Camila gioca una finale piena di intensità, arriva a un passo dal titolo, ma si arrende ad Alize Cornet in oltre tre ore. Ma ha fatto il progresso più importante: ha capito che nel tennis c’è anche l’avversaria.
Di Riccardo Bisti – 14 aprile 2014
Immaginiamo che Camila Giorgi abbia abbia avuto l’istinto di devastare la sua Babolat negli spogliatoi, lontano da occhi indiscreti. E’ normale: perdere un titolo WTA dopo aver sciupato un matchpoint, dopo oltre tre ore di battaglia, fa male. Ma la settimana di Katowice lascia sensazioni super, al di là di un risultato che ha premiato Alize Cornet, la cui teatralità è talmente vistosa da sembrare esagerata. Come tre mesi fa in Australia, sull’ultimo errore della Giorgi, si è sdraiata per terra e ha esultato come se avesse vinto Wimbledon. Un po’ era gioia, un po’ il sollievo di aver battuto una giocatrice che in futuro – chissà – potrebbe essere fuori dalla sua portata. E’ finita 7-6 5-7 7-5 per la ex-lolita, ma Katowice ha consegnato una giocatrice tutta nuova. Fino a pochi giorni fa, la Giorgi era una specie di UFO, un alieno sbarcato nel mondo del tennis che viveva in una realtà tutta sua. I suoi vincenti erano come raggi laser lanciati da una navicella spaziale. Ma erano costellati da valanghe di errori e da una condotta tattica inesistente, più che sbagliata. In Polonia si è vista una giocatrice diversa, come se abbia messo piede per la prima volta sul globo terracqueo. Sarà sempre un'istintiva, aggressiva, dotata di un timing impressionante, ma si è resa conto che dall’altra parte della rete non c’è una macchina sparapalle, e nemmeno un alieno. C’è un’avversaria, e come tale va tenuta in considerazione. E non c’è bisogno di scambiare il tennis per il tiro a segno. Il fatto che il match sia durato oltre 3 ore è un ottimo segnale. Significa che c’è stata lotta, che Camila ha provato a giocare. Ha tenuto conto delle circostanze e non soltanto di se stessa. E, dopo un altalena di punteggio, è arrivata a un punto dalla vittoria.
MATCHPOINT SCIUPATO
Dopo aver rimontato uno svantaggio di 0-3 nel terzo set, Camila è salita 5-4 e 30-40 sul servizio della Cornet, ma per un attimo è tornata la Giorgi di un tempo. La risposta di rovescio è finita lunga. In un altro pianeta, forse, i campi da tennis sono più lunghi. A quel punto era chiaro che avrebbe perso. Nonostante Camila abbia vinto il punto più bello della partita nel game successivo (chiamata due volte a rete da una palla corta, ha chiuso a sua volta con una smorzata), la francese ha avuto qualcosina in più. Ma Camila non esce per nulla ridimensionata, e poco importa se l’ingresso tra le top-50 è soltanto rimandato (si attesterà intorno alla 53esima posizione). Rimpianti? Qualcosa si. Nel primo set è stata avanti 3-1, ma non ha concretizzato il vantaggio. Ed anche nel tie-break poteva fare qualcosa di più. Tuttavia, nel secondo ha rimontato da 0-3 e poi 3-5, brekkando a muso duro quando la francese è andata a servire per il match. Lo sforzo per conquistare il secondo è stato pagato in avvio di terzo, quando ha concesso alla Cornet altri 3 game di vantaggio. Anche se il tennis femminile fugge da schemi e logiche, partire sempre con l’handicap non è una buona idea. “E’ stata una grande battaglia, che poi era quello che mi aspettavo – ha detto la Cornet – ho salvato un matchpoint per vincere il titolo, il che lo rende ancora più speciale. Ho dato tutto quello che avevo”.
ESAME FED CUP IN ARRIVO
Forse ha esagerato nella gestualità, buttandosi spesso per terra al termine di un punto o addirittura dopo un servizio sbagliato. La Giorgi non mostra mai le sue emozioni (anche se dopo alcuni punti è parsa quasi sull’orlo delle lacrime), quindi è difficile capire quanto sia stata condizionata dall’atteggiamento della Cornet, ma dovrà imparare a gestire queste situazioni. Il match è durato 3 ore e 11 minuti, ma non è stato il più lungo del 2014. Anzi, si è collocato “appena” in quinta posizione. Il primato appartiene a un altro match di un’italiana, la sconfitta di Karin Knapp contro Maria Sharapova all’Australian Open. Curiosamente, era lo stesso giorno in cui la Cornet batteva la Giorgi. Ma l’impressione è che Camila abbia messo la freccia. La definitiva prova di maturità, l’evento che potrebbe consacrarla (o rimandarla) è la semifinale di Fed Cup contro la Repubblica Ceca. L’esordio a Cleveland è stato sfavillante, ma Madison Keys era all’esordio. Affrontare Kvitova e Safarova, esperte e bi-vincitrici del trofeo, a casa loro, sarà un test fondamentale. Capiremo se Camila ha deciso di scendere dall’astronave, oppure se continuerà ancora a svolazzare per i cieli del tennis.
WTA KATOWICE – FINALE
Alize Cornet (FRA) b. Camila Giorgi (ITA) 7-6 5-7 7-5
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