L’intervista de ‘Il Tennis Italiano’ al papà di Fognini: “Mi ha stupito per calma e serenità. Ritiro? Mai pensato, è più motivato che mai”
Fabio Fognini ripartirà nel 2021 con un nuovo e ambizioso progetto al fianco di Alberto Mancini, ufficializzato qualche giorno fa come coach del tennista taggiasco. L’azzurro, 33 anni e un ranking di numero 17 al mondo, ha deciso di puntare sull’ex tennista argentino vincitore di Montecarlo e Roma nel 1989. Una scelta che ha convinto anche papà Fulvio, intervistato da ‘Il Tennis Italiano’. “Fabio ha pensato a due-tre allenatori e si è accordato con Mancini, per il quale nutre grande rispetto come tennista e allenatore. Lo conosceva perché era il coach di Cuevas, poi è sempre stato un sostenitore di tecnici ispanici e la scelta è ricaduta su di lui – racconta – Spesso c’è il problema di accordarsi sul luogo degli allenamenti, Mancini invece ha dato un’enorme disponibilità e non ha problemi a muoversi e viaggiare”.
Fognini ha infatti iniziato la sua preparazione a pochi passi da casa, a Sanremo. “Ogni tanto ci sarà qualche capatina a Montecarlo, credo abbia parlato con Wawrinka o Dimitrov. Sicuramente anche da Piatti a Bordighera, dove ci saranno altri giocatori oltre a Jannik Sinner – spiega Fulvio, descrivendo le qualità del nuovo coach del figlio – Mi ha stupito per la sua calma e la sua serenità, penso sia quello che ci vuole per Fabio in questo periodo. A differenza di Perlas, che era uno esplosivo e che parlava tanto, Mancini è più simile a Davin, è un tipo che parla poco e lavora molto. Con lui c’è il preparatore atletico Alejandro Lacour, parlano perfettamente italiano anche se lo spagnolo per Fabio non sarebbe stato un problema. Adesso lavorano sul piano fisico, poi passeranno al servizio, al fondo, alla velocità: toccano tutto ciò che c’è da toccare, com’è da prassi all’inizio di una nuovo collaborazione“.
Mancini è dunque un coach ‘a tempo pieno’ dopo la collaborazione con il capitano di Davis Corrado Barazzutti, per il quale Fulvio spende parole al miele. “C’è un’amicizia paterna, per Fabio è un secondo papà. Gli ha dato la possibilità di allenarlo dopo l’operazione ma subentrava il discorso logistico e dell’incarico di Davis da sdoppiare. Nonostante ciò, Corrado ha sempre detto che sarà disponibile in qualsiasi momento per lui“. Fognini, dopo l’ingresso in top-10 nel 2019, proverà a ritrovare continuità dopo un anno tribolato per gli interventi chirurgici. “Le caviglie sono state il problema principale in questa stagione, ha dovuto prima correggere una e poi l’altra. Gli ultimi tornei sono stati un disastro: tutti lo invitavano a competere ma non era pronto. Poi Fabio è uno ipocondriaco sotto certi aspetti, se c’è qualche imperfezione a livello fisico si ripercuote anche a livello mentale“.
Ma guai a parlare di ritiro. “Non ci ha mai pensato, assolutamente. Anzi, è più motivato che mai e la scelta di Mancini lo testimonia. Di solito alla sua età si tende a raccogliere quello che arriva, lui invece ha intenzione di giocare questi ultimi due o tre anni ad altissimi livelli – sottolinea Fulvio – Con l’età si matura sicuramente a livello umano, ma non aspettiamoci da Fabio che non sbatta più racchette o non discuta più con gli arbitri: resterà sempre così. L’obiettivo principale dev’essere innanzitutto quello di star bene fisicamente, il resto verrà di conseguenza. E Mancini può essere la persona adatta per accompagnarlo fino al termine della carriera”.