WIMBLEDON – La Bouchard è già un mostro di precocità: batte Simona Halep e centra la prima finale Slam al sesto tentativo. Ma sembra quasi che non le faccia effetto.
Di Alessandro Mastroluca – 4 luglio 2014
Strong is beautiful, recita il payoff della WTA. Eugenie Bouchard, che ha raggiunto la sua prima finale Slam senza perdere un set, sembra la più adatta a rappresentarlo. Ha azzannato la “preda” Simona Halep appena la rumena, costretta a farsi fasciare la caviglia dopo una scivolata al quarto game, è scesa di tono nel secondo set. Il lato oscuro dei suoi vent'anni è venuto fuori solo negli ultimi due giochi, nei cinque match point sfumati, in gran parte per demeriti suoi, prima del liberatorio ace esterno che ha chiuso il 7-6 6-2 e allontanato l'ipotesi di uno psicodramma. Bouchard, che ha firmato la 16esima vittoria stagionale negli Slam, più di chiunque altra, è la prima canadese in finale a Wimbledon e sarà da lunedì la giocatrice con la miglior classifica nella storia tennistica nazionale. Sarà infatti almeno numero 7, un gradino più in alto rispetto a Carling Bassett-Seguso, numero 8 nel 1984 quando arrivò in semifinale allo Us Open perdendo da Chris Evert. “E' stato un po' strano – ha detto Genie, che ha festeggiato in maniera fin troppo sobria e silenziosa quella che di fatto è la vittoria più importante della sua giovane carriera – Non mi era mai capitato di finire una partita così, sono contenta di aver mantenuto la concentrazione”. La finale con Petra Kvitova, ha aggiunto, “Sarà il match più duro di tutta la mia carriera. Lei sarà molto preparata e io pure. Non posso dire di essere sorpresa di essere in finale, perché ho lavorato moltissimo per questo obiettivo, credo in me stessa e mi aspetto buoni risultati. Ma non sono ancora appagata: voglio sempre di più. E credo di poter giocare ancora meglio di oggi”. Dovesse battere la ceca, che l'ha sconfitta nell'unico precedente l'anno scorso a Toronto, scavalcherà in classifica anche Maria Sharapova. In molti l'hanno paragonata proprio alla siberiana per l'atteggiamento, la personalità, lo spirito competitivo. Tra le due c'è anche un'altra curiosa affinità. Dieci anni fa, la 17enne Masha era testa di serie n.13 quando ha sorpreso in finale Serena Williams e vinto il suo primo Slam. Serve aggiungere qual è la testa di serie di Bouchard?
IL MATCH
Halep, primo rappresentante rumeno in semifinale a Wimbledon dai tempi di Ilie Nastase, fa un ottimo uso della prima di servizio al corpo, tattica non troppo usuale sull'erba. Gli effetti della scivolata e della fasciatura alla caviglia non si fanno sentire, non dà l'impressione di essere limitata negli spostamenti o negli appoggi. Due break, uno per parte, scandiscono un primo set equilibrato in cui, ed è questa una delle chiavi del match, Bouchard porta a casa 9 punti più dell'avversaria in risposta (22 a 13). Inevitabile il tiebreak, interrotto per qualche minuto sul 2-2 per il malore di uno spettatore. Bouchard, che ha appena servito il suo unico doppio fallo del set, si ritrova sotto 2-4, ma infila un parziale di 4 punti a zero, giocando d'autorità su entrambe le diagonali. Chiude così al secondo set point con lo smash a campo aperto: Halep parte dall'angolo opposto e riesce comunque a toccare la palla. Emergono ancora una volta le difficoltà di Bouchard, sempre un po' tremebonda nelle chiusure al volo, nei colpi in avanzamento. Il secondo set non ha storia fino al 5-1, ma tra le pulzelle non è mai davvero finita. Halep, sotto 15-40, prova a spostare l'inerzia emotiva della partita con una piccola furbata. Serve con Genie che alza il braccio chiedendo un po' più tempo per prepararsi (le immagini non chiariscono se abbia battuto prima o dopo che Genie abbia sollevato il braccio) e l'arbitro Nouni, non certo un mostro di personalità, sceglie di non scegliere e certifica l'ace centrale. Bouchard butta via il secondo match point con un dritto decisamente lungo da tre quarti, Halep ne salva un terzo con un gran dritto sulla riga. La canadese sembra incapace di chiudere. Nel game successivo si incarta prima in un altro dei suoi schiaffi al volo troppo timidi, poi nel terzo doppio fallo. Ma al sesto match point, sceglie il momento giusto per piazzare il secondo ace.
FESTA CANADESE
Bouchard, al sesto Major disputato, raggiunge così la terza finale in carriera e diventa la più “precoce” a giocarsi il titolo in uno Slam dai tempi di Amelie Mauresmo che ne aveva disputata solo una prima di cedere a Martina Hingis all'Australian Open del 1999. Un successo che si accompagna all'impresa di Raonic, primo canadese in semifinale a Wimbledon dal 1923. A Londra, dunque, nella cattedrale del tennis, mai come quest'anno possono risuonare le parole dell'inno nazionale canadese. “La tua storia è un'epopea delle imprese più brillanti”. Una storia che da oggi ha almeno un capitolo in più.
WIMBLEDON 2014 – DONNE
Semifinali
Petra Kvitova (CZE) b. Lucie Safarova (CZE) 7-6 6-1
Eugenie Bouchard (CAN) b. Simona Halep (ROM) 7-6 6-2
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