Siamo volati a Parigi, non per il Grand Slam, ma per seguire le gesta dell’under 12 Marco Furlanetto che difenderà i colori azzurri nel Longines Future Tennis Aces. da Parigi, MAX GRASSI

dal nostro inviato a Parigi, Max Grassi

Dopo la grande abbuffata di tennis degli Internazionali d’Italia, seguiti dal Trofeo Bonfiglio, eccomi di nuovo all’aeroporto. Destinazione Parigi. Ma questa volta non andrò a seguire i top player al Roland Garros (dove per altro c’è già inviato il nostro ottimo Alessandro Nizegorodcew) bensì i campioni di domani per il Future Tennis Aces 2013, un torneo dove 16 campioncini under 13 selezionati in altrettante nazioni si contenderanno una splendida coppa e, soprattutto, una borsa di studio tennistica del valore di 2000 dollari annuali fino al compimento del 16° anno d’età.

Siamo riusciti a prendere uno dei pochi aerei partiti ieri da MilanoA Milano è in corso uno sciopero degli aeroporti e solo grazie all’efficienza di Veronica di Longines riesco a cambiare il mio volo già cancellato con uno che non vede l'ora di decollare, strapieno com'è di fortunati viaggiatori.

In aeroporto incontro anche Tathiana Garbin. Quando penso alla giocatrice veneta mi viene sempre in mente il Roland Garros 2004 quando sconfisse clamorosamente al 2° turno l’allora n.1 Wta Justine Henin, mia tennista prediletta. Tathiana credo stia accompagnando a giocare le “quali” del torneo junior una ragazza. Mi diverto a notare che mentre io porto con me come bagaglio a mano e quindi come cosa assolutamente da non perdere il mio computer (chi non ha mai avuto paura di non ritrovare la valigia una volta atterrati, beh costui non sa niente del viaggiare… nella foto sotto il felice momento in cui è apparsa la mia), la giovane giocatrice con la Garbin tiene in braccio un bel mazzetto di racchette: i suoi insostituibili strumenti di lavoro.Uno dei momenti più belli del viaggio... quando compare la tua valigia

Volo rapido e piacevole (a proposito: grazie Steve per aver inventato l'iPad…) ed eccomi nella Ville Lumiere. L’organizzazione Longines è come sempre impeccabile. C’è un autista all’aeroporto Charles de Gaulle che mi aspetta per portarmi direttamente in hotel. Neanche il tempo per una rinfrescata e via verso la Longines Academy (potete vedere la foto gallery) sulla Avenue de la Chataigneraie dove, dopo una tiratissima partita di ping pong contro Elisa, la brand manager Longines che mi accompagna in questa avventura, faccio la conoscenza del nostro cavallino che, come vi avevo anticipato, è Marco Furlanetto.

Vivace e svelto, Marco è un bambino che suscita simpatia al primo incontro. Nato il 2 marzo del 2001, ha cominciato a giocare a tennis a 5 anni per imitare la sorella Sara che ha tre anni più di lui. “L’ho trovato divertente e ho scelto il tennis come sport", dice il ragazzino che si allena e vive a Marina di Massa dove mamma Ilaria lavora in un negozio e papà Fabio fa il capo della sicurezza di un’importante catena di grande distribuzione.

"A 8 anni ho fatto il primo torneo, sono arrivato in finale, mi sono divertito tanto e da lì non ho più smesso. Mi alleno tutti i giorni: due ore di tennis e una di atletica. Il sabato mattina finita la scuola vado a Tirrenia al Centro Federale fino alla domenica”.

Furlanetto – che è seguito dal maestro federale Giovanni Paolisso – è a Parigi accompagnato dal preparatore atletico Damiano Fiorucci che lavora con Potito Starace e ha un passato con Andrei Golubev e Fabio Fognini. Il suo modello è Rafael Nadal: “Quando ho iniziato a vedere il tennis in tv mi ha colpito la sua grinta e la sua voglia di fare”.

In campo Furlanetto utilizza una Babolat Pure Drive che tira a 23/24 chili.

Il sorteggio lo ha messo accanto al giocatore di Singapore Ethan Lye Kai Xin. Lo abbiamo incrociato pochi minuti dopo il responso dell’urna e ci ha guardato con quegl’occhi azzurri da furbetto e – alla romana – ci ha confessato: “Se po’ fa, se po’ fa…”.

Quando gli abbiamo chiesto cosa si aspetta da questa esperienza parigina, ci ha risposto: “Il meglio da me. Vada come vada, devo essere consapevole di aver dato il massimo”. Non pare già un professionista?