L'azzurro si fa travolgere dalla pressione e gioca una brutta partita contro Lukas Rosol. Il ceco ha espresso un grande tennis, ma in campo non c'era il vero Fabio.
Da Roma, Riccardo Bisti – 12 maggio 2014
Non lo immaginava così, Fabio Fognini, il suo Foro Italico 2014. L’avventura è durata appena 67 minuti, su un Campo Centrale non ancora gremito. Sperava di godersi i pienoni dei prossimi giorni, invece si è arreso con un netto 6-3 6-2 a Lukas Rosol, avversario tanto imprevedibile quanto incostante. Fabio è stato letteralmente travolto dalla pressione, dal desiderio di fare bene in un torneo dove non aveva mai combinato granchè. La maglietta fosforescente non ha illuminato una giornata dove sole e nuvole si sono mischiate a intermittenza. Ma quando Fabio era sull’orlo del baratro, il sole era ormai scomparso. La metafora è poco originale, ma adatta a descrivere un torneo partito tra mille speranze e terminato con un ace di Rosol, centrale, da sinistra, proprio come un paio d’anni fa sul Centre Court di Wimbledon. Allora, l’avversario si chiamava Rafael Nadal. Forte di quell’esperienza, il ceco ha offerto una prestazione di alto livello. Il braccio ha supportato i rischi, mantenendo in equilibrio il numero di colpi vincenti ed errori gratuiti. Bilancio in passivo per Fognini, anche se molti degli errori sono arrivati su recuperi disperati. Sulla partita non c’è molto da dire: un break è stato sufficiente a Rosol per aggiudicarsi il primo set. Il pubblico, tuttavia, sperava che l’emozione dell’esordio passasse in fretta. L’allarme è diventato rosso quando Rosol ha preso un break in avvio di secondo set. A quel punto, Fabio non è più riuscito a restare a galla. In tutto il match, non ha avuto palle break. Quando è arrivato il 5-2 “pesante”, è svanita ogni speranza.
PARALIZZATO DALLA PAURA
Onore a Rosol perché ha adottato la tattica giusta. Pur di non far prendere il ritmo a Fognini, ha preso rischi talvolta eccessivi. Il suo schema era chiaro: picchiare a più non posso, anche a costo di tirare sui teloni di fondocampo. Sapeva che un match di battaglia, con scambi lunghi e lavorati, lo avrebbe condannato. Tuttavia, la sconfitta è figlia soprattutto della tensione (eccessiva) che Fabio si è messo addosso. Aveva una paura folle, a volte sembrava quasi che non si attivassero i muscoli per colpi elementari, solitamente tirati a occhi chiusi. La ragione di tante risposte sbagliate e servizi a bassa velocità non può essere solo tecnica. Parte tutto dalla testa, dalla voglia di non deludere se stesso e tutte le persone che gli stanno vicino e lo seguono con affetto. La classifica non ne risentirà granchè (lo scorso anno perse al secondo turno contro Nadal), ma è importante ricostruire in fretta in vista del Roland Garros. Le aspettative sono alte, ma paradossalmente avrà meno pressione. Fabio ha già fatto grandi cose a Parigi, a maggior ragione può ripetersi quest’anno. Per Roma se ne parlerà tra 12 mesi, nella speranza che questo step di maturazione (evidentemente il più difficile) sia compiuto.
"MERITAVO ANCORA PIU' FISCHI…"
Pur con qualche sorriso, Fabio non ha nascosto la delusione. “Rosol ha messo tutto dentro. Ha giocato meglio di me, meriti a lui. Nel primo set ho preso un break stupido, poi quando uno come lui va in vantaggio è dura riprenderlo”. Quando gli hanno chiesto se gli avversari hanno iniziato a prendergli le misure, magari dopo averlo studiato a dovere, Fognini ha respinto la tesi. “Nelle ultime tre sconitte ho trovato giocatori molto particolari, diversi nello stile. Gente come Klizan o Dolgopolov può giocare molto bene oppure molto male. Mi hanno sorpreso, ma giocatori come loro ce ne sono pochi”. Fabio ha poi tirato una frecciata al pubblico, che ha accompagnato con qualche fischio l’uscita dal campo. Quando gli hanno chiesto se meritava questo trattamento, ha ironizzato: “Mi meritavo anche di più. La verità è che sono più deluso di loro, ma quest’anno credo di avere fatto molto per l’Italia, vincendo 5 match su 6 in Coppa Davis. E dopo quattro mesi sono ancora tra i top-10 nella Race. Però non posso cambiare la mentalità di tutti”. In una giornata certamente negativa, tuttavia, ha trovato il lato positivo: “Sarà fondamentale trovare la giusta condizione fisica, perché dopo Monte Carlo è scesa parecchio. Diciamo che avrò più tempo per preparare il Roland Garros”.
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