A tre giorni dal KO in Fed Cup contro Caroline Garcia, l’azzurra perde un altro match dominato nella prima parte, questa volta contro Carla Suarez Navarro. All’esordio al WTA Premier di Anversa, Camila sale 6-1 2-1, poi crolla in un mare di errori.Siamo alle solite. Camila Giorgi mostra sprazzi di grande tennis ma viene meno nei momenti importanti, perdendo incontri che paiono già archiviati. All’esordio nel WTA belga di Anversa, la maceratese ha ceduto per 1-6 6-2 6-4 a Carla Suarez Navarro, non al top della condizione per il problema al gomito destro che la attanaglia ormai da oltre un anno. La spagnola ha deciso di continuare evitando l’operazione, ergo il fastidio non è insopportabile. Nel primo set, tuttavia, il body language era abbastanza chiaro, e il punteggio ha confermato le sensazioni della vigilia. Poi ha fatto tutto la Giorgi. È parso di rivedere la Camila dello scorso week-end di Fed Cup, ottima per un set, ma poi crollata in un mare di gratuiti. E questa volta non c’è nemmeno l’attenuante della sosta forzata, che al 105 Stadium di Genova arrivò proprio in avvio di secondo. Oggi la Giorgi ha vinto il primo set con un rapido 6-1, senza permettere alla rivale di giocarsela, ma all’inizio del secondo parziale ha perso precisione, i vincenti si sono trasformati in errori gratuiti, e un match che pareva pura formalità si è trasformato in un calvario. L’azzurra è salita per due volte di un break ma si è lasciata riprendere a suon di errori, e poi ha mancato cinque palle del 3-2, una con un facile smash a campo aperto. Appena la Suarez Navarro ha messo il naso avanti, l’incontro è cambiato. La spagnola ha preso fiducia, ha capito che nonostante il problema al gomito la battaglia non era persa in partenza, e grazie ai consigli di coach Xavier Budò è entrata in partita. L’allenatore si è limitato a chiederle di affrontare l’avversaria con una mentalità diversa, meno rinunciataria e più combattiva. In soldoni: di far colpire alla Giorgi il maggior numero più palle possibile. Ha funzionato come un bancomat.
 
QUEI CONSIGLI DA RIVEDERE
Ogni volta che gli scambi si allungavano, era l’azzurra a sbagliare. Una, due, dieci volte, sino a cedere rapidamente il secondo set con tre game da sagra dell’errore, l’ultimo perso a zero con due diritti in rete e altrettanti doppi falli. Ceduti sei giochi consecutivi, Camila ha interrotto l’emorragia nel secondo game del set decisivo, e al successivo cambio campo ha chiesto a sua volta l’aiuto dell’allenatore. Ma il coaching, in questo caso, non ha cambiato le carte in tavola. Invece che suggerirle una strategia diversa, papà Sergio le ha chiesto l’estremizzazione del piano A: aumentare la velocità al servizio e colpire più forte. Non proprio l’idea perfetta quando fioccano gli errori. Fortunatamente, la Giorgi ha seguito i consigli soltanto in parte, affrontando in maniera intelligente le numerose palle-break concesse: prima quattro sull’1-2, poi due sul 2-3, rimanendo aggrappata a un avversaria sempre più incisiva. Tuttavia, la Suarez Navarro non si è lasciata intimorire, tenendo con agio i turni di battuta sino al 5-4, quando è arrivato lo strappo decisivo. La Giorgi le ha negato i primi tre match-point, ma sul quarto ha spedito fuori di oltre un metro una non impossibile volèe di rovescio. Niente di nuovo, ormai da molto (troppo?) tempo. Qualche miglioria si vede, ma la situazione complessiva rimane la stessa: Camila può seppellire le avversarie con tre vincenti a game, ma anche seppellirsi da sola con altrettanti errori. E quando la prima versione dell’azzurra dura un set, mentre la seconda gli altri due, la sconfitta è inevitabile. A Genova come ad Anversa, sulla terra battuta come sul veloce. E il nome dell’avversaria conta ben poco.

WTA PREMIER ANVERSA – PRIMO TURNO
Carla Suarez Navarro (SPA) b. Camila Giorgi (ITA) 1-6 6-2 6-4