Dopo l’onorevole sconfitta della figlia contro Serena Williams, Sergio Giorgi parla della programmazione e non menziona gli Internazionali d’Italia. C’è qualcosa sotto? 
Serena Williams ha dovuto lottare più del previsto per superare Camila Giorgi

Di Riccardo Bisti – 3 aprile 2013

 
C’era grande attesa per vedere la faccia tosta di Camila Giorgi contro il carisma Serena Williams. Chi ha preferito il verde della terra di Charleston e quello dell’erba dell’Allianz Arena (il match si è giocato in contemporanea a Bayern Monaco-Juventus) non è rimasto deluso. La Giorgi ha perso 6-2 6-3 ma ha tenuto il campo con sufficiente autorità. E’ vero che la Williams era reduce dal cemento di Miami e doveva rodare i movimenti sulla terra, ma l’azzurra veniva da un periodo travagliato. Il successo contro Mandy Minella è stato il primo del 2013 dopo quattro sconfitte e un fastidioso infortunio alla spalla. A parte la rabbia post-match, in cui non ha quasi salutato avversaria e arbitro (“E' così perché lei vuole sempre vincere” ha detto papà Sergio, onnipresente a bordo campo), le sensazioni sono positive. E non preoccupano più di tanto i dodici doppi falli, di cui quattro nel game d’apertura. Camila ha ripreso ad allenare il servizio appena 10 giorni fa, ed è normale che abbia ancora qualche problema. Quando i colpi si tirano sotto l’altezza della spalla, invece, la forma è già notevole. Persino Serena Williams ha avuto qualche patema. In palla con il braccio (era praticamente ingiocabile quando giocava da ferma), si muoveva con circospezione. Abituare l’imponente massa corporea ai movimenti "da terra" richiede tempo: meglio giocare tranquilli e non correre il rischio di una distorsione. 
 
Ben diverso il fisico della Giorgi, libellula dalle gambe muscolose e la spiccata personalità. Nel primo set, pur ceduto 6-2, ha tirato lo stesso numero di vincenti (11) della Williams. Piccola soddisfazione, accentuata dal paio di “Come on!” dell’americana, che forse non si aspettava tanta resistenza. Nel secondo set, la Giorgi ha tenuto duro fino al 3-3 prima di incassare due break. A fine partita, la Williams non era troppo felice della sua prestazione. L’unico colpo che ha davvero funzionato è stato il servizio, con nove ace e nessun doppio fallo. “Ho giocato bene, ma non alla grande – ha detto Serena – più che altro ho cercato di trovare stabilità. Ho avuto appena un paio di giorni di allenamento, ma mi sento bene. Sono felice di essere qui e spero che sia l’inizio di una buona stagione sulla terra”. Serenona ha speso anche qualche parola per la Giorgi. “L’avevo già vista. Mi era capitato di affrontarla in doppio e penso che sia una buona giocatrice. Ho visto che ha ottenuto un buon risultato a Wimbledon…insomma, sapevo che prima o poi l’avrei affrontata”. Mentre Serena intasca il successo numero 67 negli ultimi 71 incontri, la Giorgi spera di aver iniziato la scalata al best ranking. Oggi è numero 85, ma è stata numero 73. Numeri che non spiegano la qualità del suo tennis. Adesso dovrà imparare a vincere quando conterà davvero.
 
Nel frattempo potrebbe aprirsi un caso. A quanto pare, Camila non giocherà gli Internazionali BNL d’Italia. Dopo il match, a precisa domanda, papà Sergio ha svelato la programmazione per i prossimi tornei. “Giocherà a Stoccarda o all’Estoril, poi Madrid. Probabilmente giocherà un altro torneo prima del Roland Garros, forse Strasburgo”. Neanche una parola su Roma. Cosa significa? Tutti conoscono il carattere non semplicissimo di Sergio Giorgi, l’uomo che l’ha cresciuta e la segue come un'ombra. A suo tempo, la Federazione Italiana Tennis aveva fatto una proposta al clan Giorgi. Rifiutato: “Era a senso unico e l’avrebbe legata per 10 anni. Ma non ho problemi con la FIT” disse papà Sergio a Spazio Tennis. Ma la (possibile) assenza a Roma potrebbe essere il segnale di un allontanamento. C’è un pizzico di preoccupazione: se è vero che la Giorgi ha sempre giocato per l’Italia, il padre è argentino (nel 1982 partecipò alla Guerra delle Falkland-Malvinas), e da quelle parti la corteggiano. Non avendo ancora esordito in Fed Cup, non si è ancora definitivamente “accasata” con una bandiera. Qualche mese fa, addirittura, si parlò di un interessamento della federtennis israeliana (!) per farla giocare sotto il simbolo della Stella di David. La notizia non ha avuto seguito, ma le dichiarazioni di Sergio estrapolate qua e là non fanno dormire sonni tranquilli. La scorsa estate, abbagliati dalla sue prestazioni a Wimbledon, tutti scrissero (noi compresi) che da qui a qualche anno sarebbe diventata la nostra numero 1. Oggi è cambiato qualcosa? Una cosa è certa: se la nostra più fulgida speranza non gioca il torneo italiano più importante…è legittimo sospettare che ci sia qualcosa sotto. Speriamo di no.