ESCLUSIVO – Da Indian Wells, Andrey Golubev chiude il suo diario di Davis per TennisBest, "ma ci sentiremo presto". “La scelta di schierare Nedovyesov? Abbiamo deciso insieme. Colpa di Fognini? No, bravo Alex. E per favore non chiamateci mercenari”.Sono arrivato ieri sera in California, l’altra sera non abbiamo neanche avuto il tempo di festeggiare: abbiamo finito tardissimo, dopo cena con la federazione e qualche amico siamo andati a letto, anche perché alle 3:30 eravamo già in aeroporto per il volo, io con scalo a Francoforte verso gli Stati Uniti. Uno dei mestieri che, se non sei un top ten, impari alla grande è quello dell’agente di viaggi: saprei consigliare la miglior combinazione di tratte e la miglior compagnia da e per tutte le parti del mondo!
Ovviamente parliamo di Davis, anche se è finito tutto domenica. So che è uscita una notizia secondo cui sarebbe stato il presidente Utemuratov a scegliere di mandare in campo Alex Nedovyesov e non me, sul due pari. Vi spiego come è andata. Negli spogliatoi eravamo in sei, io, Alex, Schukin, il capitano Doskarayev, il preparatore atletico e il presidente. Sembrava un’assemblea. Abbiamo discusso tantissimo, infatti il referee Andreas Egli entrava e usciva continuamente per conoscere il nome: infatti bisogna comunicare il giocatore non meno di dieci minuti prima che inizi il match. Io ero pronto, ho soltanto detto che contro Fognini avevo perso 4 volte su 4 e che la sconfitta con Seppi mi aveva tolto un po’ di fiducia, ma se fossi entrato io avrei dato tutto. Alex, pensate un po’, era d’accordo a far entrare me: non aveva mai giocato un singolare in Davis, affrontare Fognini sul due pari era comunque un rischio grosso. Anche il capitano la vedeva così, mentre preparatore e Schukin preferivano buttare dentro Nedovyesov. Il presidente ha ascoltato tutti, ed era a 51 contro 49, ma alla fine anche lui era di quell’avviso, e quindi ha giocato Alex.
È stata una partita di altissimo livello, secondo me. Mi hanno detto che in Italia hanno dato tutte le colpe a Fabio, ma io non sono per niente d’accordo: a parte l’inizio del quarto e del quinto set, è sempre stato lì. Conoscendolo, so che non è facile per lui tenere sempre la testa nella partita, ma mi sembra che abbia lottato molto per provare a vincerla; è stato Nedovyesov a fare qualcosa di straordinario. Tra l’altro mi ha raccontato che dopo aver preso il doppio break nel quinto, sul 4-1, ha fatto quell’esultanza che tutti ricordate e si è prosciugato di energie: non era paura di vincere la sua, tanto che poi dal 5-4 Fognini ha vinto 7-5 e l’ultimo game lo ha servito benissimo, senza tremare. Si era proprio svuotato. Un errore di gioventù, ma direi che è perdonato! Certo che la carta a sorpresa ha funzionato, e il capitano italiano ci ha dato un’informazione mandando Fognini a scaldarsi dopo il primo set di Kukushkin. Ma, per essere sinceri, noi tutti sapevamo già che avrebbe fatto giocare Fognini contro di me se mai fossimo andati 2 pari. Era lui a non sapere che avremmo potuto schierare “Nedo” in singolare…
Sul volo di ritorno eravamo tutti insieme, come sapete ho un ottimo rapporto con gli italiani e abbiamo chiacchierato un po’ delle nuove date della Davis. Posso dirvi una cosa? Fanno schifo. Che senso ha costringere, per esempio, un Fognini a venire dalla terra sudamericana a giocare indoor in Kazakistan e poi andare a Indian Wells e Miami, per poi (sarebbe capitato così avessero vinto loro) andare in Australia a giocare i quarti di finale in piena estate, quando ci sono i tornei sulla terra? Avrebbe avuto molto più senso giocare il primo turno di Coppa subito dopo agli Australian Open e i quarti dopo Miami, quando al massimo puoi saltare un torneo come Houston o Casablanca, no? Infatti, in un certo senso, guardando la cosa dalla prospettiva del professionista Seppi, Fognini e Bolelli saranno dispiaciuti per la sconfitta ma certamente sollevati per il fatto di non dover andare in Australia a giocare sull’erba a luglio. Queste sono cose che magari ci diciamo tra noi, ecco…
