Niente ottavi a Madrid per Fabio, stoppato 3-6 6-2 7-5 da Grigor Dimitrov. Sconfitta che fa meno male del solito: ha mancato il colpo del KO, ma ha tenuto vivo un terzo set complicatissimo. Decisivi un paio di episodi sfortunati.Perdere dà sempre fastidio, ma non tutte le sconfitte sono uguali. Per esempio, il 3-6 6-2 7-5 con cui Grigor Dimitrov ha messo fine al Masters 1000 di Madrid di Fabio Fognini porta comunque con sé qualche aspetto positivo. Brucia, perché Fabio ha mostrato per lunghi tratti di potercela fare, ma piace per il modo in cui il ligure è rimasto attaccato a un terzo set che gli pareva sfuggito di mano almeno un paio di volte. Se nel tennis si può parlare di sfortuna, Fognini l’ha avuta, pagando un paio di episodi poco favorevoli nella fase decisiva, quando l’inerzia poteva girare dalla sua parte. Il terzo set è stato un insieme di momenti difficili: prima la palla-break in apertura annullata da Dimitrov con uno smash incredibile da fondo campo, poi lo 0-3, quindi la rimonta interrotta da un nuovo break che pareva quello definitivo. Invece non lo è stato, perché Fabio ha alzato l'asticella di qualche altro centimetro ed è rimasto attaccato al match come gli si vede fare raramente. Ha presto dimenticato le situazioni negative e dato chiari segnali al rivale sul 4-5. Al momento di servire per rimanere nel match ha tenuto per la prima volta la battuta a zero e sembrava pronto alla zampata decisiva, invece è crollato nel dodicesimo game, aperto bene da Dimitrov e chiuso da un nastro sfortunato e un diritto fuori di millimetri. Nel set decisivo hanno vinto 36 punti a testa, ma se il punteggio racconta di due game di differenza, qualcosa vorrà pur dire. E non solo che Dimitrov ha vinto quelli più importanti. A costo di sembrare troppo patriottici, per una volta lo possiamo dire: pazienza. È vero che c’era un bell’ottavo di finale da giocare con Wawrinka, una che non se la sta passando benissimo, e pure la possibilità di tornare a vincere uno via l’altro un paio di match di livello, ma perdere così contro il numero 11 del mondo ci può stare.
 
QUELLE CINQUE PALLE-BREAK NEL SECONDO…
L’importante è ripartire subito, facendo tesoro dei tanti insegnamenti che il match gli ha offerto. Ha capito che l’atteggiamento è importante, sia per sé stesso sia per non mostrare segnali di cedimento all’avversario. Sullo 0-3 del terzo sarebbero bastati un paio di punti negativi per chiudere i conti, invece c’è stata partita ancora a lungo, e Fabio ha obbligato Dimitrov ad andare a prendersi la vittoria. Una banalità? Per Fognini tutt’altro. Riavvolgere il nastro di una settimana per trovarne la conferma. Detto degli aspetti positivi, giusto evidenziare anche il frangente in cui Fabio ha avuto la chance di ammazzare la partita, ma non ce l’ha fatta. Dopo un primo set perfetto, in cui ha mischiato le carte al rivale chiudendolo nell’angolo del rovescio senza mai lasciargli fare gioco, Fognini si è demoralizzato dopo aver mancato cinque palle-break per salire 2-1 e servizio, finendo per perdere dodici punti consecutivi. Bravo Dimitrov che in quel momento ha limitato i tanti errori giocando bene sulla gran parte delle chance concesse, ma un giocatore del livello di Fognini non può passare in pochi istanti dal potenziale colpo del KO a un 1-4 che significa set perso. Ha mostrato di sapere bene come far male a Dimitrov, alzando la traiettoria sul suo rovescio prima di aprirsi il campo col diritto, ma appena ha visto che funzionava meno ha perso convinzione. Un errore costato caro: ha permesso al bulgaro di entrare nel match, ma soprattutto l’ha portato a fare un passo dentro al campo, una delle chiavi della rimonta vincente. Dal punto di vista dell’atteggiamento, comunque, un nuovo passo avanti. Prossimo appuntamento gli Internazionali d’Italia. Quale occasione migliore per fare definitivamente pace con sé stesso?

MASTERS 1000 MADRID – Secondo turno
Grigor Dimitrov (BUL) b. Fabio Fognini (ITA) 3-6 6-2 7-5