La Schiavone conferma le buone sensazioni dei giorni scorsi e vola in finale a Marrakech, la 17esima in carriera. Affronterà la Dominguez Lino: obiettivo testa di serie a Parigi.
Francesca Schiavone non giocava una finale WTA da 11 mesi
Di Riccardo Bisti – 27 aprile 2013
Arriva la terra rossa e si rivede la Schiavone. Possiamo riassumere così la settimana di Marrakech, dove Francesca ha conquistato la 17esima finale in carriera. Non è la più importante, non ce ne ricorderemo tra anni, ma può esserla in prospettiva. La Schiavone non vince molto, ma quando vince…sceglie bene. Ad oggi, ha vinto appena cinque tornei WTA. Un po’ poco per una come lei, ma non è così importante se nel palmares c’è uno scintillante Roland Garros. Non è il caso di fare corsi e ricorsi storici, ma nel suo magico 2010 vinse il piccolo torneo WTA di Barcellona (oggi defunto) prima di trionfare a Parigi. Chissà che anche quest’anno non possa inventarsi qualcosa a Roma piuttosto che a Parigi. Francesca ha perso otto partite di fila a cavallo tra il 2012 e il 2013, e ha avuto bisogno di andare fino a Bogotà per interrompere la striscia negativa. Ma adesso è tornata a giocare bene. Non ci azzardiamo a dire che ruggisce, perchè Chanelle Scheepers, tutto sommato, è appena numero 70 WTA e non è certo un fenomeno. Ma l'azzurra si è comportata bene, soprattutto in un primo set in cui l’avversaria è stata molto ordinata e non le ha regalato nulla. Ma Francesca ha giocato meglio nel tie-break e ha preso il largo nel secondo, imponendosi col punteggio di 7-6 6-1. Quando non commette un mucchio di errori gratuiti, è ancora molto bella da vedere. Disegni tattici interessanti, un bel rovescio in slice e quella piacevole imprevedibilità che un paio d’anni fa l’ha portata al numero 4 WTA. Inoltre sta commettendo pochi doppi falli e non è un dettaglio, poichè il servizio è il termometro del suo gioco. In finale se la vedrà con la spagnola Lourdes Dominguez Lino, una che raccoglie risultati quasi esclusivamente sul rosso. Francesca è più forte e non può permettersi di perdere.
Sarà una finale tra due giocatrici che tirano il rovescio a una mano, merce sempre più rara nel circuito WTA. La qualità dell’azzurra dovrebbe fare la differenza e sarebbe molto importante, non tanto per il palmares (sarebbe il sesto titolo dopo Bad Gastein 2007, Mosca 2009, Barcellona e Roland Garros 2010 e Strasburgo 2012), quanto per l'immediato futuro. A quasi 33 anni, la Schiavone può essere pericolosa a certi livelli soprattutto sulla terra battuta. E allora è fondamentale che arrivi al top della forma per Roma e Parigi. Lo scorso anno trovò la forma troppo tardi e non fece in tempo a giocare un buon Roland Garros (battuta al terzo turno da Varvara Lepchenko). Stavolta sembra aver trovato la quadratura del cerchio, anche grazie a una Fed Cup da panchinara che ne ha accresciuto le motivazioni. E se dovesse tornare tra le prime 32, potrebbe agguantare una testa di serie a Parigi. Contro la Scheepers avrebbe potuto chiedere ancora più facilmente se avesse mantenuto il break di vantaggio nel primo set. Su questo punto può ancora crescere, soprattutto quando affronterà giocatrici più forti: evitare cali di tensione. Il modo migliore per trovare continuità è vincere qualche partita, e pazienza se gli occhi sono puntati quasi interamente su Stoccarda, dove la Sharapova cercherà di difendere il titolo conquistato nel 2012. Ma la politica dei piccoli passi, per chi è nata nei palazzoni di Gallaratese, è l’unico modo per tornare in vetta. La sua forza è anche questa.
WTA MARRAKECH – Semifinali
Francesca Schiavone b. Chanelle Scheepers 7-6 6-1
LourdesDominguez Lino b. Mandy Minella 6-2 0-6 6-1
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