L’argentino batte Federer e si assicura il passaggio in semifinale ai danni di Ferrer, che uscirà dal torneo pur avendolo battuto. Federer sconfitto per la seconda volta di fila.
Juan Martin Del Potro ha superato Federer per la seconda volta in 13 giorni
 
Di Riccardo Bisti – 11 novembre 2012

 
“Sono più dispiaciuto per Ferrer che per la sconfitta contro Del Potro”. L’affermazione di Roger Federer certifica l’assurdità (e il fascino) della formula del Masters. Allo spagnolo non basterà un doppio 6-0 contro Janko Tipsarevic per qualificarsi in semifinale. Comunque vada, passeranno il turno Federer e Del Potro grazie alla differenza set. Ma c’è di più: tutti pensavano che allo svizzero sarebbe bastato un set per chiudere al primo posto il girone (è puntualmente avvenuto nel 7-6 4-6 6-3 incassato dall’argentino). Non è così: se Tipsarevic dovesse battere Ferrer nell’ultimo match, il primo classificato sarebbe Del Potro. In quel caso sarebbe lui ad affrontare Murray, mentre Federer pescherebbe Djokovic. Il tutto a causa di una regola che privilegia gli scontri diretti come criterio per stabilire le classifiche. Ancora una volta, la formula del Masters finisce sotto accusa. Il Round Robin, per quanto affascinante (e divertente per chi ama sguazzare con le statistiche), c’entra con il tennis come i cavoli a merenda. Proprio per questo, tuttavia, è divertente averlo per una volta all’anno. Non di più, come aveva coraggiosamente provato a fare Etienne De Villiers, ex CEO ATP, che aveva provato a introdurlo in alcuni tornei. In tanti non saranno d’accordo. A parte Rino Tommasi, storico oppositore della formula, le “vittime” come Ivan Ljubicic (nel 2006 battè Nalbandian ma passò l’argentino) e lo stesso Ferrer. Lo spagnolo sarà in volo verso Praga mentre l’argentino giocherà la semifinale. Difficile da accettare, se tre giorni prima lo hai battuto in una partita all’ultimo sangue. E’ la dura legge del Masters.
 
In un contesto surreale, con la calcolatrice in borsa, Del Potro e Federer hanno dato vita a un match divertente e ben giocato. Entrambi hanno tirato eleganti “tweener”, e ci sono stati punti di assoluto rilievo. Nel primo set, Del Potro ha cancellato tre palle break sul 3-4 (due consecutive) e ha dominato il tie-break (avanti 6-1, chiuso 7-3). Ha avuto l’unico passaggio a vuoto in avvio di secondo set, quando ha perso i primi otto punti e ha consentito a Federer di andare in fuga. Lo svizzero è stato implacabile al servizio e si è aggiudicato il set – si pensava – decisivo per il primo posto nel girone. Situazione fotocopia nel terzo set, ma a parti invertite. Del Potro sfruttava l’unica palla break e planava rapidamente verso il 6-3 finale. Per lui è la seconda vittoria consecutiva contro Federer. Una vittoria che rende meno pesante un bilancio che vede lo svizzero avanti 13-4. L’assenza di motivazioni era innegabile: tuttavia, Federer non ha mostrato il consueto killer istinct. E 42 errori gratuiti (contro i 20 di Del Potro) sono troppi. Una partita del genere, tuttavia, andrebbe rigiocata a parità di motivazioni. “Per me è sorprendente aver battuto Federer per due volte di fila. Pensavo solo al mio tennis, ad andare in semifinale. Il mio servizio sta funzionando alla grande, poi la superficie mi aiuta con gli scambi più brevi”. Tre anni fa, Del Potro battè Federer 6-3 al terzo set per poi approdare in finale. “Spero che si possa ripetere anche quest’anno” ha detto.
 
In attesa di conoscere gli accoppiamenti, Del Potro non si sente un intruso. “Ci sono tre favoriti e il sottoscritto. Può succedere di tutto, perché li ho già battuti tutti. Non importa chi affronterò in semifinale, tanto dovrò essere comunque aggressivo e prendere l’iniziativa. Murray ha molto talento, sa come disinnescare la potenza dell’avversario. Djokovic è altrettanto pericoloso”. In fondo, nulla è precluso per il primo giocatore capace di battere Federer per due volte di fila al coperto dopo 10 anni. Federer, da parte sua, resta in corsa per diventare il primo a vincere le ATP World Tour Finals per tre volte di fila dai tempi di Ivan Lendl. Si giocava al Madison Square Garden di New York. Erano altri tempi.