Sull'orlo del baratro, Rafa Nadal vince a Madrid infliggendo un KO tecnico a Kei Nishikori, perfetto fino al 6-2 4-2 ma poi costretto al ritiro per problemi alla schiena.

Di Cosimo Mongelli – 12 maggio 2014



Travolgente, devastante, impressionante. Non ci sono aggettivi per descrivere quel che sta accadendo in campo. Quel che si sta vedendo dalle tribune della Caja Magica, o dagli schermi della TV. Rafa Nadal non ci sta capendo letteralmente nulla: pochissime volte lo si è visto così in difficoltà, così messo in un angolo, così dominato. Nei precedenti sei incontri con il maiorchino, Kei Nishikori aveva messo assieme la miseria di un set. Ma quel Kei Nishikori è solo un lontano e pallido ricordo. Oggi in campo c'è tutt'altro giocatore. Un potenziale campione. Un probabile protagonista del tennis che conta per i mesi e gli anni a venire. Pochi minuti bastano al piccolo eroe del Sol Levante per prendere le misure all'avversario. Tempo di un game d'esordio e una palla break concessa, poi il nostro diviene qualcosa di travolgente. Qualcosa di travolgente che mette assieme un parziale di 8 giochi a 2 che, oltre a fargli vincere il primo set in 36 minuti scarsi, lo porta a condurre 2 a 0 nel secondo. Nadal? Qualche flebile segnale di vita finalmente arriva. Sciupa tre palle break di fila in avvio di secondo, rimane incollato come può all'avversario. Ma si arriva al 4 a 2 per il giapponese, che sembra non voler sbagliare nulla. A Rafa serve un miracolo. Serve che l'avversario butti via la partita. Serve che la paura attanagli gli impenetrabili occhi a mandorla perché possa cambiare qualcosa. Niente di tutto questo: a fermare il giapponese ad un passo da una vittoria (strameritata) è la sfortuna. All'improvviso la sua schiena, che già l'aveva perseguitato nei giorni scorsi, si ferma. Si blocca. Lo rende via via sempre più impossibilitato a muoversi e deambulare.
 
MADRID, FURIA ECCESSIVA
Ci prova, stoicamente, a mettere a segno quei pochi punti che lo separano dalla gloria, ma non ce la fa. Non si muove più. La carica agonistica a mille di Nadal lo travolge. Carica agonistica financo eccessiva, per un numero uno al mondo, per un giocatore della sua importanza e storia. Carica agonistica che lo porta ad esultare, sfoderare “vamos” e pugnetti a ripetizione, quando dall'altra parte c'è un avversario dallo sguardo affranto che è impossibilitato a servire, a rispondere, a tentare una qualsivoglia reazione. Non può bastare un medical time out per riportare in vita lo sfortunato Kei, tra i fischi di un pubblico che poche volte si è visto così scorretto e incivile sui campi da tennis. Un pubblico esaltante ed esultante l'idolo di casa, incurante e ignorante delle condizioni e del dramma di un giocatore che aveva già vinto meritatamente il torneo e lo si è visto strappare dalle mani solo e soltanto da un infortunio. Ma se dai tifosi è “normale” aspettarsi simili comportamenti, non lo è affatto da parte di un campione come Nadal. Certo, in una delle sue annate peggiori, mai visto così in difficoltà, ben lungi dall'essere il favorito incontrastato sul rosso per i tornei a venire. Ma queste non possono essere attenuanti per l'esibirsi a pugni levati al cielo, di fronte a chi con la schiena a pezzi non riesce a far arrivare la palla oltre la rete. Primo Masters 1000 dell'anno per Nadal e 27esimo in carriera. Ma finiscono qui le note positive per lo spagnolo. Posizione numero 9 conquistata per il nipponico, la cui presenza a Roma è in forte dubbio. A ritrovate condizioni fisiche, tuttavia, può diventare protagonista indiscusso all' imminente Slam parigino. E togliersi, magari, qualche rivincita e soddisfazione.

MASTERS 1000 MADRID – FINALE
Rafael Nadal (SPA) b. Kei Nishikori (GIA) 2-6 6-4 3-0

MASTERS 1000 – I PLURIVINCITORI
Rafael Nadal – 28
Roger Federer – 21
Novak Djokovic – 18
Andre Agassi – 17
Pete Sampras – 11
Andy Murray – 9
Thomas Muster – 8
Michael Chang – 7
Boris Becker – 5
Jim Courier – 5
Gustavo Kuerten – 5
Marcelo Rios – 5
Andy Roddick – 5
Marat Safin – 5