Un incidente da apprendista macellaio, a 14 anni di età, è costato la mano destra a Les Lee. Ma non si è mai arreso e ha trovato il modo di ricominciare a giocare a tennis, imparando a colpire con la sinistra. Oggi ha 72 anni e continua a giocare tornei regionali. “Tanti ragazzini avrebbero molto da imparare da lui”.

Per la seconda volta in pochi mesi, l'Oceania ci offre una bella storia di coraggio. La scorsa estate, il primo punto ATP ottenuto da Alex Hunt ottenne risonanza su scala mondiale. Il 24enne neozelandese è sprovvisto del braccio sinistro e lo ha sostituito con una protesi. Lo scorso giugno, battendo Cristopher Cajigan al primo turno del Futures di Guam, ha raccolto il suo primo punto ATP. Ne hanno parlato i media di tutto il mondo, e pazienza se da allora non ha più vinto una partita. È forse ancora più clamorosa la vicenda del 72enne Les Lee, tennista amatoriale che invece non ha nessuna protesi a sostituire il braccio destro. Proviene da Wodonga, al confine tra Victoria e Nuovo Galles del Sud, e gioca a tennis a livello regionale. Nato destro, rimasto senza la mano dominante, pur di non lasciare il tennis si è inventato mancino. I suoi avversari ammettono di faticare nella lettura del suo servizio improvvisato. “Appena mi vedono per la prima volta, si chiedono 'Che farà questo tizio?'” racconta Lee, che ha perso la mano destra una sessantina d'anni fa, quando aveva 14 anni. Faceva l'apprendista macellaio e fu vittima di un classico incidente da principiante, ferendosi irrimediabilmente con un tritacarne. “Un paio di giorni prima di Natale il capo è uscito, lasciando i macchinari incustoditi. Due ore dopo, mi sono ritrovato in ospedale senza una mano”. Les non si è mai perso d'animo e da allora ha cambiato diversi lavori. Ha persino fatto parte dello staff di una nota rockband australiana, gli Easybeats. Per lui, adolescente nell'epoca dei grandi australiani (Laver, Rosewall, Hoad, Emerson…) il tennis è sempre stato una grande passione. Dopo l'incidente, non ha mai pensato di smettere. E così, da destro, si è inventato mancino.

TENNIS FEDELE COMPAGNO
“Volevo soltanto giocare ancora a tennis. Così uscivo, prendevo una racchetta, un po' di palle da tennis… e ho cercato di imparare a servire con l'altra mano. Non appena mi sono sentito più a mio agio, ho preso contatto con alcuni amici e ho iniziato a palleggiare”. È affascinante il lancio di palla: riesce a lanciare la palla per aria con la sinistra, e allo stesso tempo caricare il colpo. Un piccolo miracolo, così come la sua capacità di essere indipendente. Per esempio, riesce anche a guidare l'automobile. Il tennis ha fatto un miracolo nella vita di Les: a suo dire, ha contribuito a farlo guarire sia fisicamente che mentalmente. La solidarietà dei compagni di circolo, inoltre, è stata fondamentale. Gioca presso il Wodonga Tennis Club e hanno anche provato a incoraggiarlo nel tentare di entrare nel guinness dei primati per lo scambio più lungo di sempre. Ci ha provato per davvero, ma il tentativo non è andato a buon fine. Tuttavia, ammette che gli obiettivi sono ancora più importanti quando si è vittime di disabilità. “Non devi cercare simpatia e sostegno, tanto non arriveranno mai – racconta – devi solo dimostrare alla gente che puoi alzarti e andare avanti. È molto facile sederci e lamentarsi, fare la vittima, ma è molto meglio impostare un obiettivo e provare a raggiungerlo”. I suoi compagni nutrono grande stima nei suoi confronti. Bil Traill è uno dei suoi migliori amici e sostiene che anche i ragazzi di oggi avrebbero molto da imparare. “La sua storia di vita ci insegna come sia possibile continuare a nutrire interesse per lo sport anche dopo una sfortuna del genere. È davvero una fonte di ispirazione”. In Australia ci sarebbero un paio di professionisti a cui farebbe bene conoscerlo. Molto bene.