Il francese va in semifinale a Toronto, dove sei anni fa giocò il suo miglior tennis. Nel doppio turno batte Berdych e Fisch. E’ ancora in tempo per tornare lassù?
Richard Gasquet è attualmente numero 21 ATP
 
Di Riccardo Bisti – 11 agosto 2012

 
La sintesi più efficace è quella di Luca Boschetto, telecronista di Sky. “Questo torneo è una specie di Survivor, alla fine ne resterà solo uno”. Verissimo. Questa settimana è stata la più “incasinata” del 2012 tennistico. Il Canadian Open è un evento interessante e ben organizzato ma i forfait, i ritiri, la pioggia e i doppi turni lo hanno letteralmente massacrato. Giovedì (giorno dedicato agli ottavi di finale) non si è giocato neanche un punto, obbligando gli organizzatori a mettere ottavi e quarti nello stesso giorno. E non è stato facile, visto che Giove Pluvio ci ha messo di nuovo lo zampino. Ma qualcosa di bello c’è stato. Anche il tennis vive di corsi e ricorsi storici. Sei anni fa, Richard Gasquet aveva appena compiuto 20 anni e sui campi del Rexall Centre mise in ginocchio Santoro, Blake, Verdasco, Berdych e Murray. In finale trovò Roger Federer e lo scherzò per un set prima di cedere al terzo. Ed era il miglior Federer, il cannibale del biennio 2006-2007. Si pensava ancora che il francese fosse solo in ritardo rispetto al coetaneo (e avversario di vecchia data) Rafael Nadal, ma che sarebbe arrivato anche lui. Magari non nel dibattito per il GOAT, ma almeno tra i top 5 della sua epoca. Niente, non ce l’ha fatta. Il perché – già intuibile – ce l’ha spiegato Ivan Ljubicic durante Wimbledon. “Non ha troppa voglia di lavorare fisicamente. Gli piace stare sul campo, ma corsa e palestra non fanno per lui”. Il problema, caro Richard, è che il tennis ipervitaminico di oggi non ne può fare a meno. E’ entrato tra i top 10, ha giocato una semifinale a Wimbledon ma la sua condotta non è mai stata irreprensibile. Come la storia del “doping al bacio”, della "misteriosa" Pamela che si fece abbordare a Miami dopo essersi fatta un po’ di cocaina. Una storia talmente bizzarra da risultare vera, almeno secondo la sentenza che lo ha scagionato.
  
Richard si è ripreso ma non  si è nemmeno avvicinato ai migliori. Per tornare su buoni livelli ha scelto di rivolgersi a coach Riccardo Piatti, che lavora in partnership con l’ex top 10 Sebastien Grosjean. Il coach comasco sta facendo un ottimo lavoro, ma il talentino di Beziers fa le bizze. E allora c’è da essere soddisfatti per la continuità. Nel 2012, Riccardino ha raggiunto gli ottavi in tutte le prove del Grande Slam, ha giocato cinque quarti di finale ed ha sfiorato il titolo all’Estoril, battuto solo da Del Potro. Ma l’exploit non arriva, come se il braccio non riuscisse a compensare i limiti di un fisico non all’altezza. Toronto, tuttavia, gli porta bene. E’ in semifinale, la sesta in un Masters 1000. L’ultima l’aveva centrata l’anno scorso a Roma, mentre le uniche due finali sono lontanissime: Amburgo 2005 e il già citato Toronto 2006. Gasquet è volato tra i primi quattro al termine di un venerdì da sogno, in cui ha sfibrato Berdych (come nel 2006) e ha raccolto i cocci di Mardy Fish nel match serale. E’ finita 5-7 6-1 6-2, con l’americano rimasto letteramente senza benzina dopo aver vinto il primo set. Era distrutto dopo la faticosa vittoria su Juan Monaco. Ci teneva da matti, perché dall’argentino aveva perso a Miami salvo poi sentirsi male quella notte perché il suo cuore batteva all’impazzata. “Ho temuto di morire”. Battere Monaco è stato un po’ come tornare alla normalità, ma davvero non ne aveva più. Guardare Gasquet è un piacere. Tiene la racchetta come se fosse una bacchetta magica. La mano sinistra indica la palla con movimenti impercettibili, come se decidesse la magia da estrarre. E il rovescio ne azzecca parecchie. Ma anche con il dritto può fare male. Gasquet è croce e delizia dei suoi tifosi. Provocazione: avrebbe dovuto farsi allenare da Walter Bartoli, padre di Marion, che per esaltare il senso d’anticipo della figlia l’ha fatta crescere su un campo quasi senza out. Con le sue tonnellate di talento, Gasquet non ha trovato di meglio che piazzarsi 3-4 metri dietro la linea e “remare”. Un controsenso tecnico e logico. Ma come, non sei preparato fisicamente e vivacchi in braccio ai giudici di linea come un pallettaro qualsiasi?
 
Walter Bartoli lo avrebbe sculacciato per bene e oggi – forse – non staremmo parlando del grande talento sprecato del tennis francese, in attesa di uno Slam da 29 anni e di un numero 1 da una vita. Lo “splendido tennista da esibizione”, come venne soprannominato qualche anno fa, proverà a dare una svolta alla sua carriera vincendo questo torneo. In finale può arrivarci, perché adesso troverà il vincente di Raonic-Isner, con cui è rispettivamente 0-0 e 1-1 nei precedenti. Nell’era dei Fab Four, trovare questi qui nella semifinale di un Masters 1000 è manna dal cielo. Nel frattempo, si è preso un posto in semifinale anche Janko Tipsarevic, “Mr. Continuità”, bravo a non lasciare spazio a Cilic e Granollers nel doppio turno di San Lorenzo. Fossimo in Gasquet, a proposito, un’occhiatina al cielo la daremmo. Magari vede una stella cadente ed esprime il desiderio di allenarsi duramente. E arrivare lassù, anche se a scoppio ritardato.
 
MASTERS 1000 TORONTO

Ottavi di Finale
Novak Djokovic (Ser) b. Sam Querrey (Usa) 6-4 6-4
Tommy Haas (Ger) b. Radek Stepanek (Cec)
Marcel Granollers (Spa) b. Jeremy Chardy (Fra) 6-1 6-4
Janko Tipsarevic (Ser) b. Marin Cilic (Cro) 6-2 6-4
Mardy Fish (Usa) b. Juan Monaco (Arg) 2-6 6-1 6-4
Richard Gasquet (Fra) b. Tomas Berdych (Cec) 6-4 6-2
John Isner (Usa) b. Philipp Kohlschreiber (Ger) 6-7 6-4 6-4
MilosRaonic (Can) b. Andy Murray (Gbr) WO
 
Quarti di Finale
Novak Djokovic vs. Tommy Haas
Janko Tipsarevic b. Marcel Granollers 6-4 6-4
Richard Gasquet b. Mardy Fish 5-7 6-1 6-2
MilosRaonic vs. John Isner