Uno strepitoso Fognini batte anche Almagro e vola in finale ad Amburgo. Dovesse vincere, sarebbe il titolo più importante per un italiano negli ultimi 35 anni. Anche se in finale non troverà Federer.
Fabio Fognini è già certo di entrare tra i top 20 ATP
Di Riccardo Bisti – 20 luglio 2013
Quella di Amburgo 2013 può essere una settimana storica. Fabio Fognini è già entrato nel gotha del tennis italiano di tutti i tempi, ma non ha intenzione di fermarsi. I numeri non hanno sentimenti, ma rendono l’idea dell’incredibile momento di forma che sta vivendo il ragazzo di Arma di Taggia. Battendo Nicolas Almagro con il punteggio di 6-4 7-6, ha raggiunto la finale al torneo ATP 500 di Amburgo (1.230.500€, terra). E’ già un risultato storico, perché nessun italiano era andato così avanti nei tornei di questa categoria, peraltro istituiti nel 2009. Prima di allora, quando avevano una diversa denominazione, l’ultimo a fare altrettanto era stato Davide Sanguinetti, finalista nel 2001 a Memphis, che peraltro l’anno prossimo perderà lo status di “500” in favore di Rio de Janeiro. L’ultimo successo è quello di Omar Camporese a Rotterdam 1991, quando infilò una splendida cavalcata battendo Ivan Lendl al termine di una finale thriller. Fu quella l’unica occasione, nell’epoca Post-Panatta, in cui un giocatore italiano ha trasmesso l’idea di giocare alla pari con i primissimi. E il successo di Rotterdam resta il più importante firmato dal tennis italiano negli ultimi 35 anni. Per trovare un trionfo ancora più importante bisogna risalire addirittura al 1977, quando Paolo Bertolucci vinse ad Amburgo (quando era ancora l’equivalente di un Masters 1000). Sempre quell’anno, Corrado Barazzutti si impose al torneo indoor di Parigi battendo in finale Brian Gottfried in cinque set. Era l’antesignano del torneo di Bercy, nato qualche anno dopo. Sfidiamo la cabala e proviamo a collocare nella storia un eventuale successo di Fabio al Rothenbaum Club: d’altra parte, questo torneo non ha mai portato molta fortuna a chi lo ha vinto: Carretero, Portas e Aguilera non hanno avuto carriere all’altezza dei loro successi, ed anche altri giocatori più blasonati (Coria e Medvedev su tutti) hanno sofferto della “Maledizione di Amburgo”. Ma Fabio non crede a queste cose, ed è convinto che un eventuale successo sarebbe un ulteriore passaggio verso un crescita che potrebbe portarlo tra i primi 10.
Sarebbe il successo più importante negli ultimi 30 anni di tennis italiano? Noi pensiamo di si, anche se il nome del finalista potrebbe influire in negativo. Nel 1991, Camporese trionfò a Rotterdam battendo i seguenti giocatori: Eric Jelen (n. 61 ATP), Alex Antonitsch (n. 67), Karel Novacek (n. 26), Paul Haarhuis (n. 62) e Ivan Lendl (n. 3). La media-ranking degli avversari battuti era di 43,8. Quella di Fognini sarebbe leggermente inferiore: la media sarebbe 51, leggermente inferiore perché “sporcata” da Federico Delbonis, che nella seconda semifinale ha sorpreso Roger Federer in due tie-break. Tuttavia, il Delbonis di oggi vale ben più della 114esima posizione. E i successi contro Haas e Almagro sono risultati notevoli. Senza dimenticare il contesto in cui tutto ciò sta avvenendo: Fabio è reduce dal successo a Stoccarda, quindi sarebbe solo la seconda volta che un tennista italiano vince due tornei uno dopo l’altro. L’unico precedente risale al magico 1976, quando Adriano Panatta vinse Roma e Roland Garros uno dopo l’altro. Oltre a essere i due successi più importanti dell’Era Open, arrivarono addirittura in sequenza poiché all’epoca non c’era la settimana-cuscinetto di oggi. La storia insegna quanto sia difficile vincere un torneo subito dopo averne vinto un altro, quindi anche per questo l’impresa di Fognini sarebbe superiore a quella di Camporese. 22 anni fa, l’ex ragazzo di Borgo Panigale si presentò in Olanda freschissimo, giacchè la settimana prima aveva perso al secondo turno al vecchio torneo indoor di Stoccarda (guarda un po’, sempre Stoccarda…) contro l’allora numero 1 Stefan Edberg. C’è poi il discorso legato al ranking: con questo successo, Fognini è certo di entrare tra i top 20 (ottavo italiano a riuscirci): grazie alla sconfitta di Kevin Anderson a Bogotà, è già certo di eguagliare la 19esima posizione di Renzo Furlan. Camporese si presentò a Rotterdam da numero 42 e salì in 28esima posizione. Insomma, un eventuale successo di Fognini avrebbe un peso specifico ancora maggiore.
Per conquistare la finale, Fabio ha giocato l’ennesima partita sontuosa contro Nicolas Almagro, in cui ha confermato per l’ennesima volta la ritrovata capacità di giocare bene i punti importanti. Stavolta si è superato. Nel primo set ha trovato il break in avvio (in realtà, è stato aiutato da un banale errore di Almagro sulla palla break) e lo ha tenuto con i denti fino all’ultimo, rimontando da 30-40 nell’ultimo game. Più lotta nel secondo: avanti di un break, Fabio subiva il ritorno di Almagro e rischiava di farsi superare. Eppure annullava ben cinque palle break (due sul 2-3, due sul 3-4 e una sul 4-5, che era anche un setpoint) e dominava il tie-break, mandando all’aria i piani tattici dello spagnolo. Appena poteva, Fabio prendeva in mano il gioco ed era chirurgico nel procurarsi il punto, soprattutto con il dritto, sia in direzione anomala che incrociata. La prossima settimana, Fognini giocherà ad Umago (non dovrebbe dare forfait, visto che è una tappa fissa del suo calendario) poi tirerà il fiato in vista dell’importante stagione sul cemento americano, quando scopriremo se Fabio è diventato un top-player a tutto tondo. Sulla terra battuta lo è già.
ATP 500 AMBURGO
Semifinali
Fabio Fognini (ITA) b. Nicolas Almagro (SPA) 6-4 7-6
Federico Delbonis (ARG) b. Roger Federer (SUI) 7-6 7-6
Finale
Fabio Fognini (ITA) vs. Federico Delbonis (ARG)
Domenica ore 15, diretta SuperTennis e Sport 1
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