Camila lascia tre giorni ad Andrea Petkovic, battuta per la terza volta. Adesso sfida la tunisina Ons Jabeur in una partita che potrebbe avere significati extra-tennistici.

Di Riccardo Bisti – 8 ottobre 2014

 
“E’ stato un buon match, sono stata solida e mi sono mossa bene”. Difficilmente Camila Giorgi approfondisce i concetti. L’italo-argentina, tuttavia, è tanto avara di parole quanto generosa di sensazioni sul campo da tennis. Dopo un periodo difficile, il peggiore della stagione (sei sconfitte al primo turno negli ultimi sette tornei) si è improvvisamente risvegliata e ha giocato una partita eccezionale al primo turno del torneo di Linz. Opposta ad Andrea Petkovic, l’azzurra è stata perfetta e le ha rifilato un terrificante 6-1 6-2. E’ filato tutto per il verso giusto: a parte i tre doppi falli nei primi tre punti (ha comunque salvato il game), ha messo in mostra il suo arsenale. E’ sempre più evidente come il dritto sia il termometro del suo gioco. Le avversarie, spaventate dalla violenza del suo rovescio, glielo cercano sistematicamente. Se riesce a tenerlo in campo, per le altre sono dolori. Perchè Camila non conosce la soluzione interlocutoria. Deve comandare, sempre e comunque, fa parte del suo DNA. E continua a farlo a maggior ragione adesso, che al suo angolo c’è soltanto l’inseparabile papà Sergio e non si è visto Daniele Silvestre, il tecnico messole a disposizione la FIT che è diventato a tutti gli effetti il suo coach. Contro la Petkovic è stato un martellamento continuo, sublimato dalle grandi doti fisiche di Camila. In particolare, si sono viste ottime cose sotto rete. Ha giocato un paio di smash e altrettante volèe di pregevole fattura. Nonostante l’altezza non trascendentale, la Giorgi si trova piuttosto bene a rete e l’esecuzione è davvero buona. Può essere un’arma importante anche in futuro.
 
CHE BILANCIO CONTRO LE TOP-20!
Adesso arriva il difficile. Non troverà una top-20 come la tedesca, ma la tunisina Ons Jabeur (n. 162 WTA), vincitrice a Roland Garros junior nel 2011. La sfida è attesa per tante ragioni. In primis, la vittoria sulla Petkovic è prestigiosa ma non così indicativa. Ci ha vinto tre volte su tre, segno di una buona compatibilità tecnica. La Petkovic gioca un tennis geometrico, muscolare, senza grosse variazioni. Camila ci va a nozze e l’ha massacrata. La Petkovic aveva la rassegnazione negli occhi, sin dall’inizio, sapeva che l’esito del match dipendeva interamente dalla Giorgi. Ed era una di quelle giornate in cui Camila spara a tutta forza, senza trucchi e senza pietà. Ma adesso, paradossalmente, potrebbe incontrare più difficoltà contro la Jabeur. Ci sono tutti i presupposti per un match complicato, la classica buccia di banana. Intanto si gioca su un campo secondario (Campo 1, ore 14), e si sa che la Giorgi preferisce i grandi palcoscenici. E poi il suo 2014 si è vissuto su due piani: fortissima contro le migliori e in grande difficoltà contro le altre. L’impressionante 10-4 contro le top-20 è bilanciato da un saldo negativo contro tutte le altre. E’ come se Camila avesse bisogno di forti stimoli per esprimersi al meglio. Gli stimoli, di certo, non mancheranno a Ons Jabeur, reduce da quattro vittorie consecutive, qualificazioni comprese.
 
UN'ARABA CONTRO UN'ISRAELIANA MANCATA
La Jabeur viene da una stagione strana, in cui ha vinto un torneo (l’ITF casalingo di Tunisi) e giocato una finale a Landisville, ma non ha giocato molto. Di lei si ricordano, appunto, le grandi promesse da junior. Nel 2011 vinse Roland Garros battendo Monica Puig, ma era giunta in finale anche l’anno prima. Si sta prendendo il suo tempo per sfondare tra le professioniste, anche se ha avuto qualche intoppo. Gli studi, intanto. Nel 2013 si è fermata un mese per prendere il diploma francese, poi è un po’ capricciosa con i coach. Ha lavorato per un po’ con il coach italiano Luca Appino, poi si è spostata nell’accademia di Justine Henin prima di provarci con l’ex doppista russo Andrei Olhovskiy. Adesso è seguita da Nicolas Beuque. E’ una ragazza simpatica ed estroversa ma deve migliorare sul piano fisico. E’ un po’ troppo pesante, l’esatto opposto della scattante Giorgi. Tuttavia, il suo tennis fatto di variazioni e frequente utilizzo dello slice potrebbe nascondere più di un’insidia per la Giorgi. E poi la Jabeur, araba, affronterà una giocatrice di origini ebree (tanto che un paio d’anni fa si diffuse la voce di un possibile passaggio della Giorgi sotto la bandiera di Israele). Speriamo che la federtennis tunisina non conosca le origini di Camila, altrimenti potrebbe impedire alla Jabeur di giocare, un po’ come accadde a Malek Jaziri lo scorso anno prima di affrontare Amir Weintraub, e alla stessa Jabeur. Al torneo di Baku, contro la modesta Magda Linette, si ritirò quando era in vantaggio 6-3 4-1. Curiosamente, al turno dopo avrebbe affrontato Shahar Peer…