Come mi sento? Mah, sembrerà strano ma pur essendo sceso in campo per secondo, e con Kukuzza che aveva dato tre set a zero a Bolelli, ero comunque un po’ teso. Non so come mai, ma ho iniziato il match ed ero vuoto, spento. Da 40-15 ho preso il break, ho avuto opportunità di rientrare ma l’ho fallita, e anche nel secondo set non avevo il controllo della partita. Devo dire che Seppi ha giocato molto bene: soprattutto, mi sembrava che giocasse troppo veloce per me. Alla fine della partita ho letto le statistiche, ha fatto qualcosa come 60 vincenti… Rispetto al passato Andreas serve meglio, risponde più aggressivo, appena può entra in campo. È stato bravo, più di me.
Certo, nel terzo avevo fatto girare un po’ il match e all’inizio del quarto si è decisa la partita: due pari, 0-30 e ho giocato un gran punto, ma lui mi ha messo un passantino di rovescio slice nei piedi: fossi andato 0-40 credo che un punto dei successivi tre lo avrei fatto, ma è andata diversamente. Quel gioco così lottato mi ha segnato: sono andato a servire e sono calato, e lui appena preso il break sul 4-2 ha messo quattro prime per togliermi fiducia… Nei punti chiave è stato molto solido e attento, davvero. È anche da lì che capisci quanto è in forma un giocatore, e non c’è bisogno di dire che lui in questo periodo lo è sicuramente.
Insomma: ho cercato di dare il 2-0 alla mia squadra ma anche uno pari può andare bene. Domani dovrò servire meglio: oggi, nel primo set, ero ridicolo: 33% di prime in campo, ma come si fa? Devo dire che mi capita una cosa strana, ma non solo da oggi: quando sbaglio un dritto o un rovescio so, o credo di sapere sempre perché lo sbaglio. O sono troppo indietro, o colpisco troppo in anticipo… Sul servizio, invece, no. Non ho l’esatta percezione del lancio di palla, a volte sono convinto di aver impattato all’altezza ideale e poi, guardandomi in tivù, mi accorgo che non era così. È anche l’unico colpo su cui ho cambiato qualcosa negli anni: prima servivo non unendo i piedi, poi sì, ora di nuovo no. Sono esplosivo, credo che l’ultima sia una soluzione più adatta a un giocatore con le mie caratteristiche perché per servire coi piedi distanti ci vuole molta forza.
Prima di lasciarvi, vorrei raccontarvi le mie impressioni sul match di Kukushkin ma… Non posso! Dopo qualche game sono andato negli spogliatoi a prepararmi, ma là sotto la tivù non funzionava, quindi non ho visto niente. In compenso vi racconto questa: in squadra, lo chiamiamo l’uomo al contrario. Ancora stamattina, prima di scendere in campo, ne aveva per tutti: e incordatore incapace, e palle schifose, e fa troppo freddo, e ho male qua, e ho male là. Quindi eravamo tutti tranquilli: se fa così vuol dire che è al 100% e infatti è andata così.
Pensate che, una volta, gli abbiamo fatto uno scherzo. Eravamo in Davis, un paio di anni fa. Lui tira le corde pochissimo e calcola le tensioni in pound, non in chili. In quel periodo la Head stava cambiando modello e lui sosteneva che quella nuova non avesse molto controllo, quindi ha chiesto di far tirare le corde, traducendo in chili, una a 16,5 (l’attrezzo vecchio) e quella nuova a 17, proprio per avere più controllo. Noi lo abbiamo seguito di nascosto. Poi, all’incordatore, abbiamo chiesto di tirarle tutte e due a 19: ebbene, manco se ne è accorto! Qui ad Astana ha scelto una tensione pazzesca, 12,3 chili! Io ho alzato di un paio di chili rispetto al solito, siccome le palle sono davvero veloci: da 20 sono passato a 22.
Domani il punto sarà fondamentale. Nedovyesov è un ragazzo un po’ emotivo ma l’anno scorso, con la Svizzera, pur essendo all’esordio aveva giocato una partita eccellente che era stata vitale per battere Federer e Wawrinka. Siccome in Davis non c’è il punto secco sulla parità, giocherò io a sinistra perché è da lì che passano i punti più importanti, anche se per me è indifferente: con Sam Groth, quando abbiamo fatto semifinale a Parigi, giocavo a sinistra mentre con il mio amico Istomin di solito gioco a destra e va bene così. Mi spiace per i tifosi italiani, ma daremo tutto per battere Bolelli e Fognini! Avete dubbi sulla formazione italiana, forse? Io no…
Testo raccolto da Federico Ferrero
GO-DIARIO: PARTE 1