Fosse finita davvero così, sarebbe un peccato. Poca gente sulla Next Gen Arena e una presenza poco patinata, quasi anonima, laddove ha vissuto emozioni importanti. Francesca Schiavone saluta al primo turno gli Internazionali BNL d'Italia, rimanendo a secco di vittorie nel 2018. Ma non contavano i numeri o le statistiche. Voleva raccogliere un'altra emozione, regalarla a se stessa e al pubblico che ha scelto di seguirla in un'avventura quasi impossibile. Perché – siamo onesti – una vittoria contro Dominika Cibulkova era improbabile. Non certo in assoluto, ma perché l'età e gli ultimi risultati parlavano chiaro. In effetti, per un'oretta, c'è stata viva malinconia. La Schiavone trovava un break in avvio, poi perdeva otto game di fila e fino al 6-1 2-0 era una mattanza tecnica. La slovacca è nota per aver raggiunto la finale all'Australian Open 2014, ma conosce bene la terra battuta. Nel 2009, appena ventenne, È stata semifinalista a Parigi. Piccolina, sfrutta una certa esplosività atletica per adottare un discreto tennis di pressione, accompagnato da due gambe rapidissime. La palla della Schiavone è meno incisiva: rotazioni e profondità pagano dazio a una carta d'identità che tra poco segnerà 38 anni. Però testa e cuore non invecchiano mai. Anzi. E così, con le spalle al muro, l'azzurra ha provato a liberare la sua fantasia. Prima è rimasta in scia, poi ha iniziato a divertirsi. Una smorzata millimetrica le ha consentito di portarsi sul 2-3. Da lì, Francesca ha cambiato prima lo spirito e poi la dinamica della partita. Però ci voleva qualcosa per entrare in bagarre, seminare qualche dubbio nella mente della slovacca. Quel “qualcosa” arrivava sul 5-3. Prima un acquazzone interrompeva il match per qualche minito, poi Francesca annullava un paio di matchpoint con altrettanti rovesci sbagliati da Dominika (una largo, uno lungo), poi vinceva un paio di scambi in perfetto stile Schiavone.
UN FINALE MALINCONICO
Uno, in particolare, ha racchiuso la sua carriera in una ventina di colpi. Difesa a oltranza, estrema, ribaltamento dello scambio e chiusura con un'elegante volèe di rovescio. Passione e creatività, con tanto di esultanza sfrenata e “cinque” dato a un raccattapalle. In piena trance agonistica, teneva la battuta e artigliava il 4-5. Ma ci voleva anche l'aiuto della sorte. La mano fatata arrivava nel primo punto del decimo game, quando la Cibulkova avvertiva un improvviso dolore al braccio. Sembrava un problema al pollice, ma l'immediato medical time out si risolveva con un po' di pomata all'avambraccio. Al ritorno in campo, tuttavia, la Cibulkova sembrava un po' condizionata. Francesca ritrovava la forza di travestirsi da “Leonessa” e rimetteva in equilibrio il parziale. Sembrava finalmente stare bene sul campo, “godere” come le è capitato di dire in più occasioni. Il tie-break era ben gestito da Francesca, a parte qualche tremore che permetteva all'avversaria di avvicinarsi da 6-2 a 6-5. L'ultimo errore della Cibulkova allungava il match al terzo. Sullo slancio, la Schiavone saliva un paio di volte avanti di un break (1-0 e poi 2-1), ma sul più bello ricomparivano i fantasmi di inizio partita. Un po' di stanchezza toglieva incisività al suo tennis, favorendo le iniziative della Cibulkova. Negli ultimi cinque game, dall'1-2 al 6-2, era perfetta. Spingeva duro, sbagliava pochissimo e raccoglieva un buon numero di colpi vincenti. Francesca non si arrendeva, non voleva che fosse la sua ultima partita. Annullava un altro matchpoint, ma il quarto era quello buono: uno smash fuori di una ventina di centimetri chiudeva l'avventura e apriva scenari indefiniti. Sarà stata la sua ultima partita al Foro Italico? Quali progetti ci sono nell'immediato? È soddisfatta delle sue ultime apparizioni a Roma? Con un po' di pazienza, arriveranno tutte le risposte.
INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA – Primo Turno
Dominika Cibulkova (SVK) b. Francesca Schiavone (ITA) 6-1 6-7 6-2