Gli accertamenti svolti da Garbine Muguruza al tendine d’Achille, che l’ha obbligata al forfait a Dubai, hanno escluso problemi gravi. Per la spagnola soltanto un’infiammazione, da curare con quattro giorni di riposo e tanta fisioterapia. Sarà regolarmente in campo a Indian Wells e Miami.I tifosi spagnoli possono tirare un sospiro di sollievo. Il ritiro di Garbine Muguruza dal WTA Premier Five di Dubai, e soprattutto le sue dichiarazioni post-match ("sono stanca e molto molto delusa"), avevano acceso una spia d'allarme sulle condizioni del suo tallone d’Achille, invece non si tratta di nulla di grave. Secondo le fonti raccolte dal quotidiano spagnolo Mundo Deportivo, i controlli medici svolti dalla tennista di origini venezuelane nella giornata di ieri hanno mostrato soltanto una dolorosa infiammazione, da curare con appena quattro giorni di stop e tanta fisioterapia. Per la Muguruza si tratta dell’ennesimo problema di un inizio di stagione tutt’altro che brillante, e caratterizzato da qualche noia fisica di troppo che ne ha condizionato il rendimento, ma almeno non la obbligherà a saltare alcun torneo. La spagnola, numero 7 del mondo, sarà regolarmente in campo a Indian Wells e Miami, per i primi due (dei quattro totali) Premier Mandatory della nuova stagione.
Nel frattempo, sulle pagine di Marca è uscita un’intervista proprio alla stessa Muguruza, che ha trattato numerosi temi, compreso il rientro in campo di Maria Sharapova. Il passaggio più importante, però, riguarda il rapporto di amore e odio con i tennisti spagnoli. “Sono molto criticata – ha detto Garbine – e capita che un giorno i tifosi mi odino, mentre quello successivo mi amino. Vengo criticata per ciò che dico e questo mi ha un po’ stancato. Non voglio diventare come un robot e dire sempre di essere felice. Non sono solita leggere quello che scrive la gente, ma a volte lo faccio, e mi tocca accettare ciò che il pubblico pensa. Ma non trovo giusto che a ogni mia sconfitta sembri un’ecatombe, mentre quando vinco leggo frasi come ‘incredibile Garbine’”. Non c’è mai una via di mezzo.
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