L'unica cosa in comune tra Federico Gaio e Kevin Anderson è lo sponsor tecnico. Per il primo turno di Indian Wells, Lotto li ha mandati in campo con un completo identico. L'abito uguale ha rimarcato le differenze, sia fisiche che tecniche, tra il faentino e il sudafricano. Per il momento c'è troppa differenza, e il 6-1 6-4 nello splendido Stadium 2 di Indian Wells lo ha certificato. Anderson viene da una stagione difficile: super nel 2015, fino addirittura a toccare i top-10, ha avuto una serie di problemi fisici (spalla) che lo hanno bloccato e fatto precipitare in classifica. Kevin ha iniziato il suo 2017 a Memphis e aveva perso le uniche due partite giocate. Per questo si sperava che Federico potesse fare match pari, ma c'è riuscito solo a metà. Il primo set ha messo a referto la totale mancanza di abitudine a giocare in certi campi, contro certi avversari. Aveva già giocato al Foro Italico, ma è un'altra cosa. 6-1 in mezz'ora. Il secondo ha visto un Gaio più propositivo, bravo anche a cercare la via della rete, e buono più o meno in ogni zona del campo.
STRADA LUNGA MA FATTIBILE
Il problema è che la palla di Anderson viaggia di più, a partire dal servizio, e l'impressione (speriamo che ci sappia smentire!) è che quel numero 19 raggiunto tra i ragazzi sia un traguardo forse eccessivo tra i professionisti. Un po' per limiti fisici (per quanto Federico sia veloce ed esplosivo), un po' per un tennis senza un vero colpo-killer. Mentre Anderson poteva chiudere gli occhi e sparare il servizio, o magari il drittone, Gaio doveva costruirsi il punto con pazienza e fantasia. Resisteva fino al 2-1, poi subiva il break ma trovava il modo per tornare in partita, scippando il servizio ad Anderson fino a riacchiappare il 4-4. Nel nono game piombava sullo 0-40 (ah, l'inesperienza…), cancellava le prime due palle break ma sulla terza non riusciva a contenere una risposta-bomba del sudafricano, sostenuto a bordocampo dall'onnipresente moglie Kelsey. Quando ha messo piede all'Indian Wells Tennis Garden, il faentino avrebbe messo mille firme per entrare in tabellone e annusare un campo così importante. Il 20 marzo arriverà il best ranking, ma l'obiettivo top-100 è finalmente concreto, reale. Con la speranza che possa smentire le sensazioni tecniche trasmesse mentre qualche decina di spettatori lo osservava da un vetro, addentando cibo giapponese dal ristorante Nobu, affacciato sul secondo campo di Indian Wells.
Gaio, c’è ancora troppa differenza
L'azzurro si gode il palcoscenico dello Stadium 2 di Indian Wells, ma non va oltre una dignitosa sconfitta contro Kevin Anderson. Finisce 6-1 6-4 e la differenza è parsa abbastanza sensibile. L'abitudine a giocare contro certi avversari, tuttavia, si costruisce con il tempo. I top-100 sono un obiettivo raggiungibile.