Vincendo sulle Alpi svizzere, Fabio Fognini eguaglia i titoli del suo capitano di Coppa Davis. Ha chiesto una wild card e ha trovato una settimana impeccabile: magari non lo rilancia, ma lo mantiene su ottimi livelli. Soltanto dopo il ritiro si potrà valutare con serenità la sua carriera.

Il miglior cantastorie sportivo, Federico Buffa, ama rivolgersi alle vicende del passato per costruire i suoi racconti. “Preferisco che una storia sia già finita, in modo da poterne narrare sia l'inizio che la fine”. Tra qualche anno, quando la carriera di Fabio Fognini sarà terminata, si potrà valutare con serenità un percorso che oggi – inevitabilmente – è inquinato da considerazioni che esulano dalla sua qualità tennistica. E allora Federico Buffa, o chi per lui, potrà dare il giusto peso a quello che stiamo vedendo. Se è vero che Corrado Barazzutti è stato più forte di lui, le statistiche si divertono a fare gli scherzi e ci raccontano che Fabio, vincendo il torneo ATP di Gstaad, lo ha eguagliato nel numero di titoli ATP. La cinquina è arrivata sulle Alpi svizzere, laddove non era nemmeno iscritto. Si pensava che sarebbe andato ad Amburgo, teatro di tanti successi, invece ha chiesto in extremis una wild card per Gstaad (dove non si recava da 10 anni) e l'ha onorata fino in fondo, battendo in finale il sorprendente Yannick Hanfmann. E' finita 6-4 7-5 ed è un successo che fa bene a portafoglio, morale e classifica. Ad esempio, bilancia i punti persi la scorsa settimana, quando gli sono scaduti quelli conquistati 12 mesi fa a Umago. A trent'anni di età, di cui una dozzina passati in giro per il mondo, non sarà facile migliorare quanto fatto fino a oggi (n.13 ATP, semifinale Masters 1000, un quarto e un paio di ottavi Slam), ma provarci è un obbligo. Federer insegna. Senza perdere l'ambizione, e progrmmandosi con intelligenza, si possono mettere in cascina successi di peso e valore.

LE ARMI DI HANFMANN
Fognini è il miglior tennista italiano degli ultimi 35 anni. Soltanto Omar Camporese ha raggiunto picchi di rendimento così importanti, ma il bolognese non ha battuto Nadal sul Centrale dello Us Open e, soprattutto, è durato troppo poco (sia pure per ragioni fisiche, vedi quel maledetto infortunio al gomito). Fognini ha mostrato le sue qualità anche a Gstaad, tenendo a bada il “rookie” tedesco con un 6-4 7-5 che sembra routine, anche ma in realtà è frutto di alcune complessità. Il 25enne di Karlsruhe ci ha regalato una partita, cercando di sfruttare le sue armi dopo un inizio da incubo. Avrà pure studiato all'Università della California del Sud, forgiandosi nell'ambientino del tennis NCAA, ma nulla può preparare alle emozioni della prima finale ATP, peraltro al terzo main draw in carriera. E così Fabio scappava sul 4-0 in meno di 20 minuti. Lentamente, Hanfmann trovava un paio di punti di riferimento, a partire da un servizio in kick a uscire che mandava Fognini a rispondere in tribuna (quando ci arrivava…). Recuperava uno dei due break di svantaggio, ma sul 5-4 Fabio si affidava al servizio e (soprattutto) al dritto, tenendo a zero il turno di battuta. Hanfmann era ormai entrato nel match, ma Fognini non gli ha concesso troppe chance. A tratti è parso che amministrasse la sua superiorità con una certa indolenza, ma non ha mai corso rischi da allarme rosso. Sul 3-4, si è trovato 0-30 sul suo servizio, ma ha giocato con grande intelligenza i quattro punti successivi. Sul 4-4, Hanfmann cancellava una delicata palla break affidandosi al servizio in kick, poi arrivava a due punti dal set sul 5-4 e 30-30.

CACCIA AI TOP-20
Steccava un dritto e la sua partita finiva lì, con Fognini bravo a farlo uscire dalla zona di comfort, variando traiettorie e rotazioni con la dovuta furbizia. Aiutato da qualche folata di vento, ha tolto ad Hanfmann il ritmo di cui aveva maledettamente bisogno. E così, nell'undicesimo game, arrivava l'allungo decisivo. Fabio recuperava da 40-15, poi sulla palla break rispondeva all'ennesimo kick estremo con una morbida "moon ball": una volta entrato nello scambio, aiutava Hanfmann a sbagliare ed esultava vigorosamente verso il suo clan, dove c'erano Franco Davin e il preparatore fisico Max Tosello. Pochi minuti dopo, sollevava entrambe le braccia al cielo, digrignando i denti fiero della sua prestazione, in cui i colpi vincenti hanno doppiato gli errori gratuiti (21 a 11). La storia tennistica di Fognini non è ancora finita, anzi, può ancora aggiungere tasselli importanti. Insomma, non è ancora tempo di raccontarla. Chi lo critica ha ragione nel sottolineare alcune bizze comportamentali, ma le stesse fanno parte del pacchetto. E allora bisogna considerare tutto, a partire dai pregi tecnici, fisici e anche caratteriali. Che sono tanti. Il sito ATP sostiene che Fabio ha ripreso la sua corsa verso i top-20 ATP: mica male come prospettiva, specie dopo che l'Italia era rimasta senza top-30 sia tra gli uomini che tra le donne. L'incubo statistico è durato solo una settimana.

ATP 250 GSTAAD – Finale
Fabio Fognini (ITA) b. Yannick Hanfmann (GER) 6-4 7-5