Dopo un po’ di spavento, tuttavia, la spagnola si è salvata contro la qualificata belga Elise Bertens. Interprete di un tennis lineare e didascalico, la belga ha usufruito del mare di errori della spagnola nel primo set (ben 17), dopodiché l’allarme è diventato rosso quando Garbine ha chiamato prima la fisioterapista e poi il medico al termine del primo set. “Avevo qualche problema di respirazione, faceva molto caldo, era già successo qualcosa di simile in Australia – ha detto la Muguruza – mi ero persino dimenticata che c’erano gli asciugamani ghiacciati. Ho iniziato a usarli e le cose sono andate un po’ meglio”. Si spiega così il 2-6 6-0 6-3 con cui ha evitato una clamorosa eliminazione. Se nel secondo set le è bastato ridurre il numero degli errori per rifilare un cappotto, nel terzo è piombata in un preoccupante passaggio a vuoto: 3-1, palla del 4-1…poi si è fatta clamorosamente risucchiare dalla Mertens. La belga ha addirittura avuto una palla per salire 4-3 e servizio. Garbine l’ha annullata con coraggio e si è salvata, chiudendo in poco meno di 2 ore.
Molto motivata a inizio torneo, desiderosa di cancellare una tradizione negativa (prima di ieri aveva vinto un solo match in tre apparizioni a New York), la Muguruza è arrivata a New York con una settimana di anticipo. E’ andata al concerto di Mark Anthony (“E ho ballato moltissimo, c’erano soltanto donne, praticamente non ho visto uomini”), poi ha provato un ristorante greco e uno italiano, mischiando gli svaghi agli impegni sul campo e gli obblighi con gli sponsor. L’impressione è che debba ancora imparare a gestire la popolarità e la sbornia post-successo. Quello che le è successo lo scorso anno dopo Wimbledon si è ripetuto quest’anno. Ok, è ancora giovane, ma la gestione di tempo e impegni è importante quasi quanto il rovescio lungolinea. Di certo il rendimento espresso contro la Mertens non è sufficiente per andare in fondo, anche se la prossima avversaria (Anastasija Sevastova) non è esattamente uno spauracchio. Tra l’altro, il tabellone le si è aperto grazie alla sconfitta di Monica Puig, oro olimpico da cui aveva incassato una sonora sconfitta proprio a Rio de Janeiro. A sbornia olimpica non ancora smaltita, la portoricana ha perso in due set contro Saisai Zheng.
Garbine ritrova il respiro appena in tempo
Sotto di un set e con qualche difficoltà respiratoria, la Muguruza rimette in piedi il match contro Elise Mertens. “Per fortuna le cose sono migliorate, ma non ricordavo che a New York facesse così caldo”. Giunta sul posto con una settimana di anticipo, si era concessa qualche distrazione alla vigilia. “Ma adesso sono focus sul torneo”.