US OPEN – La netta sconfitta contro Flavia Pennetta segna il momento più delicato nella carriera della Errani. “Entro in campo e ho voglia di uscirne”. Come fare per riprendersi? 
Il saluto tra Flavia Pennetta e Sara Errani dopo il netto successo della pugliese

Di Riccardo Bisti – 30 agosto 2013


Torna alla mente una vecchia puntata del Chiambretti Night, quando le nostre eroine di Fed Cup, agghindate come non mai, furono ospiti di Pierino la Peste. All’epoca, le stelle erano Francesca Schiavone e Flavia Pennetta. Sara Errani e Roberta Vinci erano le scudiere. Sarita, in particolare, era la più spaesata. Non faceva altro che ridere. “Ma lei ride e basta?” disse Chiambretti. Per la Errani che aveva faticato così tanto ad emergere, dopo un'evoluzione tecnica non semplice (piccola, dal gioco non appariscente, in Italia non aveva trovato nessuno che volesse seguirla a tempo pieno), arrivare in TV era il massimo. Si trovava a suo agio, esposta ma non troppo. Poi la storia si è evoluta, tramutando in realtà quello che non aveva nemmeno sognato. E così sono arrivate la finale a Parigi, la semifinale a New York, un’altra semifinale al Roland Garros e un mucchio di risultati eccezionali. Lei e Roberta sono diventate le stelle, Francesca e Flavia le comparse. Ma Sara, che è ragazza sensibile, all’improvviso ha sentito la pressione del nuovo ruolo e l’ha avvertita come un macigno. “Mi accade da un paio di settimane – ha detto, trattenendo le lacrime dopo la scoppola contro la Pennetta – è una brutta sensazione. Devo ritrovare il modo di stare in campo con la voglia di lottare. Adesso scendo in campo e non vedo l’ora di uscirne. Non vivo bene, non sono serena”. E’ strano, ma non così tanto. Possibile che chi ha giocato una semifinale a Parigi meno di tre mesi fa, con pressioni ancora maggiori, oggi sia in crisi perchè travolta dalle attenzioni (la gente che la guarda, i campi più importanti, lo status di quarta testa di serie…)? Si, è possibile. Nella vita ci sono quei momenti in cui non sai più come orientarti. Sembra tutto così grande, e la tempra non basta per sentirsi sicura.
 
Il piccolo dramma di Sara Errani mette in secondo piano il 6-3 6-1 con cui la Pennetta ha raggiunto il terzo turno allo Us Open, confermando il feeling con l’Arthur Ashe Stadium, lo stesso impianto dove qualche anno fa colse una spettacolare vittoria contro Vera Zvonareva, peraltro dopo aver annullato 6 matchpoint. Anche contro Serena Williams giocò un ottimo match. Su questo campo ha battuto anche la Sharapova…insomma, si trova bene. La Errani, invece, aveva solo la memoria della sconfitta contro Serena Williams nella semifinale di 12 mesi fa. La Pennetta ha sfruttato prima i vantaggi tecnici (“Spesso la Errani mi gioca sul rovescio, il mio colpo migliore, poi anche il lungolinea ha funzionato a dovere come mi avevano consigliato…ma penso che la differenza sia arrivata dal servizio. Ho servito proprio bene”) e poi quelli psicologici, colpendo senza pietà sulle ferite della Errani. Bravissima Flavia, dunque, anche se al terzo turno avrà un impegno tutt’altro che semplice contro Svetlana Kuznetsova, vincitrice di questo torneo nel 2004. Potrebbe essere un gustoso anticipo della finale di Fed Cup, anche perchè sembra essere in corso un rimescolamento delle gerarchie azzurre. “Quest’anno avevo giocato alcune buone partite, però oggi è stata perfetta. Sara si è disunita solo sul 3-1 al terzo, ma non ho mai abbassato la guardia. Con lei non si può mai dire”. La Pennetta non avrebbe potuto trascorrere meglio l’anniversario dell’operazione al polso (avvenuta il 30 agosto 2012), e forse ha allontanato i propositi di ritiro a fine anno. Se continua a giocare così, può senz’altro costruirsi un ottimo ranking. “Subito dopo essermi tolta i punti ho ripreso ad allenarmi. So che il lavoro paga” ha detto la Pennetta, che in questo torneo vanta ben tre piazzamenti nei quarti di finale.
 
Il “caso” del giorno, tuttavia, riguarda la Errani. Momenti così capitano a tutti. E’ normale. Ciò che conta è saperne uscire. Ad oggi, Sarita non ha mai avuto problemi di questo tipo. Era quella che ce l’ha fatta con il duro lavoro e la passione, quella che gioca con lo stesso impegno sul Centrale di uno Slam o al primo turno di un torneo ITF. Ma la testa è un colpo che va allenato così come il dritto e il rovescio. Forse, arrivando a vette inaspettate, si è trovata un tantino impreparata. Si può obiettare: “Ma come, è tra le prime 10 da oltre un anno”. Vero. Ma può darsi che abbia vissuto il periodo con una viva incoscienza, guardando in alto senza mai guardare indietro. Forse si è voltata e si è resa conto di dove è arrivata. E’ successo all’improvviso, durante il torneo di Cincinnati. “Essere testa di serie numero 4, in buona posizione per il Masters…sone cose che dovrebbero fare star meglio, invece fanno stare peggio. Devo cercare di fregarmene”. Quello che sta passando non ha nulla a che vedere con il Roland Garros: “Le due settimane di Parigi mi hanno ammazzato. Alla fine ero distrutta. Tuttavia, era una tensione positiva, mi faceva scendere in campo con la voglia di vincere. Stavolta scendo in campo e ho voglia di scappare”. In tanta tristezza, c’è un lato positivo: doppio a parte (dove peraltro deve difendere il titolo), avrà 3-4 settimane per riflettere e cercare di mettere ordine nel cuore e nella testa. Sara ha la fortuna di avere accanto persone che le vogliono un bene sincero, a partire dalla famiglia per arrivare a un coach che ha puntato su di lei quando non era nessuno. E’ da lì che deve ripartire, e rendersi conto di cosa la rende più felice. Questa è la cosa più importante. Se anche dovesse rendersi conto che preferisce allenarsi 6 ore anzichè 8, andrebbe benissimo. L’importante è tornare a veder sorridere i suoi occhioni blu. 

US OPEN 2013 – Secondo Turno
Flavia Pennetta (ITA) b. Sara Errani (ITA) 6-3 6-1