A inizio carriera, quando ha iniziato a frequentare l'ATP di Umago, Fabio Fognini sperava di diventare il nuovo Carlos Moyà, suo idolo d'infanzia e capace di vincere il torneo per cinque volte. Per ora il palmares è ben distante da quello dello spagnolo, ma Fabio continua a recarsi ogni anno sulle rive dell'Adriatico e spesso gioca bene. A volte benissimo. Non ha avuto bisogno di giocare al 300% per battere Damir Dzumhur, primo bosniaco a passare un turno nella storia del torneo (giunto alla 26esima edizione). Fabio è nei quarti per il terzo anno di fila grazie a un 6-3 7-5 che fa ben sperare. Abbiamo visto un Fognini attento, ben concentrato, “focus” sull'obiettivo. Vuoi perché Umago gli piace, vuoi perchè quest'anno può segnare la piccola svolta di una stagione a intermittenza. Lo ha spiegato dopo la partita: “E' sempre bello vincere due match consecutivi – ha detto il ligure – vengo da una prima metà dell'anno difficile, sto cercando di ritrovare buone sensazioni sul campo da tennis. Mi piace molto giocare a Umago, si trova vicino a casa e ho gli amici con me, cosa che non capita troppo spesso”. La presenza delle persone care è un fattore positivo, ma quello del 2015 è un Fognini ben concentrato. Intanto c'è con lui Josè Perlas, non sempre presente in passato a questo torneo, e più in generale ci sono meno fonti di distrazione. Per Fabio, gran lavoratore ma anche ragazzo molto socievole, è importante restare ben concentrato. Si è visto contro Dzumhur, dove l'inizio è stato addirittura esagerato. Ha intascato i primi 13 punti e per poco non saliva 4-0. Ma poi il bosniaco ha trovato un buon tennis e lo ha riagganciato. Il grado di concentrazione di Fognini si vede dai dettagli: e stavolta i dettagli sono positivi. Si è preso il 5-3 con una bella risposta vincente e ha vinto il primo set con autorità.
FABIO "SALVA" GLI ORGANIZZATORI E BOB SINCLAIR
Anche nel secondo è rimasto ben concentrato, nonostante Dzumhur abbia iniziato a giocare bene soprattutto con il rovescio. Il bosniaco ha limiti precisi, ma gioca un buon tennis. E' salito 4-1 e gli organizzatori hanno sudato freddo, poiché un eventuale terzo set avrebbe ulteriormente tardato l'attesa esibizione tra Moyà e Magnus Norman (vincitore a Umago nel 1999), prevista alle 21.30 ma iniziata con oltre mezz'ora di ritardo. Fabio ha alzato il livello di concentrazione, ha rimesso in piedi il set e ha trovato un break sul 5-5 dopo che avrebbe potuto infilarlo già sul 4-4. Una buona vittoria, ottima soprattutto per le sensazioni, e impreziosita dalla presenza in tribuna del noto DJ Bob Sinclair, grande appassionato di tennis e coinvolto nell'esibizione Moyà-Norman. Nei quarti non ci sarà l'atteso derby con Andreas Seppi. Andy non aveva spinto molto in allenamento e si è visto nel doppio 6-2 incassato da Joao Sousa, galvanizzato dal super-punto giocato al primo turno contro Toni Androic (un pallonetto-tweener vincente). Risultato troppo severo per essere vero, ma lo stesso Seppi non ha cercato scuse: “Non mi sono sentito troppo bene in campo, soprattutto in queste condizioni. Ho saltato quasi tutta la stagione su terra battuta e questo non mi ha aiutato a trovare il ritmo. Inoltre lui è molto duro da battere”. Magari darà qualche consiglio a Fabio, che comunque ha già battuto Sousa lo scorso anno a Monte Carlo. Ma magari no, visto che Umago può riaccendere la lotta per il numero 1 italiano. In tanti, a partire dai giocatori, dicono che non è importante. In parte è vero, ma la leadership nazionale offre tanti vantaggi e benefit.
ITALIA, UN TORNEO D VINCERE
Lasciamo perdere il ranking ATP e focalizziamoci sulla Race stagionale, quella che davvero conta ai fini della classifica di fine anno. In questo momento Seppi è 21esimo con 980 punti, mentre Fognini è 32esimo con 765 (già diventati 810 con i quarti a Umago). Adesso arrivano due settimane decisamente favorevoli al ligure, che dopo Umago andrà ad Amburgo (teatro dello splendido successo di due anni fa) e a Kitzbuhel. Ottime occasioni per intascare punti e provare ad avvicinare Andreas. Poi ci sarà il mese negli States, con il trittico Canada-Cincinnati-Us Open, dove i due partono più o meno alla pari. Dopo la Davis, l'oriente e l'indoor sembrano leggermente favorevoli a Seppi. Insomma, difficile fare un pronostico anche se questo Fognini rende ottimisti. I top-10 sono lontanissimi a causa di alcuni treni persi, ma i top-20 non sembrano irraggiungibili poiché distano circa 300 punti. Stesso discorso per Seppi, lontano appena un centinaio di punti da Jo Wilfried Tsonga, attualmente 20esimo. Dopo lo Us Open avremo le idee più chiare: intanto Fabio cercherà di prendersi il quarto titolo ATP (come mai riuscito a un Italiano negli ultimi 35 anni) e finalmente primo sigillo azzurro in Croazia, dove non abbiamo mai vinto nonostante quattro finali, l'ultima acciuffata proprio da Fognini nel 2013. Sarebbe ora.
ITALIA, MALEDIZIONE UMAGO
2003 Carlos Moyà b. Filippo Volandri 6-4 3-6 7-5
2004 Guillermo Canas b. Filippo Volandri 7-5 6-3
2010 Juan Carlos Ferrero b. Potito Starace 6-4 6-4
2013 Tommy Robredo b. Fabio Fognini 6-0 6-3