“L'ha fatto per due volte. Per due volte Nick ha simulato un infortunio. Mentre io sono qui lui è seduto a Canberra, è una stronzata che sia malato”.
I microfoni impiccioni di Channel Seven hanno captato la frase spaccatutto di Bernard Tomic. Il tutto mentre il fisioterapista gli curava il polso durante il match contro John Isner, nel match che ha condannato l'Australia a una durissima sconfitta contro gli Stati Uniti. Contro gli americani si può perdere, ma il team aussie è letteralmente imploso su se stesso, vittima di circostanze sfortunate e litigi interni. La grande partita di Isner (49 ace in quattro set e una tattica perfetta) passa in secondo piano perché la conferenza stampa post-match di Tomic è stata uno spettacolo. Furioso per il forfait di Nick Kyrgios, non le ha mandate a dire. Non si è parlato granché del 6-4 6-4 5-7 7-6 che obbligherà i canguri a un delicato spareggio per non retrocedere. Lleyton Hewitt, alla prima da capitano, dovrà sbrogliare una perfida matassa, piena di fili che si intrecciano. I fatti sono chiari: Tomic è indemoniato con Kyrgios per il suo atteggiamento nei confronti della Coppa Davis. Già lo scorso anno aveva saltato la trasferta di Ostrava, ma allora c'era Thanasi Kokkinakis. Stavolta “Bernie” era solo, peraltro con il polso dolorante. Ha battuto Jack Sock ma contro Isner non c'è stato nulla da fare, alla faccia delle dichiarazioni della vigilia, secondo cui l'erba era la sua migliore superficie, mentre sarebbe stata la “peggiore” dell'americano. Il tabellone di Kooyong dice 3-1 per gli Stati Uniti e tanto basta.
"MI HA DETTO CHE DOMANI STARA' MEGLIO"
“Le mie frasi durante la partita? E' stata l'emozione del momento – ha detto Tomic – avrei voluto che Nick fosse qui, ma ovviamente è infortunato come dice di essere. Sono curioso di vedere se giocherà a Indian Wells, perché è successo qualcosa del genere l'anno scorso. Non era venuto in Repubblica Ceca per una frattura da stress, poi ha giocato in California senza problemi. Per me sarà divertente vedere se giocherà o no. E penso che lo farà”. La cosa lo manda fuori di testa, tanto da farlo “sbracare” durante una conferenza stampa in cui aveva provato a conservare un po' di diplomazia. Per spruzzare un po' di sale sulla ferita, ha riferito di avere avuto un colloquio telefonico con Kyrgios. “Aspetto di vedere se lo troverò in tabellone a Indian Wells. Ci siamo già parlati. In generale abbiamo un buon rapporto, molto aperto. Questo è importante. E' un bravo ragazzo: lui ha la sua personalità, io ho la mia, ma avrei preferito averlo qui. Sarò onesto: mi ha detto che giocherà a Indian Wells”. Rispetto perso, dunque? “Un po' sì. Tutti sanno che ho problemi al polso e mi sono presentato ugualmente. In qualsiasi altra situazione mi sarei ritirato, ma non in Davis. Ho dato tutto. Vorrei sapere se lui avrebbe fatto lo stesso”. Tomic ha poi aggiunto che la conversazione è terminata bene, tornando ancora una volta sul discorso Indian Wells. “Gli ho chiesto se andrà e mi ha detto di sì. Dice di essere ancora malato, ma che domani starà meglio. E' stato molto deludente non averlo”.
HEWITT SAPRA' RICUCIRE LA FERITA?
Come era prevedibile, Hewitt ha provato a smorzare i toni, ma l'incendio era ormai deflagrato. Secondo il neo-capitano aussie, il virus c'era ed era reale. E lo ha detto con Tomic accanto a sé. “Nick è venuto e ha fatto il possibile per esserci. Non c'è alcun dubbio che fosse malato, assolutamente nessun dubbio. Giovedì, prima di ufficializzare il quartetto, è stato fatto un test e il personale medico ha preferito escluderlo”. Hewitt ha poi fatto i complimenti a Tomic per aver dato tutto nonostante il problema al polso. Ha mostrato una notevole dedizione alla causa, visto che appena sbarcato in Australia (martedì, ndr) è andato direttamente a Kooyong per allenarsi. “Però lo ha fatto anche Nick: la sua esclusione è stata una scelta medica”. Non c'è motivo per dubitare delle parole di Hewitt, ma è altrettanto vero che Kyrgios avrebbe potuto restare ugualmente: poteva tornare utile per la terza giornata, o semplicemente fare il tifo dalla panchina (pensate a Fognini, che da Barcellona è venuto a Pesaro solo per stare in panchina, nonostante un infortunio piuttosto serio). Su questo punto, Tomic ha ragione. E i precedenti non incoraggiano: oltre all'assenza di Ostrava, è opportuno ricordare l'atteggiamento di Kyrgios durante il match contro il Kazakhstan, in cui ha perso da Nedovyesov e ai cambi di campi borbottava: “Non dovrei essere qui”. Senza contare il Banging-Gate di Montreal, che gli è costato la convocazione per la semifinale contro la Gran Bretagna. Anche Tomic non è stato convocato “per punizione” contro il Kazakhstan, ma la sua “colpa” erano le dichiarazioni contro Tennis Australia. Insomma, tra i due sembra che “Bernie” tenga decisamente di più alla Davis. Come sempre, sono i fatti a parlare. E Hewitt lo sa.
John Isner (USA) b. Sam Groth (AUS) 7-6 6-2 6-2
Bernard Tomic (AUS) b. Jack Sock (USA) 7-6 6-3 3-6 6-4
Bryan / Bryan (USA) b. Hewitt / Peers (AUS) 6-3 6-3 4-6 4-6 6-3
John Isner (USA) b. Bernard Tomic (AUS) 6-4 6-4 5-7 7-6