Chiunque abbia a cuore il nostro sport avrebbe dovuto recarsi sul Campo 6 per tributarle un omaggio. Quel che ha fatto Francesca Schiavone per il tennis, non solo italiano, non può essere liquidato con una formula banale, chiamata “declino”. E non poteva essere una tennista cinese di nome Qiang Wang a mettere fine alla sua epopea parigina. C'è andata vicina, per carità, ma Francesca è ancora viva. Il 3-6 6-3 6-4 con cui ha azzannato il secondo turno del Roland Garros è la perfetta notizia di “accompagnamento” alla bella impresa di Andrea Arnaboldi, che si prenderà tutte le prime pagine (anche la nostra, s'intende). Francesca è l'emblema più puro del tennis inteso come passione. Oggi è meno forte di qualche anno fa, ma è normale che sia così. In compenso ha limato alcuni spigoli del suo carattere ed è diventata ancora più gradevole, divertente, simpatica. Viene ancora più naturale tifare per lei. Ogni partita della Schiavone ricorda quei bambini che giocano a pallone in cortile, per strada, in piazza. O quelli giocano a tennis contro i muri di periferia. Che poi è quello che Francesca faceva una trentina d'anni fa nei casermoni di Gallaratese, quartiere popolare di Milano dove è cresciuta e ha iniziato ad amare il tennis. L'amore non è mai calato e vive la sua essenza più pura oggi che le sconfitte superano le vittorie, che la classifica non le è più amica e le chiedono continuamente del ritiro.
UN COLPO IN CANNA
E' facile amare il tennis quando vinci uno Slam e sali al numero 4 WTA. Ma l'amore è vero e puro se sai gioire per una partita come questa. La Wang, 23enne di Tianjin, è la tipica picchiatrice di stampo orientale nata sull'onda scatenata da Na Li. Ed è bello che Francesca abbia battuto proprio una cinese, dopo che quattro anni fa fu proprio la Li (con la colpevole complicità dell'arbitro Louise Engzell) a darle una delle peggiori delusioni in carriera. Volendo credere alla proprietà transitiva, il Roland Garros 2015 potrebbe essere l'ultima apparizione parigina della Schiavone: a Roma, quando le hanno chiesto se poteva essere la sua ultima volta al Foro, ha detto “può darsi”. E allora – tornando a qualche riga fa – era un dovere andarla a seguire. E Francesca non ha deluso, prendendosi un successo fondamentale per il morale e per il modo in cui è maturato. La Wang spingeva a volontà, aveva una gran voglia di vincere, cercava spesso lo sguarda del suo coach, ma Francesca aveva dalla sua la gente. Il suo “a-hiiii” al momento di colpire la palla è meno incisivo ma c'è sempre, e sa emozionare. E pazienza se fallisce clamorosamente un tweener, o se a un certo punto esclama “Le partite le regalo iooooo” che ha ricordato il “Que mal que la estoy pasandoooo” recitato da Gaston Gaudio negli anni del declino. Sotto 3-1 al terzo, Francesca ha accentuato la fantasia, la creatività, ha ridotto il numero di errori gratuiti (ha sbagliato tanto soprattutto con il dritto) e ha rimesso in piedi la partita. E l'ha chiusa nel migliore dei modi, con uno splendido vincente di rovescio, lungolinea. Bravissima. Conoscendola, ci si poteva aspettare un'esultanza maggiore, ma il suo sorriso diceva tanto. Francesca sente di avere ancora un colpo in canna, forse l'ultimo. Dovrà estrarlo al secondo turno contro Svetlana Kuznetsova, come lei ex campionessa di questo torneo. Sarà il 15esimo scontro diretto e la mente corre all'incredibile ottavo dell'Australian Open 2011. Francesca saprà fare un altro miracolo?
ROLAND GARROS 2015 – Primo Turno Donne
Francesca Schiavone (ITA) b. Qiang Wang (CHN) 3-6 6-3 6-4