Da Monte-Carlo, Giorgio Spalluto
Tutta una carriera riassunta in un game, il nono del secondo set. Richard Gasquet ha appena strappato per la prima volta nel torneo il servizio a Rafael Nadal, raggiungendolo sul 4-4. Tutto il Centrale è con lui. Probabilmente nessuno prima del match, neanche tra i suoi numerosi estimatori, sperava che il francesino potesse addirittura strappare sei giochi all’esacampeon del Principato. Nelle ultime due edizioni una tale impresa era riuscita solo a Juan Carlos Ferrero, capace lo scorso anno di strappare al connazionale sei dei 14 giochi ceduti complessivamente nell’arco del torneo.
Dal punto di vista statistico il match di Richard può senza dubbio essere valutato positivamente. Peccato per quel nono gioco buttato al vento, subito dopo aver recuperato un gap che pareva incolmabile. La reazione di Nadal allo sgarbo subito è veemente, come è fin troppo facile intuire. La tenuta mentale del suo degno avversario è altrettanto prevedibile, in negativo. Sul 15-15, prima una volee di dritto affossata in rete, poi un dritto in cross strappato, spianano la strada all’inevitabile break del maiorchino che, questa volta, non perdona.
Tutta la fatica per risalire la corrente da uno svantaggio di 6-2 4-2, svanisce in pochi istanti. “Saranno state le palle nuove” – afferma Richard in conferenza – anche se quella volèe non avrei mai dovuto sbagliarla. Forse poi ho cercato di strafare su quel dritto”. Gasquet è il primo a non credere all’attenuante appena proferita. Peccato perché fino a quel momento il francese aveva ben poco da rimproverarsi. Un atteggiamento finalmente propositivo, a volte al limite dell’autolesionismo soprattutto in alcune sortite a rete successive al servizio, avevano consentito a Gasquet di non lasciarsi sopraffare dalle bordate dello spagnolo, apparso comunque molto più centrato rispetto alla partita di ieri.
Lo spagnolo avrebbe forse potuto evitare di solleticare, con insolita frequenza, il colpo migliore del suo avversario, autore di numerosi rovesci di pregevole fattura. Non ha comunque mai dato l'impressione di poter essere messo davvero in difficoltà.
I sette precedenti favorevoli, (di cui si ricorda principalmente quello giocato al Country Club nel 2005, anno del suo primo sigillo monegasco) uniti al fatto che Nadal si fosse aggiudicato consecutivamente gli ultimi sette set, non lasciavano presagire un esito diverso.
Nei quarti lo spagnolo se la vedrà con un altro “Piatti boy”, quell’Ivan Ljubicic, (vincitore a sorpresa su Tomas Berdych per 6-4 6-2) che qui a Montecarlo è di casa e che ha vinto l’ultimo dei 7 confronti diretti con il tennista iberico, avanti comunque per 5-2 nei precedenti, uno dei quali si giocò proprio nel 2009 al Country Club, sempre a livello di quarti di finale. Il passivo per il croato fu abbastanza contenuto: 6-3 6-3. In pochi sono riusciti a fare di meglio contro il Fenomeno.
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