E poteva gioire insieme a 5.000 spettatori ben più caldi rispetto alle prime due giornate. “Non ho mai avuto paura di perdere – ha detto Andreas – nel primo set ero un po’ infastidito per i break subiti, poi ho gestito bene il secondo e nel terzo ho avvertito un pizzico di tensione al momento di chiudere, però è andata bene. Metto questo successo tra i tre più importanti della mia carriera in virtù dell’importanza. Andare in semifinale dopo così tanti anni è bellissimo. Ringrazio Fabio, la sua partita è stata esaltante e mi ha dato energia. Anche solo vederla in TV è stato emozionante”. Per quanto la gioia fosse immensa, non c’era tanta voglia di parlare, quanto piuttosto di andare a festeggiare. In Italia, la Coppa Davis riveste un’importanza enorme. E una semifinale, la prima nell’era della tecnologia sfrenata, è fondamentale per dare slancio e visibilità a tutto il movimento. Da qui a settembre, quando ci toccherà giocare sul sintetico indoor svizzero o kazako, sarà un esaltante avvicinamento.
ITALIA – GRAN BRETAGNA 3-2
Fabio Fognini (ITA) b. James Ward (GBR) 6-4 2-6 6-4 6-1
Andy Murray (GBR) b. Andreas Seppi (ITA) 6-4 7-5 6-3
Andy Murray-Colin Fleming (GBR) b. Fabio Fognini-Simone Bolelli (ITA) 6-3 6-2 3-6 7-5
Fabio Fognini (ITA) b. Andy Murray (GBR) 6-3 6-3 6-4
Andreas Seppi (ITA) b. James Ward (GBR) 6-4 6-3 6-4
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