Shuai Peng e Su-Wei Hsieh sono la nuova frontiera del doppio: nessuna coppia interamente “quadrumane” aveva vinto uno Slam. Ma c’è quel problema sulla nazionalità…
Peng-Hsieh giocano tutti i colpi a due mani
Di Riccardo Bisti – 24 marzo 2014
Il doppio è un baluardo della tradizione. Evoca il gioco di tanti anni fa, dove lo slice è un’arma e non una debolezza, e la strategia conta più della potenza. Tuttavia, la rivoluzione sta prendendo piede anche lì. Il punto di non ritorno potrebbe essere stato l’ultimo Wimbledon, vinto da una coppia con gli occhi a mandorla. Shuai Peng viene dalla Cina, Su-Wei Hsieh da Taiwan. Giocano entrambe dritto e rovescio a due mani. Un “doppio quadrumane”, un insulto alla tradizione, un inno alla modernità. Eppure, la loro tecnica è stata un aiuto per scalare la classifica fino alla vetta, superando anche le nostre Errani e Vinci, peraltro battute nella dolorosa finale degli Internazionali d’Italia. Un mese fa, Shuai Peng è salita al comando del ranking di doppio, diventando la prima cinese in vetta a una classifica. Neanche Na Li è stata capace di fare altettanto. Subito dietro c’è la Hsieh, che per ora continua a rappresentare Taiwan nonostante le forti pressioni per diventare cinese. Lusinghe che non l’hanno lasciata indifferente. Le due sono coetanee e si conoscono da una vita. Avevano giocato insieme da junior, poi si erano perse. In verità, nel 2008 e nel 2009 avevano vinto quattro tornei in coppia. Tuttavia, la priorità era per il singolare. Ma l’occhio esperto di Paul McNamee, ex grande doppista e attuale coach della Hsieh, le ha convinte a riprovarci. Il click è arrivato allo Us Open 2012, quando la Hsieh giunse in semifinale in coppia con Anabel Medina Garrigues. “Ero sicuro che avrebbe potuto vincere uno Slam, allora le ho chiesto chi sarebbe stata la sua compagna ideale”. Lei ha risposto senza esitare: Shuai Peng. E così è nata l’avventura. Nel 2013 si sono aggiudicate cinque tornei, mentre quest’anno sono già a due.
“E’ molto bello, ma anche sorprendente” ha detto la Peng. Le due si completano: Su Wei è la più allegra, espansiva, vivace. La più emotiva. Shuai è più calma e riflessiva. E’ lei che prende in mano la situazione nei momenti di difficolta. “Se ho un problema da fondocampo, lei può coprirmi. E fa lo stesso se gioco male a rete – dice la Hsieh – è sempre in grado di coprirmi, e questo è molto importante per me”. McNamee è d’accordo. A suo dire, la Hsieh è uno spirito libero. “E’ così sia dentro che fuori dal campo. Dovessi costringerla a seguire degli schemi, si rovinerebbe il suo spirito. Ed è la cosa principale: quando è felice, gioca bene”. Sebbene giochino entrambe dritto e rovescio a due mani, hanno uno stile di gioco diverso. La Peng è un martello da fondocampo, mentre la Hsieh mostra una certa abilità sotto rete. Quando arriva il successo, tuttavia, ci sono anche le critiche. E sono arrivate quelle di Rennae Stubbs, ex ottima doppista australiana e attuale commentatrice TV. Secondo lei, il duo Peng-Hsieh ha limiti precisi che non vengono sfruttati dalle altre coppie. “Non hanno un grande servizio, a rete non fanno miracoli…il problema è che nel tennis femminile si punta a picchiare e basta. Le giocatrici non si rendono conto che in doppio bisogna tagliare gli angoli e tirare i colpi giusti al momento giusto. Per questo vincono: in particolare, Su-Wei sa sempre cosa fare. Ha uno stile insolito, ma funziona”.
Ma non è tutto rose e fiori. Le vicende politiche e la rivalità tra Cina e Taiwan penetrano anche nel mondo del tennis. Dopo Wimbledon, un’azienda di liquori le ha offerto alla Hsieh una cifra enorme (oltre un milione e mezzo di dollari) per rappresentare la regione di Qinghai ai “Chinese National Game”. Per farlo, tuttavia, avrebbe dovuto cambiare nazionalità. Per ora non lo ha fatto, ma c’è sempre tempo per accettare. La vicenda ha scatenato la politica taiwanese, soprattutto la corrente anti-cinese. Tra le due ci fu un minimo di tensione durante la gioiosa conferenza stampa post-Wimbledon, quando la Peng rispose a una domanda rivolta alla Hsieh. Le avevano chiesto cosa significasse per Taiwan un successo del genere. La Peng prese la parola e disse che Taiwan non è da considerarsi una nazione. La Hsieh rimase in silenzio, evitando polemiche. “Io e Su-Wei siamo semplicemente amiche. Giochiamo insieme” taglia corto la Peng oggi. A distanza di mesi, la Hsieh ha detto la sua. “Non vogliamo parlare di questi argomenti. Vogliamo solo divertirci e goderci la carriera. Per noi è difficile se mettete in mezzo la nazionalità. Il tennis è il tennis, un gioco di squadra. Di tutto il resto non abbiamo bisogno”. Per adesso la coppia funziona: dopo il flop all’Australian Open, hanno vinto a Doha e Indian Wells. Ma a Miami hanno perso al primo turno contro Date-Zahlvavova. Che abbiano parlato di politica prima di scendere in campo?
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