L’italo-croato ha ceduto un solo turno di servizio in tutto il torneo. Vince il derby con Cecchinato e vola ai quarti, confermando tutto il suo potenziale. Avanzano anche Struff e l’eterno Vinciguerra.
Viktor Galovic scaglia il dritto. "Ma è il suo punto debole" dice coach Danelli
Da Bergamo, Riccardo Bisti – 6 febbraio 2013
Viktor Galovic ha origini croate, ma è italiano di cuore e (soprattutto) di tennis, visto che si è trasferito in Italia a 6 anni e ha sempre giocato nel nostro paese. E la città di Bergamo, a 50 chilometri da casa, potrebbe sancire la svolta della sua giovane carriera. Alla prima presenza nel tabellone principale di un challenger, ha centrato addirittura i quarti. C’è riuscito al trofeo Faip-Perrel (42.500€, Play-It), che dunque si conferma rampa di lancio per giocatori che prima o poi sfondano nel circuito ATP. Viktor spera che gli exploit bergamaschi siano di buon auspicio. “Sinceramente non so come mai sto giocando così bene – ha raccontato, ospite negli studi di Bergamo TV – tra l’altro vengo da un periodo difficile, in cui ho avuto qualche problema alla schiena. Sarà l’aria di Bergamo e la passione del pubblico!”. Contro Marco Cecchinato si è imposto con il punteggio di 7-6 6-2, intascando altri punti che gli consentiranno di attestarsi intorno alla 370esima posizione. Contro il siciliano ha sofferto nel primo set, poi è venuto fuori alla distanza. Il Play-It bergamasco è piuttosto veloce e dà una grossa mano al giocatore al servizio. Tirando la prima a 220 km/h, Galovic ha tirato otto ace e altrettanti servizi vincenti. Nel primo set, tuttavia, ha rischiato grosso. 0-30 nel primo game e 15-40 sull’1-1. Saranno quelle le uniche palle break cancellate da Galovic, che nel tie-break giocherà con grande attenzione i punti al servizio. Nel secondo set prendeva subito due break di vantaggio e chiudeva con agilità. “Viktor ha un potenziale enorme – racconta Danelli – deve sistemare alcune cose nel suo gioco, a partire da un dritto un po’ ballerino, ma sono convinto che possa arrivare”. Danelli lavora in team con Fabio Menati, ma Galovic si appoggia anche al TC Matchball di Bra, diretto dal coach internazionale Massimo Puci, l’uomo che ha puntato su di lui quando nessuno lo conosceva. “Non fosse stato per lui e il suo aiuto, probabilmente oggi mi sarei già ritirato”.
I quarti di finale sono un gran bel risultato, ma l’appetito vien mangiando. In particolare se l’avversario nei quarti di finale si chiama Bastian Knittel, onesto mestierante tedesco che in 10 anni di professionismo non è mai andato oltre la 157esima posizione. Eppure, alla soglia dei 30 anni (lì compirà l’8 agosto: è nato lo stesso giorno di Roger Federer, anche se due anni dopo) continua con immutata passione e il sogno di entrare tra i top 100. E’ un tipo curioso: magro, mancino, tira il rovescio a una mano e gioca con due calzettoni da calciatore che arrivano al ginocchio. Deve essere un’abitudine dei tedeschi, visto che anche Philipp Petzschner fa altrettanto. Knittel ha battuto a sorpresa Marco Chiudinelli, che gli sta davanti in classifica (139 contro 206) ed era molto atteso a Bergamo perché lo scorso weekend era stato protagonista del match più lungo nella storia della Coppa Davis: in coppia con Wawrinka, ha ceduto a Berdych-Rosol 24-22 al quinto set dopo 7 ore e 2 minuti. A proposito di Coppa Davis, buon esordio anche per l’uzbeko Farrukh Dustov, reduce da un duro match contro la Cina, bravo a superare in tre set il belga Maxime Authom. Si trattava di un match di primo turno, perché chi proviene da un altro continente ha diritto a giocare di mercoledì. Vince Jan Lennard Struff, testa di serie numero 2, che prosegue nel suo cammino silenzioso battendo in due set l’ucraino Nedovyesov. Accede ai quarti anche Andreas Vinciguerra, che incamera 17 preziosi punti ATP nella durissima scalata ai top 100, suo grande (e forse irraggiungibile) obiettivo di questa seconda carriera. Se ce la facesse sarebbe una grande impresa, visto che ne è uscito la bellezza di 10 anni fa.
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