Dopo tanti anni, Fabio trova finalmente il feeling con Roma. Sotto le statue del Pietrangeli schianta Dimitrov ed è l'unico azzurro agli ottavi. "Era la vittoria di cui avevo bisogno, da un paio di mesi mi sento nuovamente bene". Adesso sfida Berdych e può (almeno) sperare.L'Italia ha trovato il suo Leone. Lo spirito gladiatorio che “possiede” gli italiani quando giocano al Foro Italico, specialmente sotto le statue del Campo Pietrangeli, era venuto meno in questa edizione. Quando le speranze sembravano perdute, Fabio Fognini ha trovato il miglior match dell'anno, forse uno dei migliori in carriera. E' stato splendido, meraviglioso, ha trovato la perfetta simbiosi con la gente del Foro Italico. Una simbiosi che aveva chiesto nei giorni scorsi. Fabio ha bisogno del pubblico, ma negli ultimi anni non era scattata la scintilla. E' arrivata, potente ed esaltante, in un tramonto qualsiasi che ha ricordato quelli di tre anni fa, quando Andreas Seppi battè Wawrinka e Isner al termine di due battaglie clamorose. Fabio ha centrato gli ottavi battendo Grigor Dimitrov con il punteggio di 7-6 4-6 6-0, mostrando un giocatore tutto nuovo, strepitoso sul piano tecnico e ottimo su quello mentale. Impeccabile nell'atteggiamento, ha confermato nel momento più difficile i miglioramenti già visti negli ultimi due mesi. Miglioramenti sensibili: contro Dimitrov aveva perso a Monte Carlo, poi a Madrid, sembrava una maledizione. Invece abbiamo visto tre set di livello siderale, contro un Dimitrov tutt'altro che arrendevole, anzi. E' calato negli ultimi due game, ma solo perchè aveva capito che non c'era nulla da fare. Fabio è stato grande nel momento più difficile, la perdita del secondo set. Tanti pensavano a una resa, magari a un crollo. Niente di tutto questo. Fabio ne è uscito da dominatore, come riesce solo ai campioni. La chiave del match è stata il primo set, super-equilibrato, in cui Fabio ha vinto un tie-break pieno di highlights. Avrebbe potuto vincerlo quando è salito 6-4 (ma lì Dimitrov ha giocato due grandi punti), avrebbe potuto perderlo quando è finito in svantaggio, ma si è sempre cavato d'impiccio. E lo ha vinto con una volèe alta di rovescio, baciata dalle divinità tennistiche. Dopo aver colpito il nastro, è morta sul campo del bulgaro.

UNA VITTORIA ATTESA A LUNGO
Nel secondo set Dimitrov ha cambiato marcia, ma Fognini ha trovato il controbreak del 3-3 con un passante di rovescio, in corsa, che aveva del paranormale. Poi ha incassato un break che ha portato Dimitrov a servire sul 5-4. In quel momento c'è stato l'unico scatto di nervosismo, ma anche quello aveva un sapore positivo. E' paradossale, ma non c'erano i sentori negativi già trasmessi tante volte. Nel game successivo si è trovato 0-40 sul servizio del bulgaro “ma lì non mi ha fatto toccare palla e mi sono girate le scatole per come è andata. Ma nel terzo ho rimesso i piedi dentro il campo ed è venuta fuori quella una grande vittoria, credo”. Già, forse ha giocato il miglior set della sua carriera. Sembrava un videogame comandato da un magico joystick. Ha trasmesso una sensazione che ci avevano dato campioni come Davydenko, Nalbandian, ovviamente Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Non sappiamo se Fognini potrà esprimersi ogni volta a questi livelli. Dovesse farcela, i top-10 sarebbero garantiti, peraltro dopo averli sfiorati poco più di un anno fa. “E' stata la vittoria che aspettavo – ha detto in conferenza stampa, prima di scendere in campo per il doppio (poi perso) – sapevo di avere le armi per batterlo ed è venuta fuori una bella partita, sotto tutti i punti vista”. Non c'è dubbio che dietro il Fognini “3.0” ci sia un importante lavoro alle spalle, soprattutto fuori dal campo. “Non voglio entrare nei dettagli di quello che sto facendo, ma è vero che da un paio di mesi mi sento nuovamente bene in campo. Avevo giocato belle partite, con la sola parentesi di Monaco di Baviera, dove avevo un pizzico di influenza”.

LA SFIDA A BERDYCH E LA LEGGE DEI GRANDI NUMERI
A Roma, un successo del genere vale doppio. “Sono contento di tutto: prima di tutto del livello, poi questa vittoria mi serviva. Avevo chiamato i romani e loro mi hanno risposto. Finalmente mi hanno visto, e io ho visto loro. Mi mancava il giusto feeling con la gente, con l'ambiente. Adesso finalmente l'ho trovato”. Il bacio a Flavia Pennetta dopo il matchpoint, e gli applausi convinti alla gente, sono i simboli di una giornata da ricordare. Ma non c'è tempo per festeggiare: negli ottavi troverà un avversario durissimo, quel Tomas Berdych che ha messo fine alla corsa di Matteo Donati. Berdych è numero 5 ATP, sembra una montagna insormontabile, eppure…eppure si può sperare. Intanto perchè Fabio lo ha già battuto due volte, entrambe sulla terra battuta, sempre a Monte Carlo, nel 2009 e nel 2013. ”La vittoria contro Dimitrov non cambia nulla, il match non sarà né più facile né più difficile. Mi troverò di fronte un avversario fortissimo, spero di portarla dalla mia parte”. Un altro elemento induce all'ottimismo: Fognini ha ammesso di rendere al meglio contro i giocatori più forti, quelli con un ranking migliore. “Nella mia carriera è sempre stato così, anche se ormai giocano tutti bene”. Come a dire che è una questione mentale. Tra l'altro, Berdych sta vivendo una stagione eccezionale: è arrivato in fondo a tutti i tornei e ha perso solo contro top-10. Per la legge dei grandi numeri, prima o poi dovrà capitare un passo falso….

INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA – Secondo Turno
Fabio Fognini (ITA) b. Grigor Dimitrov (BUL) 7-6 4-6 6-0