Dopo l’uscita del tabellone di Wimbledon, fra i commenti della gente regnavano due correnti di pensiero. La prima, valida soprattutto per gli italiani, era che Camila Giorgi avesse beccato il peggior sorteggio possibile, contro una Gabrine Muguruza reduce dal successo al Roland Garros. La seconda che fosse invece la spagnola ad aver beccato il primo turno più complicato che le potesse capitare, specialmente a detta di quei giornalisti stranieri che tengono spesso la Giorgi in grande considerazione, in virtù di quella fama di “giant killer” (a onor del vero ormai un po’ stantia) che si era creata ai tempi in cui aveva un bilancio positivo contro le top-10. Una teoria non escludeva del tutto l’altra, e in effetti nel 6-2 5-7 6- del Centre Court hanno trovato ragione entrambe. La Giorgi lascia subito Wimbledon pur giocando a un livello che contro tantissime altre (tutte?) le sarebbe bastato per farcela; la Muguruza invece vince e passa, ma soffrendo e sudando tanto, per oltre due ore e mezza, buona parte a un livello altissimo, di certo non da giornata inaugurale di uno Slam. Era la sfida per eccellenza del primo turno femminile, e si è confermata tale soprattutto grazie a una grande Giorgi, che nel suo periodo più complicato (almeno secondo il ranking) da un paio d’anni a questa parte ha tirato fuori uno dei match migliori. La Muguruza è fortissima, non è un mistero. Lo scorso anno è arrivata in finale, ha appena vinto a Parigi, è salita al numero 2 del mondo e (dicono) dovrebbe presto diventare la regina del ranking. Per questo, la fetta principale dei meriti va alla Giorgi e al suo tennis iper-aggressivo, che sull’erba paga più che altrove e oggi ha funzionato spesso, più del solito, tanto da offrire agli spettatori un match dai ritmi maschili. Tanti vincenti, pochi break e ancor meno punti a spezzare l’equilibrio. Li ha vinti la Muguruza, ma sostanzialmente è giusto così. Anche se all’uscita dal campo ha tirato dritto senza guadare in faccia a nessuno, la Giorgi può salutare l’erba con fiducia, nonostante tre sconfitte al primo turno in tre tornei, perché sia nel secondo sia nel terzo ha fatto vedere grandi(ssime) cose, obbligando la Muguruza a tirare fuori veramente il 100%.
CAMILA, UN MATCH DA CUI RIPARTIRE
Capita che nei primi turni Slam le big si distraggano un po’, ma più per demeriti propri che per bravura delle avversarie. Non è stato il caso odierno: si parla spesso – e spesso a sproposito – di “match pari”, ma oggi quello si è visto. L’azzurra ha tenuto i piedi sulla riga dall’inizio alla fine, ha fatto correre l’avversaria e ha servito meglio rispetto a come ci ha abituato, specialmente in un secondo set che non a caso è finito nelle sue mani. Se le sono date di santa ragione a lungo, un punto dopo l’altro, e Camila ha perso semplicemente perché ha trovato una Muguruza troppo forte, e pure molto intelligente. La spagnola non si è ammazzata per comandare il gioco, ha accettato che a volte (o spesso) lo facesse l’azzurra, ed è stata attenta a tirare fuori il massimo nei punti importanti. Fino al 4-3 del secondo set, ha vinto tutti i sei punti giocati sul 30-30, sinonimo di precisione chirurgica. Poi ne ha persi due di fila, che le sono costati altrettanti set-point. Il primo, sul 5-4, l’ha cancellato da campionessa, mentre sul secondo la Giorgi le ha risposto una bomba nei piedi, e sotto gli occhi di papà Sergio e del fidanzato (e promesso sposo) Giacomo Miccini e si è presa con merito il terzo set. Poi è continuata la lotta, risolta di nuovo da un solo break. Stavolta l’ha subito la Giorgi, nel – lunghissimo – terzo game come già nel primo set. Un paio di disattenzioni gli sono costate il turno di battuta, e una campionessa come la Muguruza se l’è fatto bastare, obbligandola alla classica sconfitta dalle due interpretazioni. La prima positiva, per aver lottato sul serio con una giocatrice nettamente più forte, la seconda negativa, per non essere andata troppo distante dall’impresa. Di sicuro, non un match da numero 67 del mondo, la posizione più bassa toccata da un paio d’anni a questa parte. Ma per scalare la classifica bisogna vincere quando si può, oggi non era giornata. E se c’è qualche tifoso della Muguruza un po’ preoccupato, gli basterà riavvolgere il nastro di cinque settimane. Anche a Parigi la spagnola ha perso un set all’esordio, e poi non è andata proprio malissimo.
WIMBLEDON 2016 – Primo turno donne
Garbine Muguruza (ESP) b. Camila Giorgi (ITA) 6-2 5-7 6-4
Giorgi, perdere così fa meno male
Sul Centre Court, una Camila Giorgi in grande spolvero impegna seriamente Garbine Muguruza, la trascina al terzo, ma la recente vincitrice del Roland Garros è semplicemente troppo forte. E troppo concreta: le basta un break nel set decisivo per fare tutta la differenza.