dal nostro inviato a Roma Gabriele Riva – foto Ray Giubilo
Nella giornata in cui Paolo Lorenzi è diventato l’eroe di Roma, Potito Starace si sbarazza in due set, lasciandogli quattro game soltanto, del ceco Hajek. Un’ora e dieci minuti di un match senza storia che ha visto il campano prendersi una bella rivincita dopo che, una settimana fa, era stato proprio Jan a maltrattarlo in quel di Barcellona, al secondo turno. In casa sua, tra le mura alte e amiche del nuovo campo centrale (Poto è il primo azzurro a metterci piede, poi toccherà a Volandri e Bolelli) al ragazzo di Cervinara sono bastati poco più di una mezz’ora per set per andare a sfidare il vincente del match tra Korolev e Ferrer, con lo spagnolo netto favorito.
Ci ha pensato Filippo Volandri a completare la buona giornata degli azzurri a Roma. La vittoria sull’australiano Luczak, proveniente dalle qualificazioni, ha consegnato al nostro tennis il terzo italiano al secondo turno di giornata, il quarto in assoluto, considerando il successo domenicale di Seppi. Il match vinto in 19 game (6-4 6-3), ma lunghi due ore e 25 (!) è stato l’occasione buona per vedere il nuovo campo centrale illuminato e cercare di capire l’effetto che fa… l’ultima fila. La partita non è stata bella, parità su parità, game interminabili ma privi di guizzi d’emozione (il più lungo il primo del secondo set: 26 punti). E allora la concentrazione è andata sullo strapiombo delle tribune. Da lassù, dall’ultima fila, la sensazione del vuoto è più che percepibile, il campo lo vedi là, in fondo al dirupo. La visuale però non ne subisce danno alcuno, anzi. Il tennis da questa prospettiva si lascia guardare volentieri. Unica precauzione da tenere, guardare sempre gli scalini sotto i propri piedi in fase di discesa…
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SORPRESA: RE JUAN CARLOS ABDICA La prima sorpresa 2010 arriva da un ex vincitore di Roma. Proprio a questo titolo Juan Carlos Ferrero aveva ottenuto il “privilegio” di aprire la giornata di lunedì sul nuovo campo centrale, ma è inciampato. Non in uno dei gradini fin troppo stretti che portano verso l’alto delle tribune ma nel colombiano Santiago Giraldo, qualificato, che gli ha rifilitao un bel 6-0 6-3. Mezzo sconosciuto al pubblico italiano, ha giocato moltissimi challenger, soprattutto nella sua Colombia, e ha solo sfiorato il circuito maggiore (quarti a Chennai), pur essendo ormai già a quota 35 partite giocate (12 nel circuito maggiore) in un anno. Si aggira attorno alla 80esima posizione Atp e arriva da una finale e da un successo, a Bogota e Perreira . Oggi ha proseguito alla grande sulla sua strada con 32 colpi vincenti contro i soli 9 di Ferrero. Il colombiano a Roma si deve sentire a casa, manco fossimo in provincia di Medellin: in tre giorni ha vinto altrettanti incontri, due nel tabellone di qualificazione (contro Nicolas Lapentti e Janko Nieminen) e uno contro Re Juan Carlos. Il tabellone ora lo mette di fronte al vincente dell’incontro tra un altro qualificato, il francese Michael Llodra, e Andreas Beck.
FORO IN MOSTRA Sono due le mostre inaugurate oggi al Foro Italico, quella sponsorizzata e promossa da Compeed, che rende onore all’eleganza sul campo, e quella della Federazione Italiana Tennis che celebra i cento anni del nostro sport in Italia. All’inaugurazione di quest’ultima, oltre alle autorità federali, Binaghi compreso, anche Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli, che della mostra non sono solo promotori ma anche protagonisti, immortalati in molte copertine, manifesti e fotografie che riempiono le teche all’ingresso dell’impianto, ancor prima dello strappo dei biglietti, cosicché tutti possano accedervi.
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MURRAY GIOCA COI BIMBI Prima di sfidare Andreas Seppi (martedì, alle 20.30) nel secondo turno del tabellone principale del torneo di Roma, Andy Murray si è concesso alle racchette dei piccoli appassionati del Foro che in un campo in terra allestito sul lato nord del Foro Italico, quello che confina con lo Stadio Olimpico e che va parallelo ai campi laterali, quelli d’allenamento. In molti si sono alternati, su metà campo, dall’altra parte della rete il numero 4 del mondo. Se la condizione è quella di Monte-Carlo, qualche punto, sulla terra rossa, può averlo perso anche lì.
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