L'azzurro perde al tuffo finale contro un ottimo Berdych ma emoziona il Foro Italico con una grande partita. C'è rabbia, ovviamente, ma la consapevolezza di essere tornato quello del best ranking. E con le sue performance romane ha conquistato tanti nuovi tifosi.

ROMA – Ua partita speciale. Fabio Fognini è arrivato ad un passo dal sublime godimento, dalla definitiva consacrazione di come idolo del Foro Italico, con un'attesa spasmodica per il quarto di finale contro Roger Federer. Peccato che la vita non sia un film, dove puoi sceglierti il finale preferito. E' molto più crudele. Lo è ancora di più se pensiamo alla tavola imbandita dall'azzurro, dove sperava di poter festeggiare con Flavia Pennetta, l'appassionato papà Fulvio e tutti quelli che non hanno abbandonato il carro quando le cose andavano male, quando Fabio aveva bisogno di qualcuno che gli stesse vicino. Invece è uscita la classe, impressionante, di Tomas Berdych. Contro un Campo Pietrangeli che trasudava passione, ha giocato un tie-break da Signore del Tennis. Lo è diventato quest'anno sotto la guida di Daniel Vallverdu, coach più giovane di lui che si è costruito nell'ombra di Murray ed è rapidamente diventato uno dei migliori in circolazione. Quest'anno sta esplodendo: gli manca un passettino per agganciare i migliori, ma se continua così li acciufferà. Ha vinto 32 partite su 40, perdendo soltanto contro i top 10. Il peggiore? David Ferrer, che lo ha battuto in finale a Doha. Questo rende l'idea della sua qualità, della Muraglia Ceca che Fabio ha dovuto fronteggiare. Una muraglia imperscrutabile, glaciale. Dal catino del Campo Pietrangeli si annusavano sapori, umori e odori di oltre 4.000 spettatori indemoniati. C'erano almeno quattro file di spettatori in piedi, dopo l'ultimo gradone della tribuna. Ci domandiamo cos'abbiano visto quelli in fondo. Forse volevano soltanto prendersi la libidine psicologica di dire: “Io c'ero”. Eppure Berdych non ha fatto un piega. Che campione.

A UN PASSO DALLA FESTA, POI L'INCUBO
Fognini rimpiangerà a lungo le due palle break nel primo game del terzo set, quando l'inerzia era tutta a suo favore. Aveva perso il primo set con un break in avvio, ancora contratto. Poi aveva rimesso in piedi il set con quattro game da urlo nel secondo (da 1-2 a 5-2, aiutato da un paio di regali del ceco nel game del 2-2) e non soffriva più nei suoi turni di battuta. Inoltre ha dominato con il dritto: ha tirato il quadruplo dei vincenti di Berdych, disinnescandolo nel fondamentale più temuto. Le occasioni, dicevamo. In quel game, Berdych era salito 40-0. Fabio l'aveva risucchiato, ma sulla prima occasione ha messo un banale rovescio in rete. Sulla seconda è stato bravo il ceco. C'era ancora tanto da giocare, ma resteranno le uniche due palle break di tutto il set. I due sono arrivati rapidamente sul 5-5, quando Berdych ha avuto un altro game problematico, ai vantaggi. Sul 5-6, Fognini ha azzannato il tie-break con un spettacolare dritto incrociato e un ace. Era tutto pronto per la festa. Invece, l'incubo. Dopo un mini-break nel primo punto, Fabio ha si trovato davanti un muro insormontabile. Berdych non ha sbagliato nulla, lui ha commesso un paio di errori evitabili e il sogno è finito lì, nell'ombra del tramonto. In mezzo alla gente c'erano tanti spettatori tra quelli che nel 2012 avevano accompagnato le imprese di Andreas Seppi. Allora si finì con le luci artificiali, stavolta non c'è stato bisogno. Una crudele metafora: Fabio non è riuscito ad accendere il Foro Italico.

CUORE E FUTURO
Però ha scaldato i cuori ed esce a testa alta, ottimista più che mai. L'esempio deve essere proprio Berdych: due anni più anziano, ha trovato il salto di qualità quando sta per entrare nel club degli “enta”. Vuol dire che può farcela anche Fabio, forte di una maturità improvvisamente ritrovata dopo che qualcuno aveva temuto un calo irreversibile. Adesso Fognini è tornato e può sperare. In conferenza stampa era tranquillo, consapevole di essere tornato quello di un paio d'anni fa, e ci è rimasto male quando gli hanno fatto ricordare quella volèe sbagliata nel tie-break. “So già che domani tutti penseranno che ho perso per quella volèe”. A parte che non era così facile e comunque, chi conosce il tennis sa che è girata male, come ogni tanto capita. Perchè è stato bello vedere la gente emozionarsi per un tennista italiano a Roma. Una simbiosi che pochi hanno saputo trovare. Fabio viene dal Ponente ligure, non così lontano dalla Francia, ma ha un cuore latino che si esprime nel suo motto “NMM” (“Non Mollare Mai”) e nelle sue espressioni, nella sua spontaneità. Va capito, poi impari ad amarlo. E oggi l'Italia del tennis sta cominciando a farlo sul serio.  

INTERNAZIONALI BNL D'ITALIA – Ottavi di Finale
Tomas Berdych (CZE) b. Fabio Fognini (ITA) 6-3 3-6 7-6