La gioia delle ragazze azzurre in conferenza stampa dopo lo storico trionfo in Billie Jean King Cup
MALAGA – “Volare, oh-oh, cantare, oh-oh, oh-oh”. Nel blu dipinto di blu del nostro tennis, mentre gli altoparlanti rimandano le note dell’immortale Modugno, le ragazze azzurre saltano e cantano, si abbracciano e piangono. E ridono, soprattutto ridono. «Questo è lo spirito della squadra – applaude la capitana, Tathiana Garbin, e conoscendo le traversie personali dei suoi ultimi anni, sono parole ancora più significative – la dimostrazione che non bisogna mai perdere la fiducia e che è necessario essere sempre positivi, e sorridere allo sport, alla vita, anche nei momenti più duri».
In questa miniera d’oro che continua a confermarsi il 2024 del nostro tennis, il trionfo nella King Cup – che avrebbe meritato l’onore del campo centrale del Palacio de Deportes Martin Carpena – sarà ricordato come una delle pepite più pregiate. Non vincevamo dal 2013, un anno fa eravamo stati battuti in finale dal Canada, «e quella sconfitta – dice Trevisan – ci ha dato fiducia, quest’anno eravamo più pronte e lo abbiamo dimostrato». Il quinto successo nella competizione a squadre (solo Stati Uniti, Repubblica Ceca e Australia ne hanno vinte di più) è stato certificato dalla solita straripante Jasmine Paolini, che ha travolto Sramkova, che qui a Malaga aveva battuto Collins, Tomljanovic e Boulter e che era in vantaggio con la tennista toscana per 4 vittorie a 2. «Sono stanca, ho giocato tante partite, tra singolo e doppio – dice la numero 4 del mondo – ma le mie compagne mi hanno dato tanta energia, questa coppa è un regalo di fine stagione bellissimo».
Alla conferenza stampa si sono presentate vestite con le giacchette azzurre studiate per le vincitrici della King Cup. Scherzano, si prendono in giro. «Siamo un gruppo unito, cementato anche dalle partite a “Uno”, anche se Lucia (Bronzetti, ndc) quando perde si arrabbia troppo… – dice Paolini – poi però torniamo grandi amiche! Qualche anno fa nessuno, io per prima, avrebbe pensato di poter vincere questo trofeo, i paragoni con la generazione di Schiavone, Pennetta, di Sara… sembravano impossibili». «Per me è una sensazione davvero speciale – interviene Errani, al quarto trionfo personale nella competizione – ho avuto l’opportunità di tornare a indossare la maglia azzurra e di vincere, sono grandi soddisfazioni». «Ricordo di aver visto in Tv (era il 2013, ndc) la finale di Cagliari vinta contro la Russia – è il momento di Cocciaretto – io credo che il termine che può definire meglio questa vittoria è condivisione. Degli obiettivi, degli sforzi, dei destini di un gruppo di ragazze». «Il mio è un sogno che si avvera – ora è Bronzetti a parlare – da bambina speravo di essere protagonista in questa competizione, ci sono riuscita!».
Domani tocca a Sinner e compagni, parte la difesa di quella Davis conquistata un anno fa. «I ragazzi hanno fatto un gran tifo per noi (avvistati oggi in tribuna Berrettini e Vavassori, ndc), il minimo è restituirgli il favore», dice Garbin. «Venivano da noi a giocare alla play – interviene Paolini – vi dico solo questo risultato, Berrettini-Errani 4-0…». E giù l’ennesima bella risata. Grandi ragazze, campionesse anche del sorriso.