da Monte-Carlo, Cristian Sonzogni – Foto Getty Images
Sembrava di essere ai Mondiali di calcio. È partito anche il coro da stadio, alla fine, sul Centrale del Country Club. Un Centrale straripante di entusiasmo per Fabio Fognini, ancora una volta capace di sorprendere in positivo, battendo per 7-6 6-2 Richard Gasquet. Che in questo caso non si può definire esattamente 'idolo di casa' considerato che il pubblico presente oggi era schierato nettamente dalla parte dell'azzurro. Si tratta della prima semifinale italiana a Monte-Carlo dopo 18 anni. Era il 1995 quando Andrea Gaudenzi perse una partita drammatica contro Thomas Muster, poi vincitore del torneo su Boris Becker in finale. E sono passati 36 anni dalla finale di Corrado Barazzutti, il miglior risultato dei nostri nell'Era Open.
L'incontro di oggi è stato condizionato da un parziale di undici punti a zero. Quello che ha deciso il primo set, e forse l'intero confronto, in favore di Fabio Fognini. Il ligure, costretto ad annullare un setpoint sul 4-5, aveva cominciato a dare segni di vita sul 5-5, quando si era procurato una palla break con una bella palla corta di diritto, annullata da Gasquet con un fulmine di rovescio. Poi, dal 5-6, Fabio ha raccolto il game a zero, giocando in seguito un tie-break perfetto: 7-0, con cinque punti vincenti, conditi da due regali del francese. Un finale che ha riscattato un inizio stentato, per una partita iniziata in un clima un po' dimesso e che ha visto addirittura quattro break nei primi sei game. Dopo i tanti errori che avevano contrassegnato il primo parziale, all'inizio del secondo il livello è salito: Fognini ha continuato a giocare bene, prendendo fiducia e rischiando qualcosa in più. Mentre dall'altre parte della rete c'era un Gasquet sempre più scorato, sempre più convinto di essere sulla strada della sconfitta. La dimostrazione palese è arrivata sulle palle break che hanno consegnato a Fognini il 4-2: il suo avversario ha provato due serve&volley decisamente velleitari, gli è andata bene sul primo ma non sul secondo.
E da quel momento il match è finito. Il francese, nonostante la cura Piatti, non perde quell'antico vizio di mettersi a remare qualche metro fuori dal campo. Una posizione in cui difficilmente i suoi colpi possono fare male. Ma in questo risultato c'è tanto del nuovo Fognini. Un ragazzo che sta maturando anche attraverso le sconfitte (come quella del doppio di Davis) e che a ogni partita sembra riuscire a mettere insieme i pezzi di un bel puzzle. Fabio è migliorato tecnicamente, sotto la guida di Perlas, ma soprattutto sembra in grado di fare le scelte giuste al momento giusto, tenendo mentalmente nei momenti che contano. Come contro Berdych, come nel tie-break contro Gasquet. Una partita, quella col francese, nella quale comunque non si è visto un Fognini perfetto, ma attento. Ed è proprio la consapevolezza di avere dei margini di crescita, a dover consegnare al ligure di Arma di Taggia un'ulteriore dose di fiducia. Ora troverà in semifinale Novak Djokovic, che ha dimostrato di non essere al top durante la settimana, ma che contro Nieminen ha chiuso con una certa tranquillità: 6-4 6-3. Intanto è sicuramente top 30, e sarà interessante vederlo giocare per nuovi traguardi, con nuove ambizioni. Perchè Fognini si esalta quando arrivano i grandi palcoscenici e gli avversari di prestigio. E allora questo potrebbe essere davvero l'inizio di una seconda carriera, quella di un potenziale top 10 che attendiamo da oltre trent'anni.
Rafa rischia
Dove non era mai riuscito il Federer vero, battere Nadal a Monte-Carlo, ha rischiato di farcela il 'Piccolo Federer'. Rafa mantiene intatta la sua imbattibilità monegasca degli ultimi nove anni, ma rischia molto contro un ispiratissimo Grigor Dimitrov. Il 21enne bulgaro entusiasma il Centrale del Country Club, fino a portarlo dalla sua parte. In particolare verso la conclusione di quello che può essere considerato come il miglior match della settimana, uno dei migliori visti in questo torneo negli ultimi anni. Eppure pareva tutto facile per Rafa, capace di volare sul 6-2 in un primo set dominato, dove l'iberico sembrava particolarmente centrato, mentre Dimitrov non riusciva a essere abbastanza incisivo. Poi qualcosa è cambiato, perchè il talento dell'Est ha cominciato a trovare la misura dei colpi, aiutato anche da qualche errore di troppo del maiorchino, in particolare col diritto. Così allo scadere della prima ora di gioco arrivava il break del 4-2, prologo a un 6-2 che lasciava molti osservatori sorpresi, ma che è scaturito più da demeriti dello spagnolo che da meriti del bulgaro.
La parte migliore del match, però, doveva ancora arrivare. Nel terzo set, infatti, i due hanno alzato il livello di gioco riuscendo a dar vita a un match entusiasmante, impreziosito dal confronto di stili e dalle tante emozioni che ha regalato. Dimitrov riusciva davvero a emulare Re Federer (impressionante la somiglianza sul rovescio), giocando alcune soluzioni di altissimo livello, sia in attacco sia (sorpresa) in difesa. Sul 4-4 la svolta, col bulgaro un po' stanco ma ancora capace di mantenere un ritmo alto. Qui, Rafa riusciva ad agguantare il break che spezzava l'equilibrio. Nel game successivo non bastavano, a un Dimitrov colpito pure dai crampi, la reazione d'orgoglio dal 30-0 al 30 pari e un diritto pazzesco per annullare il primo matchpoint. Il secondo, dopo due ore e otto minuti, chiudeva il confronto. Tra gli applausi di un pubblico che ha visto probabilmente un pretendente concreto per gli Slam dei prossimi anni.
Tsonga in semi
Si è salvato l'altro idolo dei francesi, Jo Wilfried Tsonga. Opposto a un Wawrinka ispirato e reduce dalla bella prestazione con Murray, Jo ha subito in partenza, rimediando un pesante 6-2. Poi però ha ritrovato gioco e coraggio, ha migliorato la resa al servizio (da un modesto 50 per cento in avvio), ha anche saputo reggere in fase difensiva e infine ha costretto il rivale a commettere qualche errore in più. Così il secondo set è finito 6-3, il terzo 6-4. E in due ore e 10 minuti Tsonga si è qualificato per una semifinale da 'mission impossible' contro Rafa Nadal. È l'undicesima sfida tra i due (7-3 il bilancio per Rafa) ma solo la seconda sulla terra, dopo quella dominata dal maiorchino in Davis nel 2011. Allora finì 6-0 6-2 6-4. Stavolta c'è un Nadal che non può ancora essere al top, che oggi ha sofferto ma che sta dimostrando di essere comunque pronto a tornare il cannibale che era.