A Tokio, stop al secondo turno per Camila, battuta 7-5 6-2 da Ana Ivanovic. Decisivi i 45 errori dell’azzurra, che nei dieci Premier giocati quest’anno non ha mai superato il secondo turno. Il rischio di chiudere peggio del 2014 è ormai dietro l’angolo.Dieci tornei Premier, fra 700, Five e Mandatory, e dieci sconfitte fra primo e secondo turno: non proprio il rendimento che ci si immaginava all’inizio dell’anno. Per Camila Giorgi, l’ultimo ko è arrivato sul cemento del Toray Pan Pacific Open di Tokio, battuta 7-5 6-2 dalla campionessa in carica Ana Ivanovic. Una sconfitta che nel complesso ci sta, come tante altre nel corso dell’anno, ma lascia comunque una buona dose di amaro in bocca per come è maturata. Specialmente perché i problemi sono sempre gli stessi: i tanti errori, la troppa fretta in risposta, e soprattutto una gestione delle situazioni delicate tutt’altro che brillante. La buona notizia è che l’azzurra il suo match lo fa sempre anche con le migliori, quella cattiva è che quest’anno l’ha perso spesso. Non è una colpa, ma il rendimento contro le top ten era uno dei suoi grandi punti di forza e la Ivanovic pareva l’avversaria perfetta da affrontare. Invece, la serba ha vinto in due set e con tanti meriti, mostrandosi più giocatrice nei momenti che contano. Che sapeva di andare incontro a un match difficile lo si è capito sin da come ha approcciato il match, a suon di pugnetti, “Ajde” e saltelli, per caricarsi e forse anche provare a innervosire l’azzurra (non proprio la giocatrice che si distrae per certe cose), ma ha anche giocato molto bene, alzando l’asticella nelle fasi decisive del primo set. Prima ha vinto ai vantaggi un complicatissimo settimo game da sedici punti e due palle-break negate col servizio (spesso alleato per togliersi dai problemi), poi ha estratto il coniglio dal cilindro nel dodicesimo gioco, negando alla Giorgi un tie-break che forse sarebbe stato l’esito più corretto. Ma quando una giocatrice si prende un break infilando quattro risposte vincenti non c’è molto recriminare.
 
QUATTRO SETTIMANE PER RIALZARE UNA STAGIONE
Il vero rammarico, come spesso accade, è per gli errori gratuiti: 45 in due set. Troppi per vincere un match, ancor di più per farlo contro una top ten. Sembrava che la situazione si fosse raddrizzata all’inizio del secondo set, quando l’azzurra ha allungato sul 2-0, invece Camila ha immediatamente restituito il break e poi non ha più vinto nemmeno un game, sbagliando tantissimo con la risposta. Un film visto più e più volte solo nel 2015, stagione ben diversa dalle aspettative. È vero che si è sbloccata vincendo il suo primo titolo WTA dopo due finali perse, ma invece che diventare un punto di partenza pare restato il punto d’arrivo. Sicuramente, non è bastato per cambiare passo. Da ‘s-Hertogenbosch in poi ha vinto appena sette partite, e il successo sull’erba olandese è rimasto l’ultimo risultato rilevante di un anno che, oltre a quella settimana, l’ha vista raggiungere i quarti di finale solamente in due occasioni e sempre a livello International: Hobart (quarti) e Katowice (finale). Troppo poco per una giocatrice con lampi degni delle primissime. Dovesse giocare tutte le settimane, da qui alle vacanze le rimangono quattro tornei, con una finale da difendere a Linz. Sarà l’ultima chiamata per non chiudere il 2015 in una posizione di classifica peggiore rispetto a dodici mesi prima. È vero che si parla solamente di qualche gradino, ma il punto è un altro: la quasi totale assenza di progressi. Forse non solo per colpa e testardaggine sua, ma anche perché le avversarie hanno imparato a conoscerla. Resta il fatto che, a 24 anni, chiudere una stagione (intera) senza aver compiuto passi avanti non è affatto un bel segnale.
 
WTA PREMIER TOKIO – Secondo turno
Ana Ivanovic (SRB) b. Camila Giorgi (ITA) 7-5 6-2