Le parole dello statunitense in conferenza stampa dopo il successo su Alexander Zverev che gli ha regalato l’accesso alla finale delle Nitto ATP Finals
TORINO – Le Atp Finals portano evidentemente fortuna a Taylor Fritz. Due anni fa, alla sua prima esperienza torinese, arrivò in semifinale battendo Nadal e Auger-Aliassime. Domani giocherà qui la finale, primo statunitense a riuscirci dopo James Blake nel 2006 (battuto da Federer tre set a zero). Che sia anche il primo americano a vincere il torneo conclusivo della stagione, un quarto di secolo dopo il trionfo di Sampras ad Hannover, ci sembra un po’ più difficile, per le ragioni che facilmente intuirete. Il personaggio non scalderà le folle, il suo tennis scarno e potente non trasmetterà troppe emozioni, intanto però Fritz si godrà da lunedì – sempre che Ruud non vinca le Finals… – il quarto posto in classifica, suo best ranking, anche qui eguagliando il piazzamento di Blake a fine 2006.
Non c’è dubbio che questa sia la migliore stagione del ventisettenne californiano, noto anche per la famiglia agiata a dir poco e per la celebre influencer che lo accompagna nella vita, Morgan Riddle. Ha vinto un paio di tornei (Delray Beach e Eastbourne) soprattutto ha conquistato la prima finale della sua carriera, a Flushing Meadows, persa contro Sinner 6-3 6-4 7-5. E’ stato poi semifinalista in due “1000″, a Madrid (sulla terra!) e a Shanghai, ed ha raggiunto i quarti a Melbourne, Wimbledon e Roma. «Ho sempre creduto di poter garantire un rendimento di gioco alto e questa nuova finale, dopo quella di New York, conferma i miei progressi, soprattutto nel dritto, che adesso tiro con maggiore convinzione. Sto giocando in modo solido, aggressivo nei momenti importanti. A Torino ho battuto tre campioni (Medvedev, De Minaur e Zverev, ndc), devo essere positivo e continuare così».
Zverev sta diventando la sua vittima preferita, in questo 2024 Taylor (avanti 6-5 nei confronti diretti) ha perso con il tedesco a Roma, per poi batterlo a Wimbledon, Flushing Meadows e qui a Torino, oltre che nella esibizione della Laver Cup. «Sono state tutte partite molto combattute, decise da pochi punti. Bravo io a concretizzare i momenti più importanti. La rimonta da 0-40 sul mio servizio nel terzo set? Avevo sbagliato di poco un paio di vincenti ma stavo servendo bene, quindi ero convinto di poter riprendere quel game, e così è stato».
Domani Fritz dovrebbe incrociare nuovamente Sinner, per la terza volta in due mesi. Martedì, nel girone, Jannik ha vinto con un doppio 6-4. «Quella partita è stata molto diversa rispetto alla sfida di New York – risponde Fritz – lì fu a senso unico, a Torino mi sono sentito più vicino al livello del mio avversario. Ho avuto le mie chance, potevo strappargli il servizio in entrambi i set ma lui è stato più bravo nei momenti decisivi. D’altra parte Sinner è il numero 1 del mondo, gioca con una fiducia straordinaria, più si fa dura e più lui tira fuori il meglio dal suo tennis. Cambierei la tattica di gioco? Non credo, ripeto che a Torino la partita tra noi è stata decisa da pochi punti. Se avessi servito meglio sui break point per Jannik, forse sarebbe finita in modo diverso. Devo giocare in quel modo, servire bene e non farmi sfuggire le occasioni che mi capiteranno. Il pubblico? Tiferanno tutti per lui, è chiaro, ma ho sempre avvertito rispetto nei miei confronti».
“E se incontrassi in finale Ruud – gli domandano – sei 1-2 negli scontri diretti…“ «Non abbiamo una vittoria a testa? – la risposta di Taylor – no, è vero, ci ho perso anche al Roland Garros. Ma sulla terra non conta…». Ride, non crede nemmeno lui alla possibilità di sfidare il buon Casper.