US OPEN – L’Italia resta senza giocatori nel torneo maschile. Fognini mostra una brutta versione di sè e cede netto ad Adrian Mannarino. Perde anche Paolo Lorenzi, ma contro Gasquet ci voleva un miracolo.

Di Riccardo Bisti – 30 agosto 2014

 
E’ difficile cambiare a 27 anni. Forse si possono sistemare i dettagli, ma l’essenza di un carattere resterà sempre la stessa. Fabio Fognini è un personaggio a tutto tondo, fa anche divertire con il suo atteggiamento, ma le sue bizze gli sono costate troppe partite. E’ andata così anche allo Us Open, per il secondo anno consecutivo. Non ci sono stati reali cambiamenti rispetto a 12 mesi fa, anche se le statistiche ricorderanno una vittoria contro Andrey Golubev, mentre l’anno scorso sfoderò una delle sue peggiori prestazioni al primo turno contro Rajeev Ram. I quarti di finale ottenuti a Cincinnati avevano fatto sperare, c’era un ottavo contro Roger Federer da azzannare…invece Fabio si è arenato tra le ombre del Campo 13, dove l’ombra di se stesso ha raccolto otto game contro il modesto Adrian Mannarino, un anno più giovane di lui e non certo la punta di diamante del tennis francese. Un giocatore onesto, mancino, senza particolari squilli di tromba nel repertorio. Lo scorso anno pescò la giusta autostrada a Wimbledon e colse gli ottavi, per il resto nè infamia nè lode. Sono bastate meno di due ore per regalare a Mannarino un terzo turno insperato, firmato da un secco 6-3 6-4 6-1. La delusione nasce dal fatto che Fognini ha commesso una marea di errori (alla fine saranno 64) senza una reale motivazione. Sarebbe bastato restare con la testa nel match, e probabilmente qualche occasione sarebbe arrivata. Invece l’azzurro ha mantenuto un atteggiamento negativo più o meno per tutta la partita, sfociato in un penalty-point sul finire del secondo set, il più doloroso. Sotto 5-2, aveva trovato un break che avrebbe potuto girare la partita. Invece ha perso un altro game di servizio e la collina è diventata un Everest. Privo di bombole d’ossigeno, non ha neanche provato a scalarlo.
 
"DIFFICILE SPIEGARE COSA E' SUCCESSO"
Eppure il break in avvio di terzo set aveva fatto sperare in una possibile rimonta. Non ci sarebbe stato nulla di clamoroso nell'azzeccare la rimonta. Invece sono arrivati sei giochi consecutivi che hanno spedito il francese al terzo turno, dove sarà sfavorito contro Roberto Bautista Agut. Negli ultimi minuti, Fognini era completamente fuori dal match, desideroso di farsi la doccia e scappare via, da Flushing Meadows e degli Stati Uniti. Era talmente nervoso che non ha neanche stretto la mano al giudice di sedia. “Ho giocato male, molto male – ha fatto mea culpa – ero talmente frustrato che è difficile spiegare cosa sia accaduto sul campo. Anche nel secondo set, quando ho recuperato un break di svantaggio, è stato più per gli errori dell’avversario che per merito mio”. Nonostante la cattiva prestazione, la titolarità di Fognini nell’atteso match di Davis in Svizzera non è in dubbio. Siamo in semifinale grazie a lui: la presenza di Corrado Barazzutti, inoltre, è in grado di tranquillizzarlo, a volte anche di farlo rendere al massimo. E’ dunque legittimo aspettarsi un buon Fognini a Ginevra, sia pure con la consapevolezza che il sintetico svizzero non ha nulla a che fare con la terra battuta di Mar del Plata e Napoli. Ma quel Fognini lì, ammirato a inizio stagione, oggi sembra solo un ricordo. Fabio deve ingegnarsi per trovare una soluzione e tornare a quel livello. Ma il carattere…no, quello ormai non si cambia più.
         
LORENZI FUORI CON ONORE                            
Ben più prevedibile la sconfitta di Paolo Lorenzi. In tre precedenti contro Richard Gasquet, il senese non aveva mai vinto più di tre giochi in un set. Per questo, l’onorevole 7-6 6-3 6-3 di Flushing Meadows risuona quasi come un successo. Paolo ha giocato con coraggio, prendendosi tutte le chance concesse da Gasquet. E il francese, almeno nel primo set, era in vena di regali. Bruciava una palla break dopo l’altra, consentendo a Paolino di rimontare da 0-3 a 3-3 e di restargli incollato fino al 4-4 del tie-break. Due vincenti lungolinea e una bella volèe cacciavano gli incubi di Riccardino, che gestiva senza problemi i restanti due set. Al terzo turno ci va lui, ma Lorenzi lascia New York il sorriso: finalmente ha passato il primo turno in uno Slam e resta ben saldo tra i top-100. Già che c’è, proverà a intascare qualche altro punto ATP al ricco challenger di Genova, in cui sarà la prima testa di serie. Per trovare tennisti italiani uomini, ahinoi, la prossima settimana dovremo rivolgerci ai tornei challenger.