Tim Smyczek è stato tra i premiati ai Musial Awards, dove vengono ricordati i gesti di maggiore sportività degli atleti americani. Dopo quattro ore di lotta contro Nadal, gli ha concesso di rigiocare una prima palla in un momento delicato. 

A volte la memoria è crudele. Ripensando al 2015, tanti ricorderanno l'episodio di Montreal tra Nick Kyrgios e Stan Wawrinka. L'hanno ingigantito, ma non c'è dubbio che sia stato un triste episodio di antisportività. Ma il tennis offre anche gesti romantici, esempi per i giovani, speranze per il futuro. Uno di questi è stato colpevolmente dimenticato, anche perché gli Awards dell'ATP sono un po' a senso unico. Il premio sportività è andato per l'undicesima volta (!) a Roger Federer, che se lo aggiudica ininterrottamente dal 2004 (con la sola eccezione del 2010, quando fu premiato Rafael Nadal). Non ce ne voglia lo svizzero, premiato a Londra insieme a Stefan Edberg (cui è intitolato il premio), ma quest'anno lo avrebbe meritato un altro giocatore. Australian Open, secondo turno, Rod Laver Arena. Tim Smyczek lotta disperatamente contro Rafael Nadal e lo mette alla frusta. Arrivano sul 5-5 al quinto. Rafa trova il break e va a servire per il match. Sul 30-0, uno spettatore urla qualcosa e il servizio di Rafa finisce fuori di mezzo metro. Seconda di servizio. Invece Smyczek, che non aveva mai giocato in un campo così importante, alza il ditino e dice: “Rafa, non preoccuparti. Rigioca pure la prima palla”. Nell'intervista sul campo, Nadal lo ha ringraziato: “Prima di tutto voglio complimentarmi con Tim, è un vero gentiluomo per quello che ha fatto nell'ultimo game. Non credo che in molti si sarebbero comportati così sul 6-5 al quinto, dopo quattro ore di gioco. Per questo grandi complimenti a lui”. Probabilmente avrebbe perso lo stesso, ma pur di tenere fede agli insegnamenti che gli avevano trasmesso da piccolo ha rinunciato all'ultima possibilità di giocarsi la partita. Al momento di votare, i colleghi si sono dimenticati di lui. Ma per sua fortuna, qualcuno si è ricordato. E così lo scorso 5 dicembre è stato tra i premiati del prestigioso Musial Award, evento tutto americano che celebra i più grandi momenti di sportività degli atleti nordamericani. Nati nel 1999 come National Sportsmanship Awards, da qualche anno sono stati intitolati a Stan Musial, ex giocatore di baseball, noto come “Stan the Man”. Già, lo stesso slogan su cui Wawrinka ha fatto del business era in realtà il soprannome di un altro atleta.

 


LE COSE DAVVERO IMPORTANTI

L'evento si è tenuto a St. Louis, Missouri, e Smyczek è stato tra i premiati per il suo gesto a Melbourne. “Sin da quando ero piccolo, i miei genitori mi hanno insegnato a non perdere di vista le cose davvero importanti – ha detto l'americano – spesso mi hanno cacciato dal campo perché mi comportavo male”. Tim ha dimostrato di aver imparato la lezione nel momento più importante. Da numero 112 ATP, ha rifilato 64 colpi vincenti a Nadal. Grazie anche alla sua sportività, lo spagnolo l'ha comunque sfangata col punteggio di 6-2 3-6 6-7 6-3 7-5. Quando gli hanno chiesto le motivazioni del suo gesto, Smyczek ha scrollato le spalle come fanno tanti premiati dei Musial Awards. “Era semplicemente la cosa giusta da fare, e sinceramente sono sorpreso di questa risonanza. La gente potrebbe avere qualche dubbio sul fatto che fosse la cosa giusta da fare, ma è un retaggio della mentalità di dover vincere a tutti i costi. Basti pensare alle notizie che leggiamo sui giornali, dalle truffe al doping. E' un peccato che queste cose siano diventate la normalità”. Oggi Smyczek è numero 98 ATP e la sua carriera non è cambiata, anche se arriva qualche richiesta di intervista in più. “In effetti sono sorpreso che la gente se ne ricordi ancora, ma spero che possa essere un esempio per i giovani atleti – ha concluso Smyczek – il tennis è stato molto fortunato ad avere atleti di livello assoluto come Roger Federer e Rafael Nadal, e spero che i bambini possano emularli sia dentro che fuori dal campo”.


UN RICORDO INDELEBILE

Smyczek rifugge dalla popolarità, ha lo sguardo timido e a volte sembra insicuro, come quando è stato l'unico americano a raggiungere il terzo turno allo Us Open 2013. Non poteva credere che ci fosse così tanto interesse su di lui. Lo stesso sguardo timido ha conquistato Ana Pier, con cui si è sposato lo scorso 21 novembre a Irving, Texas. “Ho avuto la fortuna di sposare la donna dei miei sogni – ha scritto sui social network – è stato bello avere tutti i parenti accanto a noi. Adesso io e Ana vogliamo goderci la nostra luna di miele, poi ci vediamo in campo per l'Australia". La stessa Australia che gli ha regalato un piccolo spazio nella storia del tennis. Piccolo piccolo, ma significativo e ben più edificante rispetto allo squallore che vediamo in giro. La cerimonia si è tenuta al Four Seasons Resort di Las Colinas, dove si svolge il challenger di Irving, in cui Smyczek è stato finalista. Nel 2015 ha anche vinto i challenger di Dallas e Tiburon, ma di quelle coppe resterà solo un trofeo in salotto, o magari in mansarda. Il gesto dell'Australian Open, invece, gli resterà nel cuore. E nei ricordi di chi ancora spera che il tennis sia uno sport dove la vittoria non è l'unica cosa che conta.