Non è da questi particolari, che si giudica un giocatore di tennis. Ma la racchetta fatta a pezzi con rabbia, inaudita quanto inusuale, da parte di Richard Gasquet alla fine del tiebreak del terzo set contro Nick Kyrgios, è forse l'istantanea migliore per fotografare il motivo e il senso di questo incontro. Bisogna tornare indietro di dodici mesi. Sullo stesso campo, contro lo stesso avversario. Il francese dilapida un vantaggio di due set e si vede annullare nove match point prima di soccombere 10-8 al quinto. Sono i primi vagiti di notorietà per il giovanissimo australiano. E' l'ennesimo psicodramma, per un giocatore che troppe volte in carriera s'è reso protagonista di tali, sconcertanti, suicidi. Ma questa volta no. Richard non può essere sempre e solo triste, solitario y final. Già prima del match contro Grigor Dimitrov si era svegliato dalla parte ispirata del letto. E ancor di più oggi. Dinanzi ha la sua perfetta nemesi e antitesi. Ma oggi più di allora Richard lo mette alle strette. Lo relega al ruolo di comprimario. Lo lascia sfogare giusto la parentesi del game d'apertura. Quattro vincenti per l'australiano ed è subito break. Ma da qui in poi lo spartito lo dirige Gasquet. Un'orchestra diretta con il solito, maestoso , rovescio. Rovescio che argina, impedisce e spegne sul nascere qualsiasi velleità di Nick di comandare il gioco. Il break è presto recuperato e quando il jeu decisif sembra essere un rifugio sin troppo insidioso, arriva l'affondo decisivo. E non poteva essere che il rovescio, ha procurargli la palla per poter servire per il set. Kyrgios non ha la più pallida idea di come venirne a capo. Perde il servizio e quindi il set. E perde anche la testa. I due doppi falli che gli costano il break nel secondo gioco del secondo set sembrano essere la pietra tombale, sul suo incontro. Richard gioca tre metri sopra il prato. Si diverte, in bilico tra l'irrisione dell'avversario e il compiacimento. Si diverte, forse eccessivamente.
STAVOLTA RICHARD NON SOFFOCA
L'australiano ha un sussulto d'orgoglio. Troppo giovane, troppo esuberante per poter essere messo dietro la lavagna. Inizia il terzo set con rabbia, fuoco e fiamme. Ottiene il break al secondo gioco. Eccede con l'entusiasmo quando lo restituisce con uno smash tanto facile quanto giocato ignobilmente. L'incontro si fa spettacolare. Sul 4 pari Gasquet ha un'autostrada deserta ai confini dei quarti di finale. Tre palle break consecutive per poter poi servire per il match. Nick cancella l'incancellabile e trascina con se il francese al tiebreak. Gasquet conduce, con regalia, sino al 6 a 4. E poi si spegne. Tra il tripudio degli assordanti “fanatics” aussie, le sguaiate braccia levate al cielo di Kyrgios. Ma questa volta è un gran bel film, per Richard. Non si fa soffocare dalla frustrazione. E la scarica tutta sulla racchetta. Riducendola ad un origami. Dall'altra parte c'è un'ira di Dio. Che inizia a servire come non ci fosse un domani. Non concede più nulla. Ma il francese si mette lungo il fiume. In attesa. Il tiebreak, questa volta, non è un fastidio. Ma un agognato rifugio. Lo lascia sfogare, Kyrgios. Facendosi portare per mano sino all'orlo del precipizio. Ma al momento di uccidere anche l'ultima sensazione positiva dell'avversario, con due setpoint a disposizione, è l'australiano che decide, scientemente, di buttarsi giù dal burrone. Due doppi falli, uno sul set point a disposizione e l'altro sul terzo match point per Gasquet, è il disastro è compiuto. Un disastro forse più salvifico che nefasto, per il futuro dello sciagurato giovine. Un disastro più che meritato per Richard. Che, per la prima volta in carriera, approda ai quarti di finale a Wimbledon. Chissà se almeno qualcuno dei tanti, troppi fantasmi di Richard, sono stati scacciati con ciò che resta di quella racchetta. E se il suo cuore e soprattutto la sua testa spera, la semifinale non sarà solo una chimera.
WIMBLEDON UOMINI – Ottavi di Finale
Richard Gasquet (FRA) b. Nick Kyrgios (AUS) 7-5 6-1 6-7 7-6