PRIMA SPAGNOLA IN SEMIFINALE DAL ‘93
Sicuramente la sua tattica ha funzionato contro la Kvitova, ‘maestra’ nel 2011 ma non al 100% a causa della nota mononucleosi che non le permette di allenarsi come dovrebbe. La ceca ci ha messo tanta grinta, ha provato a rimanere attaccata al match con tutte le sue forze, nella speranza che un set in più o in meno potesse fare la differenza in chiave semifinale. Ha vinto il secondo grazie a un break nel decimo game, ma quando ha avuto la chance per vincere l’intero incontro è andata in tilt. Nel terzo si è trovata 2-0, poi 4-2, quindi 0-30 sul 5-5, ma non ha saputo andare oltre e la spagnola l’ha beffata, chiudendo con uno splendido dodicesimo game da 18 punti, nel quale le ha cancellato due chance del 6-6 e ha stretto i denti per evitare il pericolo tie-break. Ha sofferto più dei due match precedenti, dunque, ma ha chiuso a punteggio pieno e può guardare con serenità alla semifinale contro Agnieszka Radwanska, la ‘miracolata’ del torneo, promossa in semifinale nonostante due sconfitte nei primi due impegni. Garbine è solo al suo primo Masters, ma i numeri sono già importanti: è la prima spagnola in semifinale dal lontano 1993, quando a riuscirci fu Arantxa Sanchez-Vicario, nonché una delle primissime a chiudere il round robin a punteggio pieno all'esordio. In più, non solo può sognare il titolo della consacrazione, ma addirittura la doppietta, dopo aver agguantato la ‘semi’ anche in doppio, in coppia con la Suarez-Navarro.
IL REGALO DELLA SAFAROVA
Che Kvitova e Safarova fossero grandi amiche era risaputo, i grandi risultati in Fed Cup le hanno avvicinate tantissimo, ma alzi la mano chi avrebbe pensato a un regalo così grande. Il set vinto dalla prima contro la Muguruza ha tagliato fuori la seconda dalla corsa alle semifinali, ma la finalista del Roland Garros ha comunque giocato l’ultimo match col coltello fra i denti, battendo 6-4 6-3 Angelique Kerber e facendo un regalo incredibile alla connazionale, che si ritrova in semifinale contro la Sharapova. Per la tedesca sembrava fatta: la ceca non stava giocando bene, non vinceva un match addirittura da agosto (dalla semifinale persa a New Haven) e soprattutto non aveva più nulla da chiedere. Ma ha giocato uno dei suoi migliori match dell’anno. Ha perso la battuta solamente nel secondo gioco, poi non ha quasi più sbagliato, tenendo un rendimento altissimo contro una rivale troppo passiva, troppo difensiva. Angelique si è trovata nella stessa situazione di Flavia Pennetta: poteva perdere il match, ma doveva necessariamente vincere un set, e come l’azzurra non ce l’ha fatta. Ma mentre Flavia ha perso contro una Sharapova impeccabile, a tradire lei è stata la tensione. Sembrava quasi che si aspettasse un regalo, invece è diventata vittima del “team-work”, il lavoro di squadra, come detto col sorriso dalla ceca nell’intervista finale. Ma più che per fare un favore all’amica, la Safarova non voleva salutare il suo primo Masters senza vittorie, e si è salvata in extremis. Sorridono lei e la Kvitova, un po’ meno la Sharapova, per niente la Kerber. Ma la tedesca deve prendersela principalmente con sé stessa.
WTA FINALS SINGAPORE – GRUPPO BIANCO
Garbine Muguruza (ESP) b. Petra Kvitova (CZE) 6-4 4-6 7-5
Lucie Safarova (CZE) b. Angelique Kerber (GER) 6-4 6-3
WTA FINALS SINGAPORE – SEMIFINALI
Garbine Muguruza (ESP) vs Agnieszka Radwanska (POL)
Maria Sharapova (RUS) vs Petra Kvitova (CZE)
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