Al di là della gioia per aver vinto, c’è una cosa che mi ha fatto arrabbiare. Anzi, due: la prima è aver perso entrambe le mie partite, cosa che finora in Davis non mi era mai successa. Oh, pazienza, altre volte era successo a Kukushkin, va bene così. Quello che mi ha dato fastidio è stato venire a sapere che qualche giornalista italiano ha di nuovo tirato fuori la storia dei mercenari che giocano per soldi in Kazakistan. Su questo argomento voglio essere chiaro: primo, voi conoscete qualche giocatore che vada in Davis gratis? Perché io non ne conosco, a questo livello. Seconda cosa: qualcuno di quei giornalisti si è mai preso la briga di venirmi a chiedere come mai e in quali circostanze abbiamo accettato di giocare per il Kazakistan? Lo dico perché scrivono di noi come di soldati della legione straniera, eppure io sono nato nel 1987, quando c’era ancora l’Unione Sovietica, e così come accade per gli ex jugoslavi dopo la guerra le norme di passaggio da una nazione all’altra sono facilitate. Del resto alcuni di noi hanno parenti, zii e nonni chi in Crimea, chi in Ucraina, chi anche in Kazakistan dove il gas naturale ha creato lavoro e ricchezza. E quindi, quale sarebbe lo scandalo? Noi da sette anni giochiamo per una ex repubblica sovietica, non per chissà quale staterello in mezzo all’oceano. Il Kazakistan è un Paese che ha cultura e costumi molto simili alla Russia, tra l’altro. Anche il mio socio di doppio Istomin gioca per l’Uzbekistan: lui è nato vicino al confine con quello che poi sarebbe diventato il Kazakistan indipendente ma suo padre portò la famiglia a Tashkent e lui vive da tantissimi anni a Mosca, ma nessuno ci trova niente di strano se gioca con Stakhovsky in Davis. Ho sentito che ci contestano anche che veniamo coccolati, col trainer e il medico e il coach pagato dalla federazione, come fosse una colpa. Ma perché, i convocati italiani non hanno forse (e giustamente) lo stesso trattamento? O non ricevono gettoni? E poi ricordo bene, perché sono amici, tanti giocatori italoargentini (Fracassi, Vassallo, Tenconi, Jorquera) alcuni dei quali non avevano niente, ma davvero niente a che fare con l’Italia, molto meno di me per dire, magari un bisnonno. Eppure erano tennisticamente italiani, e se fossero diventati abbastanza forti da fare la Davis non credo che quei giornalisti avrebbero parlato di mercenari, di mercato delle vacche eccetera.
Altri mi dicono che hanno invocato le chiamate dei giudici di linea come motivo della sconfitta: a parte il fatto che c’era Occhio di falco a correggere gli errori, che ci sono stati, nessuno per esempio ha raccontato che noi siamo gli unici che permettono alla squadra ospite di allenarsi sui campi laterali a piacimento. Altro che ostilità. Sono campi molto simili al centrale e vi assicuro che nelle sfide indoor non capita praticamente mai, gli ospiti si allenano nelle ore concordate e stop. La regola dice che il campo lo devi concedere dal lunedì al giovedì, mentre dal venerdì si divide il campo con l’altra squadra, a volte anche in orari strani. Tanto è vero che per due volte l’Italia, che aveva il centrale libero dalle 9 alle 10:45 (che era un orario effettivamente scomodo soprattutto se eri appena arrivato dall’Europa perché era come giocare al mattino prestissimo per via del fuso) è arrivata al palazzetto con tutta calma alle 11 e ha usato i campi laterali per tutto il tempo desiderato, ore e ore. Non so quante altre squadre avrebbero dato la stessa disponibilità. Anzi, in tutta la mia carriera indoor ho sempre visto padroni di casa che davano solo le ore strettamente necessarie sennò… col cavolo!
Ora vi lascio, ho salutato Alex che è volato in Cina per un challenger… Del resto è la dura vita di chi vuol provare a entrare nei primi cento del mondo. Io aspetto il sorteggio del primo 1000 della stagione, speriamo bene! L’esperienza del diario dal Tour con TennisBest mi sta piacendo molto, quindi credo proprio che ci sentiremo presto…
Andrey
Testo raccolto da Federico Ferrero
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