Lo spezzino a caccia del successo nel torneo di casa, che gli è sempre sfuggito. E’ l’unico under 25 in semifinale. Nei quarti ha superato Trevisan in un derby tra due ex-Tirrenia.
Alessandro Giannessi durante il Kids Day al future di La Spezia
Di Riccardo Bisti – 2 agosto 2013
Ai tempi di Tirrenia, Alessandro Giannessi e Matteo Trevisan si erano disegnati un futuro migliore. Il toscano, numero 1 ITF tra gli under 18, aveva ben altri obiettivi. Lo stesso Giannessi, dopo un fulminante 2011, in cui si era portato a ridosso dei top 100, sperava di non giocare più futures, nemmeno nel circolo dove ha iniziato quando aveva otto anni. Ma un antipatico problema respiratorio che gli ha bruciato mezzo 2012, e soltanto oggi sembra fisicamente al top. Non poteva esserci occasione migliore del torneo di La Spezia (15.000$, terra) per incamerare punti e fiducia. Non c’è dubbio che per far fruttare questa settimana debba vincere il torneo: non tanto per i 2.000 dollari e spiccioli destinati al vincitore, quando per i 27 punti ATP in palio, grossomodo l’equivalente di una semifinale challenger. Per adesso ne ha intascati 8 dopo il 6-3 6-3 rifilato all’ex compagno di allenamenti al Centro Tecnico FIT. Era soltanto il quarto scontro diretto, ma i due si conoscono troppo bene per potersi sorprendere. A Tirrenia hanno scambiato migliaia di palle, hanno condiviso tante esperienze e la parola “segreto” non rientra nel vocabolario del loro rapporto. In verità, nei primi due turni, Trevisan aveva impressionato. La sua palla viaggia che è un piacere. Sul piano squisitamente tecnico, era il miglior giocatore iscritto al Trofeo Ser.Nav., giunto alla sesta edizione e sfuggito alla scure della crisi. Il toscano ha un timing impressionante sulla palla. Il dritto è una fiammata, il rovescio quasi. Non gli manca nulla, forse un po’ di tocco nel gioco di volo. Ma sul piano fisico è indietro. Troppo indietro. Oggi, che la testa sta rientrando nei binari, paga alcune scelte del passato, non sempre felici.
Se il campo da tennis fosse largo 4 metri anzichè i canonici 8,23, Trevisan sarebbe tra i primi 20. Giannessi lo sa e ha cercato di metterla sul fisico, sfruttando i suoi polmoni-extra e costringendo il toscano a scambi duri e muscolari. Gli è andata bene, nonostante un piccolo rinsentimento al ginocchio destro avvertito a metà primo set. Fiato sospeso, anche perchè l’ultima cosa di cui ha bisogno è un altro problema fisico. Trevisan ha preso un break di vantaggio in avvio (2-1 e servizio), poi però Giannessi ha infillato un parziale di dieci giochi a due che non ha lasciato scampo a Matteo, la cui “rottura prolungata” si è avviata nel secondo set. Fino al 6-3 se l’è giocata, soprattutto in un nono game in cui Giannessi ha dato il meglio di sè in fase difensiva, conquistando alcuni punti ad alto tasso spettacolare. Onestamente, i due sanno esprimere un tennis di ben altro livello. Ma se giocano un future e non sono a Washington o Kitzbuhel, un motivo ci sarà. Giannessi paga un rovescio ancora troppo debole, che quando accorcia apre voragini per l’avversario. A Roma, nel match di qualificazioni contro Albert Montanes, il pubblico lo aveva un po’ beccato per la scarsa incisività del colpo. Non è questo il modo di aiutarlo: siamo curiosi di vedere gli effetti della Cura-Fanucci, presente in questi giorni a La Spezia. C’era anche uno spettatore d’eccezione: Filippo Volandri, più che mai rilassato dopo la vittoria a Orbetello. Da parte sua, Trevisan ha confermato di non essere ancora pronto. Contro un avversario solido e pesante, i suoi colpi tornano indietro più spesso. Lui si disnunisce, perde qualche punto di troppo e finisce per innervosirsi, come è accaduto nel secondo set (da 1-0 a 1-5 in un battito di ciglia). Guardando giocare Trevisan (attualmente numero 441 ATP), si capisce perchè testa e fisico contano così tanto nel tennis di oggi.
Questo torneo è a forti tinte azzurre: c’erano 28 italiani in tabellone, e i quattro stranieri sono stati sconfitti al primo turno. Buone notizie, dunque, anche se in prospettiva sarebbe stato meglio vedere in semifinale Stefano Travaglia e Gianluca Mager (sui quali pubblicheremo a breve un focus), rispettivamente classe 1991 e 1994. Invece sono giunti alla Final Four due “cagnacci” da future, gente esperta e forgiata come Walter Trusendi e Daniele Giorgini, Campioni d’Italia con la casacca del Tennis Club Italia di Forte dei Marmi. Trusendi ha schiantato alla distanza Travaglia (6-3 6-7 6-1: inspiegabile crollo del marchigiano nel terzo set) dopo aver battuto Riccardo Sinicropi. Bene anche Giorgini, vincitore di ben 13 futures. Daniele, vincitore nel 2009, ha contenuto la sfuriata iniziale di Mager e ne ha raccolto i cocci negli ultimi due set, firmando il definitivo 3-6 6-1 6-2. In semifinale pescherà un altro giocatore di categoria, il coetaneo Alberto Brizzi, che in serata ha sconfitto alla distanza Roberto Marcora (classe 1989 e pure lui dotato di buoni numeri). Insomma, La Spezia ha rimandato i giovani ed esaltato i giocatori di categoria, quelli che qualcuno definirebbe “vecchietti”. Soltanto Alessandro Giannessi può cambiare le carte in tavola. Per il pubblico, per la classifica, per il morale. Per se stesso.
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