Fantastica cavalcata vincente della nostra Francesca Schiavone che si aggiudica a Mosca il suo secondo titolo in carriera, salendo al 17° posto del ranking.

di Giorgio Spalluto – foto Getty Images

Che Francesca si trovasse a suo agio sui campi indoor dell”Olympic Stadium” di Mosca era cosa arcinota. A testimoniarlo i 3 quarti di finale colti nel 2001, 2003 e 2004 e la splendida finale del 2005, al termine di un torneo che l’aveva vista dominare avversarie del calibro di Amelie Mauresmo (battuta 6-1 6-1), Svetlana Kuznetsova (6-3 6-1) ed Elena Dementieva (6-3 6-1), prima di arrendersi in finale a uno degli ultimi acuti di Mary Pierce. Quest’anno l’azzurra, sicuramente agevolata da un tabellone non proprio proibitivo, è riuscita a estendere anche alla finale la sua fantastica cavalcata, demolendo 6-3 6-0 la sua giovane avversaria, Olga Govortsova, che le aveva inflitto in quel di Brisbane la prima sconfitta del 2009 (vendicata qualche mese dopo sull’erba di s’Hertogenbosch), al principio di un’annata iniziata in sordina (8 sconfitte nei primi 11 match dell’anno), ma che si sta concludendo in maniera trionfale. Non bisogna dimenticare, infatti, che Francesca, solo 7 giorni fa era in campo a Osaka, nell’11° finale di una carriera, purtroppo avara di soddisfazioni per quanto concerne i successi finali. La sconfitta subita dalla Stosur aveva infatti dato la stura al solito dibattito sul pedigree poco vincente della milanese, costretta a soccombere in ben 10 occasioni su 11. Come giustamente sottolineato recentemente da Daniel Panajotti, ex coach di Francesca, il motivo delle tante sconfitte della Schiavone è da ricercare nel tentativo ambizioso di primeggiare nei tornei di livello più alto, a scapito di quelli più abbordabili. Non si può infatti trascurare il tenore delle avversarie affrontate da Francesca nella quasi totalità di queste finali, dal pronostico quasi chiuso, contro giocatrici del calibro di Davenport (all’epoca n.2 del mondo), Pierce, Clijsters, Henin.
Certo, avrebbe potuto fare qualcosa di più quest’estate nella finale di Praga, contro un’avversaria alla sua portata, come Sybille Bammer. La Stosur, affrontata una settimana fa in Giappone, oltre ad essere una giocatrice che dà molta noia a Francesca per via del servizio in kick, non è molto distante da quella Top10 che è sempre sfuggita alla milanese, numero 11 del mondo nel 2006 per complessive 12 settimane.

Francesca, grazie anche al quarto di finale colto a Wimbledon (unica giocatrice italiana nella storia a raggiungere 3 quarti di finale di slam su 3 superfici diverse) e all’ottavo di finale raggiunto agli US Open, chiuderà l’anno tra le prime 20. Il successo in quel di Mosca rappresenta la vittoria più importante di sempre per una giocatrice italiana, almeno a livello di montepremi. La “Kremlin Cup”, infatti, metteva in palio un montepremi di 1.000.000 di dollari, 157.427 dei quali rimarranno nelle tasche di Francesca che, grazie ai 470 punti del successo moscovita, guadagna 7 posizioni in classifica, portandosi al numero 17 e scavalcando nientemeno che Kim Clijsters. Non è detto che rimanga questa la posizione con cui chiuderà il 2009, visto che alcune delle sue inseguitrici (in particolare la Wickmayer) potranno sfruttare il Master di Bali (che mette in palio 600 punti) per riscavalcarla. Al Tournament of Champions, balzato agli onori della cronaca per l’assurda contemporaneità con la finale di Fed Cup, non parteciperà la nostra Flavia Pennetta, uscita malconcia dal torneo moscovita per un problema al ginocchio che l’ha costretta al ritiro nel match d’esordio contro l’ungherese Szavay. Addio Doha, quindi, dove non potrà partecipare nemmeno in qualità di riserva. Le “alternate” del Master saranno Agnieszka Radwanska, a sua volta eliminata al primo turno (dalla Kirilenko) e Vera Zvonareva, battuta al fotofinish (soli 5 punti) dalla Jankovic nella corsa all’ottavo e ultimo posto disponibile per l’accesso diretto al Master.

La Zvonareva, finalista lo scorso anno al Master, potrà cercare di sopperire ai tanti punti in uscita, partecipando al “Masterino” di Bali, in una settimana che, per quanto ci riguarda, sarà totalmente incentrata sulla finale di Fed Cup, contro gli Stati Uniti. Con il successo della Schiavone in quel di Mosca, salgono a 4 i titoli colti dalle azzurre in un 2009 che ha visto le nostre collezionare la cifra record di 10 presenze in finale. Ai 4 i titoli conquistati (Vinci a Barcellona; Pennetta a Palermo e Los Angeles e Schiavone a Mosca) si affiancano le 6 finali di Pennetta (1), Schiavone (2) Errani (2) e Brianti (1). Nel 2009 solo l’armata russa ha portato al successo più giocatrici rispetto all’Italia che, con le sue 3 diverse vincitrici a livello Wta, conferma di attraversare un momento magico che, speriamo, sia di buon auspicio per l’imminente finale di Fed Cup.

Tutti i successi delle azzurre nel circuito Wta:

1984: Sandra Cecchini (Taranto, Rio de Janeiro)
1985: Raffaella Reggi (Taranto), Sandra Cecchini (Barcellona)
1986: Raffaella Reggi (Lugano, San Juan); Sandra Cecchini (Bregenz)
1987: Raffaella Reggi (San Diego), Sandra Cecchini (Bastad, Little Rock)
1988: Sandra Cecchini (Strasburgo, Nizza)
1989: Sandra Cecchini (Paris Clarins)
1990: Raffaella Reggi (Taranto), Sandra Cecchini (Bastad), Federica Bonsignori (Estoril)
1991: Sandra Cecchini (Bol), Katia Piccolini (San Marino)
1992: Sandra Cecchini (Paris Clarins)
1993: Marzia Grossi (San Marino)
1996: Gloria Pizzichini (Bol)
2000: Tathiana Garbin (Budapest)
2001: Rita Grande (Hobart, Bratislava), Silvia Farina (Strasburgo)
2002: Silvia Farina (Strasburgo)
2003: Rita Grande (Casablanca), Silvia Farina (Strasburgo)
2004: Flavia Pennetta (Sopot)
2005: Flavia Pennetta (Bogotà, Acapulco)
2006: Mara Santangelo (Bangalore)
2007: Roberta Vinci (Bogotà), Francesca Schiavone (Bad Gastein), Flavia Pennetta (Bangkok)
2008: Flavia Pennetta (Vina del Mar, Acapulco), Sara Errani (Palermo, Portoroz)
2009: Roberta Vinci (Barcellona), Flavia Pennetta (Palermo e Los Angeles), Francesca Schiavone (Mosca)

 

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